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Farmaceutica

03 Luglio 2025

Farmindustria: Italia leader in Europa nella farmaceutica ma servono riforme

Con 56 miliardi di euro di produzione, l’industria farmaceutica italiana si conferma tra i settori di punta del manifatturiero nazionale, al primo posto in Italia per contributo alla crescita della produttività. È quanto emerge dall’Assemblea pubblica di Farmindustria


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Con 56 miliardi di euro di produzione, 54 miliardi di export e un saldo attivo con l’estero di 21 miliardi nel 2024, l’industria farmaceutica italiana si conferma tra i settori di punta del manifatturiero nazionale, al primo posto in Italia per contributo alla crescita della produttività. È quanto emerge dall’Assemblea pubblica di Farmindustria, che si è svolta oggi a Roma.

«Siamo un settore strategico per salute, crescita e sicurezza. Ma per rimanere competitivi servono riforme rapide: la salute deve essere considerata un investimento, e l’industria farmaceutica un’alleata», ha dichiarato Marcello Cattani, presidente di Farmindustria.

Tra il 2021 e il 2024 l’Italia è risultata seconda al mondo per crescita dell’export farmaceutico, che è aumentato del 157% in dieci anni, più della media UE. Le aziende associate a Farmindustria – circa 200, di cui il 40% a capitale italiano – impiegano oltre 71.000 addetti diretti, con una crescita del 21% di under 35 in cinque anni. L’occupazione femminile è al 45%, che sale al 53% nella ricerca.

Sul fronte degli investimenti, il settore ha destinato 4 miliardi di euro tra produzione e ricerca, con un incremento del 13% nell’ultimo anno. In crescita anche le domande di brevetto (+33%), a fronte di una media del +18% nei principali Paesi UE.



Il settore si distingue anche per l’impegno sul fronte della transizione green: -33% di emissioni climalteranti in dieci anni e un uso crescente di fonti rinnovabili e packaging sostenibile.

Ma non mancano le criticità. Cattani ha sottolineato la necessità di superare il sistema dei payback, adeguare la spesa sanitaria ai fabbisogni reali, garantire un accesso più rapido e omogeneo ai farmaci e valorizzare l’utilizzo dei dati clinici per la ricerca, «nel rispetto della privacy».

Nel suo intervento, il presidente di Farmindustria ha richiamato la necessità di una Life Sciences Strategy nazionale per attrarre investimenti in un contesto globale segnato da crisi geopolitiche, invecchiamento demografico e pressione sulle filiere. In questo scenario, l’Italia si gioca un ruolo cruciale.

«Abbiamo un Governo stabile e con visione strategica. Come ha detto il presidente del Consiglio, la farmaceutica è sinonimo di valore. Ma servono ora scelte politiche coraggiose per rimanere tra i leader globali. L’Europa – ha concluso – deve decidere se vuole essere leader o follower».

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