Oncologia
20 Febbraio 2025Presso il Senato della Repubblica sono stati presentati i risultati del report Italian Thyroid Cancer Observatory Foundation. Un importante momento di confronto tra istituzioni, clinici, ricercatori e associazioni di pazienti
Il carcinoma tiroideo in Italia presenta un elevato tasso di incidenza rispetto ad altri Paesi europei, pur mantenendo una mortalità stabile e contenuta. Un paradosso in gran parte causato dalla sovradiagnosi, che solleva interrogativi sulle attuali strategie diagnostiche. È quanto emerso dai risultati del report Italian Thyroid Cancer Observatory Foundation (ITCO), presentato a Roma, presso il Senato della Repubblica, nel corso del primo Summit ITCO, un importante momento di confronto tra istituzioni, clinici, ricercatori e associazioni di pazienti sul futuro della gestione del carcinoma tiroideo in Italia. “La ricerca continua a essere un pilastro fondamentale nella lotta contro il carcinoma tiroideo. La comprensione dei fattori di rischio, così come l'implementazione di misure preventive, sono cruciali per ridurre l’incidenza e migliorare la qualità della diagnosi e del trattamento. È necessario un impegno costante nella sensibilizzazione e nell'aggiornamento delle strategie per garantire una gestione sempre più mirata ed efficace” ha detto la Vicepresidente del Senato Maria Domenica Castellone, tra le autorità presenti al convegno.
Il report ITCO 2025 sintetizza oltre dieci anni di attività. "ITCO rappresenta un modello unico di collaborazione scientifica, basato sull'impegno volontario di centri che, oltre al loro normale carico di lavoro, hanno scelto di contribuire a questa visione comune", ha esordito Sebastiano Filetti, Coordinatore Data Analysis ITCO, Professore emerito presso la Sapienza Università di Roma e uno dei fondatori dell'Osservatorio. "In un momento in cui la frammentazione dei dati rappresenta una criticità per il sistema sanitario italiano, ITCO porta avanti con determinazione la promozione di una cultura del dato di qualità, elemento imprescindibile per supportare decisioni cliniche e organizzative a beneficio di istituzioni, società scientifiche e pazienti." "Il principio guida di ITCO è fondato su tre pilastri: misurare per gestire, misurare per migliorare, condividere per progredire", sottolinea Federico Serra, direttore generale di ITCO. La prof.ssa Antonella Polimeni, Rettrice della Sapienza Università di Roma, che ha creduto e supportato fin dall'inizio la creazione del network ITCO, ha sottolineato il ruolo formativo dell'Osservatorio: "Oltre al valore scientifico e clinico, ITCO ha una fondamentale missione formativa e offre un'opportunità di crescita per giovani ricercatrici, ricercatori e clinici, favorendo un dialogo proficuo tra il mondo accademico, le istituzioni sanitarie e le associazioni dei pazienti presenti in tutto il territorio nazionale". Il presidente di ISS, Rocco Bellantone, intervenuto con una lettura magistrale sull’evoluzione della chirurgia del carcinoma tiroideo, ha evidenziato anche quanto il raggiungimento di una maggiore efficacia nelle cure, nei protocolli diagnostico-terapeutici e nei processi interprofessionali sia a beneficio non solo dei pazienti, ma di tutti i cittadini e del Sistema: “L'adozione del modello proposto da ITCO esige un impegno congiunto e coordinato tra professionisti del settore sanitario, autorità politiche e comunità di ricerca. Solo attraverso un'efficace collaborazione intersettoriale sarà possibile tradurre le evidenze scientifiche in pratiche cliniche omogenee, riducendo il fenomeno della sovradiagnosi e garantendo a ciascun paziente, senza distinzione di area geografica, l'accesso a percorsi diagnostici accurati e trattamenti terapeutici sostenibili nel lungo periodo. L'obiettivo di coniugare precisione diagnostica e sostenibilità terapeutica non rappresenta solamente una sfida organizzativa, ma costituisce anche un obbligo etico per il Sistema Sanitario”.
