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05 Agosto 2025

Responsabilità medici, dopo rinvio Ddl il Governo rassicura

Il disegno di legge delega sul riordino delle professioni sanitarie, che prevede tra le misure più attese la stabilizzazione dello scudo penale per i medici, non è stato discusso nel Consiglio dei ministri dello scorso 31 luglio


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Il disegno di legge delega sul riordino delle professioni sanitarie, che prevede tra le misure più attese la stabilizzazione dello scudo penale per i medici, non è stato discusso nel Consiglio dei ministri dello scorso 31 luglio. La decisione di rimandare l’esame è arrivata su impulso della premier Giorgia Meloni, che ha chiesto ulteriori approfondimenti su un testo considerato troppo delicato per essere approvato senza un’analisi più ampia e condivisa. Il provvedimento, presentato congiuntamente dai ministeri della Salute e della Giustizia, sarà riesaminato a settembre, al termine della pausa estiva.

Il cuore della riforma è rappresentato dall’articolo 7, che introduce una causa di non punibilità per i professionisti sanitari in caso di morte o lesioni personali, purché non vi sia colpa grave. I criteri indicati includono l’adesione a linee guida o buone pratiche, la complessità del caso, le condizioni d’urgenza e le risorse disponibili. Un impianto che riprende quanto già previsto in via straordinaria durante la pandemia da Covid-19 e prorogato successivamente, ma che ora mira a diventare una norma strutturale.

A generare il rinvio, secondo fonti governative, sarebbero state divergenze sull’estensione dello scudo: se limitarlo agli interventi ad elevata complessità o applicarlo più ampiamente a tutta l’attività clinica. A chiarire il quadro è arrivata una nota congiunta dei ministeri della Salute e della Giustizia, che ha smentito con fermezza le ricostruzioni giornalistiche su presunte tensioni tra i ministri Schillaci e Nordio. “In un clima di massima collaborazione si individuerà in tempi brevi la soluzione migliore per garantire al personale sanitario di operare con serenità”, si legge nel comunicato. “È alta la consapevolezza dell’importanza e della necessità di attuare lo scudo penale nel nostro ordinamento, in linea con quanto avviene in altre parti del mondo”.

Nonostante le rassicurazioni, il rinvio ha provocato un’ondata di delusione tra gli ordini professionali e i sindacati medici. Filippo Anelli, presidente della Fnomceo, ha parlato apertamente di un’occasione persa per dare stabilità normativa a una misura attesa e necessaria. Dello stesso avviso Pierino Di Silverio, segretario nazionale Anaao-Assomed, che si è detto preoccupato per il futuro del provvedimento e ha auspicato che il rinvio sia solo tecnico. Guido Quici, presidente di Cimo-Fesmed, è stato ancora più critico, denunciando il ritardo dell’Italia rispetto agli standard europei in materia di responsabilità medica e accusando il Parlamento di aver mancato, ancora una volta, l’appuntamento con una riforma strutturale.

Il disegno di legge contiene anche una revisione più ampia dell’intero sistema delle professioni sanitarie, con interventi sulla formazione, sulle carriere e sulla valorizzazione delle competenze. Tra le novità previste ci sono la trasformazione della medicina generale in una vera scuola di specializzazione, l’introduzione di percorsi formativi avanzati per biologi, chimici e odontoiatri, e la definizione di un quadro nazionale per la certificazione delle competenze sanitarie. Un altro capitolo importante riguarda la governance dell’intelligenza artificiale in ambito clinico, insieme all’obiettivo di ridurre le liste d’attesa e rafforzare l’attrattività del Servizio sanitario nazionale.

Il testo prevede che i decreti attuativi siano adottati entro il 31 dicembre 2026, con eventuali modifiche nei 18 mesi successivi, ma l’impianto complessivo è stato costruito in modo da non generare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica. Il confronto politico e tecnico è solo rimandato, ma il clima si preannuncia teso. L’autunno, per la sanità italiana, potrebbe aprirsi con una partita decisiva.

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