Congresso Esmo
16 Settembre 2024Una seconda chance per l'immunoterapia contro il melanoma quando fallisce e una nuova opportunità terapeutica per i pazienti più difficili e con poche speranze di cura. A prometterlo un nuovo studio clinico internazionale di fase I guidato da Paolo Ascierto, presidente della Fondazione Melanoma e direttore dell'Unità di Oncologia Melanoma, Immunoterapia oncologica e Terapie innovative dell'Istituto Pascale di Napoli
Una seconda chance per l'immunoterapia contro il melanoma quando fallisce e una nuova opportunità terapeutica per i pazienti più difficili e con poche speranze di cura. A prometterlo un nuovo studio clinico internazionale di fase I guidato da Paolo Ascierto, presidente della Fondazione Melanoma e direttore dell'Unità di Oncologia Melanoma, Immunoterapia oncologica e Terapie innovative dell'Istituto Pascale di Napoli, presentato in occasione del meeting annuale dell'European Society for Medical Oncology (Esmo), in corso a Barcellona fino al 17 settembre.
I risultati dimostrano l'efficacia di un nuovo farmaco nello sbloccare l'azione dell'immunoterapia sia nei pazienti con resistenza primaria, cioè che non hanno mai risposto all'immunoterapia, sia nei pazienti con resistenza acquisita, coloro che hanno iniziato a non rispondere agli immunoterapici dopo un po' di tempo. "Il nostro studio mostra la sicurezza e l'efficacia di WNT974, molecola che inibisce la via di segnalazione Wnt/beta-catenina coinvolta nella mancata risposta all'immunoterapia, nel superare la resistenza, offrendo ai pazienti una nuova possibilità di cura - spiega Ascierto - La combinazione di WNT974 con l'immunoterapia è risultata efficace nel 18% dei pazienti con melanoma che non hanno mai risposto all'immunoterapia. In 2 casi la malattia è addirittura scomparsa. Il trattamento, inoltre, è risultato efficace nel 35,7% dei pazienti con resistenza acquisita".
L'immunoterapia ha rivoluzionato il trattamento del melanoma, sia nelle fasi iniziali della malattia che in quelle avanzate, quando cioè il tumore si è diffuso in altre parti del corpo. Questo approccio terapeutico agisce stimolando le cellule del sistema immunitario ad attaccare il tumore. Tuttavia, quasi il 50% dei pazienti non risponde all'immunoterapia, incapace di richiamare i linfociti T sul tumore. Nel nuovo studio clinico sono stati coinvolti 42 pazienti con melanoma avanzato che non rispondevano all'immunoterapia, 28 con resistenza primaria e 14 con resistenza acquisita. "La combinazione di WNT974 con l'immunoterapia è risultata sicura: solo nel 14% dei pazienti abbiamo registrato eventi di grado severo, un'incidenza simile a quella della sola immunoterapia - sottolinea Ascierto - Nei pazienti in cui il trattamento è risultato efficace abbiamo osservato una risposta ampia in media per 15 mesi, con una stabilità della malattia per più di 2 anni".
Tuttavia, anche questo nuovo approccio non funziona per tutti i pazienti. "Sono in corso le analisi dei biomarcatori che ci permetteranno di identificare ulteriori marcatori predittivi di risposta e resistenza al trattamento - conclude Ascierto - Crediamo che quei pazienti che sviluppano la resistenza per una attivazione della via Wnt/beta-catenina siano anche quelli che potrebbero beneficiare dell'aggiunta dell'inibitore di porcupine. Il nostro obiettivo rimane sempre quello di cercare di trovare nuove opzioni di trattamento per i pazienti più difficili che, ad oggi, non beneficiano delle terapie attualmente disponibili".
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