Dai dati emerge un quadro significativo: il carcinoma tiroideo in Italia presenta un elevato tasso di incidenza rispetto ad altri Paesi europei, pur mantenendo una mortalità stabile e contenuta. il carcinoma tiroideo in Italia presenta infatti un elevato tasso di incidenza rispetto ad altri Paesi europei, ma con una mortalità stabile e contenuta. Questo paradosso, hanno spiegato gli esperti presenti, è in gran parte causato dalla sovradiagnosi, che solleva interrogativi sulle attuali strategie diagnostiche. “È essenziale evitare di trasformare individui sani, asintomatici e con bassissima probabilità di sviluppare una malattia grave, in pazienti oncologici, riducendo così i livelli di sovradiagnosi e sovratrattamento, come raccomandato dalle linee guida delle società scientifiche” ha affermato Luigino Dal Maso, Ricercatore statistico-epidemiologo del Centro di Riferimento Oncologico di Aviano. “Bisogna ricordare che oggi sono oltre 240 mila le persone che vivono dopo una diagnosi di tumore della tiroide e rischiano di dover subire le conseguenze a lungo termine di trattamenti non necessari, oltre alle discriminazioni sociali per essere diventati pazienti oncologici” ha aggiunto Salvatore Vaccarella, Ricercatore del Cancer Surveillance Branch, International Agency for Research on Cancer, Lione, Francia. “Dall’altro lato, una piccola percentuale di individui diagnosticati sviluppa una malattia clinicamente rilevante, per l’identificazione precoce della quale è necessario utilizzare le tecnologie più avanzate” ha proseguito Giorgio Grani, Professore presso la Sapienza Università di Roma. “Per poterlo fare con efficienza e con l’appropriata attenzione all’ottimizzazione della spesa sanitaria, sono necessarie non solo conoscenze scientifiche e tecnologiche, ma anche una cornice normativa chiara e coerente che favorisca la ricerca collaborativa e lo scambio di informazioni”.
I dati dell’Osservatorio consentono anche di cogliere le differenze nella gestione del carcinoma tiroideo tra aree metropolitane e periferiche, analizzando nel contempo anche l'impatto di fattori sociali, culturali ed economici sugli esiti delle cure. Pertanto, anche i temi del trattamento e delle disparità territoriali sono stati discussi con attenzione dagli esperti. Infatti, l'analisi delle pratiche cliniche in Italia tra il 2001 e il 2018 ha evidenziato significative disparità geografiche nei trattamenti chirurgici. Al Centro-Sud, le tiroidectomie totali rappresentano l’88% degli interventi, contro il 77% al Nord, con un rapporto tiroidectomie totali/tiroidectomie parziali che ha raggiunto picchi superiori a 10 nel Sud nel 2012. La lobectomia, raccomandata per noduli <1 cm a basso rischio, viene eseguita solo nel 10% dei casi (contro il 25-30% a livello internazionale). Nonostante il calo dell’uso del radioiodio nell’ultimo decennio, il 20% dei pazienti con tumori <1 cm continua a riceverlo senza evidenze di beneficio. Il trattamento dei tumori della tiroide sta evolvendo verso un approccio sempre più personalizzato, che integra diverse modalità terapeutiche: sorveglianza attiva per i casi a basso rischio, impiego di tecniche minimamente invasive come la termoablazione, terapie molecolari mirate per le forme aggressive e refrattarie, e l’introduzione di protocolli immunoterapici innovativi per i casi più complessi. L’analisi complessiva, presentata in occasione del Summit, ha messo quindi in luce alcuni punti chiave prioritari da implementare. Rivolgendosi a tutti gli stakeholder del sistema salute, dai decisori politici ai clinici, dalle società scientifiche alle associazioni dei pazienti, fino all’industria, Cosimo Durante, Presidente ITCO e Professore presso la Sapienza Università di Roma, ha presentato un manifesto in 10 punti che delinea una serie di priorità ed obiettivi strategici.
I presidenti delle principali Società Scientifiche e l’associazione pazienti presenti al Summit hanno convenuto sull’affermazione di ITCO quale come modello di eccellenza nella collaborazione scientifica e operativa, mettendo insieme competenze multidisciplinari per affrontare le crescenti sfide legate alle neoplasie tiroidee. In particolare, hanno ribadito come i dati dell’Osservatorio, che costituiscono una fonte oggettiva del quadro gestionale contemporaneo del carcinoma tiroideo in Italia, sono utilizzati dalle società scientifiche e associazioni per individuare le criticità da correggere e per strutturare programmi formativi mirati per i propri iscritti. Non solo un punto di riferimento per la raccolta e l'analisi dei dati, l'ITCO svolge anche un ruolo cruciale nel promuovere il cambiamento nel sistema sanitario, sia a livello nazionale che internazionale. Facilitando il dialogo tra clinici, ricercatori, istituzioni e pazienti, l'Osservatorio favorisce l'integrazione tra ricerca e pratica clinica, con l'obiettivo di elevare gli standard di cura e garantire trattamenti sempre più personalizzati, innovativi e sostenibili. Il Summit ha ospitato anche la cerimonia di consegna dei premi Aldo Pinchera ed Ernst Mazzaferri a Massimo Santoro e Riccardo Vigneri, ricercatori di fama internazionale che hanno contribuito in modo significativo alla ricerca di base e clinica sul carcinoma della tiroide, e del premio Celestino Pio Lombardi a Silvia D’Elia e Simone De Leo, due giovani ricercatori che hanno valorizzato con la loro attività i dati raccolti dall’Osservatorio.
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