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06 Ottobre 2025

Screening per il tumore al seno, Iss: cresce l’adesione ma restano divari territoriali

La pandemia aveva ridotto l’offerta e l’adesione nel 2020-2021, ma dal 2022 i livelli sono tornati a crescere, superando nel 2024 quelli pre-Covid


tumore al seno (2)

In Italia aumenta la partecipazione agli screening oncologici, in particolare per il tumore della mammella, ma persistono forti differenze regionali. È quanto emerge dai dati del sistema di sorveglianza Passi 2023-2024 diffusi dall’Istituto Superiore di Sanità (Iss), in occasione del mese dedicato alla prevenzione del tumore al seno.

Nel biennio analizzato, il 75% delle donne tra 50 e 69 anni si è sottoposto a mammografia preventiva nei tempi raccomandati. La copertura raggiunge l’86% al Nord, l’80% al Centro e il 62% al Sud. La pandemia aveva ridotto l’offerta e l’adesione nel 2020-2021, ma dal 2022 i livelli sono tornati a crescere, superando nel 2024 quelli pre-Covid. Restano tuttavia quote rilevanti di donne escluse: 1 su 10 non ha mai eseguito una mammografia e quasi il 15% non la effettua da oltre due anni.

Le differenze di adesione riflettono anche fattori socioeconomici e culturali: gli screening risultano più frequenti tra le donne con maggior livello di istruzione, cittadinanza italiana e risorse economiche più elevate.

Parallelamente, l’Iss è impegnato su più fronti della ricerca oncologica:

  • studi di base e traslazionali per individuare nuovi bersagli terapeutici e strategie immunologiche contro le recidive;
  • ricerca epidemiologica e outcome research per analizzare la sopravvivenza a lungo termine, con particolare attenzione alle pazienti giovani;
  • innovazione tecnologica, con l’impiego dell’intelligenza artificiale nella diagnostica e lo sviluppo di biomarcatori circolanti per potenziare la diagnosi precoce.

“Questa produzione scientifica – sottolinea Andrea Piccioli, direttore generale dell’Iss – si traduce in linee guida e buone pratiche che rafforzano il sistema sanitario e migliorano la qualità di vita delle pazienti”.

Tra le novità, la recente istituzione del Registro Unico Nazionale delle Breast Unit presso l’Iss, prevista dalla Legge di Bilancio. “Il Registro – spiega Piccioli – permetterà di raccogliere e armonizzare i dati, monitorare i processi di diagnosi e cura e individuare le esperienze più efficaci. È uno strumento di governo clinico e trasparenza che consentirà di intervenire rapidamente dove emergono disuguaglianze”.

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