Oncologia
03 Ottobre 2025Il Rome Trial segna una svolta nella ricerca oncologica internazionale: per la prima volta un grande studio dimostra che le terapie personalizzate basate su profilazione genomica completa sono più efficaci delle cure standard nei pazienti con tumori solidi metastatici.

Pubblicato su Nature Medicine, il Rome Trial segna una svolta nella ricerca oncologica internazionale: per la prima volta un grande studio randomizzato, accademico e indipendente dimostra che le terapie personalizzate basate su profilazione genomica completa sono più efficaci delle cure standard nei pazienti con tumori solidi metastatici.
Promosso e coordinato in Italia, il trial ha coinvolto 40 centri oncologici da Nord a Sud e arruolato 1.794 pazienti. Nel braccio sperimentale, i trattamenti mirati selezionati dal Molecular Tumor Board (Mtb) hanno ottenuto un tasso di risposta obiettiva del 17,5% contro il 10% del gruppo standard, con una sopravvivenza libera da progressione di 3,5 mesi rispetto a 2,8 e risposte più durature nel tempo (22% vs 9% a 12 mesi).
Particolarmente significativi i risultati nei pazienti con alto carico mutazionale trattati con immunoterapia: la sopravvivenza libera da progressione a 12 mesi ha raggiunto il 32,6% contro l’8,1% del controllo.
“Questi dati non sono un miglioramento incrementale ma un autentico cambio di paradigma”, ha commentato Paolo Marchetti, direttore scientifico dell’Idi-Irccs e promotore dello studio. Fondamentale il ruolo del board multidisciplinare che, attraverso 127 sessioni, ha discusso i profili genomici di quasi 900 casi, traducendo i dati molecolari in scelte cliniche.
Il modello organizzativo sviluppato, spiegano gli autori, dimostra che la medicina di precisione può essere resa accessibile su scala nazionale grazie a telemedicina e condivisione delle competenze. “Non deve rimanere un privilegio di pochi centri di eccellenza”, ha sottolineato Mauro Biffoni (Iss).
Per Giuseppe Curigliano (Università Statale di Milano e Ieo), il valore del Rome Trial va oltre la scienza: “È la dimostrazione che una medicina più precisa e umana può diventare realtà quando ricerca e sistema Paese lavorano insieme”.
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