C-Suite
24 Novembre 2025
“La ricerca deve tornare a essere una priorità strutturale del sistema salute.” Lo afferma Nicola Bencini, Regional Vice President e General Manager Italia di Incyte, in un’intervista a Sanità33 dopo il III Forum Incyte sulla Ricerca. Bencini richiama la necessità di superare l’idea della ricerca come attività separata dall’assistenza clinica e di riconoscerne il ruolo centrale nella qualità e nell’innovazione delle cure.
La ricerca è già parte della pratica clinica quotidiana. Come afferma Bencini, infatti, “le innovazioni terapeutiche arrivano mese per mese dal laboratorio al letto del paziente. Il sistema deve riconoscere e sostenere questo processo”. Negli ultimi venticinque anni, infatti, la mortalità correlata alle patologie croniche si è ridotta di circa il 37% oltre un milione di persone con diagnosi di tumore vive oggi con una qualità di vita compatibile con la continuità delle attività quotidiane.
Nel comparto delle scienze della vita l’investimento medio in ricerca e sviluppo è pari al 15% dei ricavi, con punte fino all’80% nel biotech, contro circa il 5% dell’industria manifatturiera. Incyte, che rientra stabilmente tra le prime realtà del settore per investimenti in R&D, è attualmente impegnata in circa settanta studi clinici attivi che coinvolgono più di 450 centri e 1000 pazienti
Tra i bisogni insoddisfatti, Bencini sottolinea quello di rispondere anche alle esigenze di popolazioni piccole, quando le alternative sono poche o inesistenti. Una risposta, in tal senso, di Incyte è l’introduzione di retifanlimab per il carcinoma di Merkel avanzato, una patologia rara con poche decine di nuove diagnosi l’anno in Italia e opzioni terapeutiche limitate.
Bencini ha inoltre sottolineato il valore dell’innovazione intesa non solo come scoperta di nuove molecole, ma anche come riposizionamento terapeutico, citando l’esempio di ruxolitinib, inibitore JAK sviluppato inizialmente in ambito ematologico e successivamente in formulazione topica per specifiche patologie dermatologiche.
Sul tema delle competenze interne, invece, Bencini ha illustrato un’esperienza che ha coinvolto giovani laureati STEM in percorsi formativi interni e di partecipazione attiva ai processi aziendali osservando che “dare fiducia ai giovani ha portato energia e creatività nell’organizzazione”.
Riguardo al ruolo manageriale, Bencini conclude: “Un buon manager deve saper ascoltare ed essere curioso. Le risposte non arrivano sempre subito, ma porsi le domande giuste aiuta a comprendere e interpretare il cambiamento”.
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