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10 Ottobre 2024Senato e Camera approvano le risoluzioni della maggioranza sul Piano strutturale di bilancio che il governo presenterà all'Ue come previsto dal nuovo Patto di Stabilità, ma il Senato boccia i tre emendamenti dalle opposizioni
Senato e Camera approvano le risoluzioni della maggioranza sul Piano strutturale di bilancio che il governo presenterà all'Ue come previsto dal nuovo Patto di Stabilità, ma il Senato boccia i tre emendamenti proposti dalle opposizioni tra cui quello che puntava ad “incrementare il livello di spesa sanitaria per raggiungere in un quinquennio una percentuale sul PIl non inferiore al 7,5% allineandola alla media dell'Unione europea". Le opposizioni subito sul piede di guerra. "Il Piano Strutturale di Bilancio presentato dal governo è un'occasione mancata per un nuovo Patto sociale condiviso con il Paese, le parti sociali e il Parlamento tutto. È confuso, approssimativo e ci imbriglia per i prossimi 7 anni in una traiettoria che ha una sola certezza: i tagli alla spesa pubblica, per i servizi dei comuni e i servizi sociali tutti, in primis la sanità". Lo afferma la senatrice del Pd Beatrice Lorenzin, vicepresidente del gruppo.
I dati ReGiS
Secondo i dati della piattaforma Regis aggiornati al 2 ottobre scorso nel 2024 le spese per il Pnrr sono ammontate a 8,93 miliardi a fronte dei 43,9 necessari per mantenere il ritmo del cronoprogramma. È quanto scrive il Sole 24 Ore nell'edizione odierna citando l'Ufficio parlamentare di bilancio che riporta i dati della piattaforma Regis al 2 ottobre scorso. Risultato è, scrive il quotidiano, che verso la fine del quarto anno dei sei del Pnrr la spesa è intorno al 27,5% dei 194 miliardi totali delle risorse. È possibile, scrive il quotidiano, che una quota di questo ritardo si spieghi con le difficoltà della piattaforma ReGis di evidenziare in tempo più o meno reale l'avanzamento del Pnrr. Secondo un'elaborazione del Sole 24 Ore dei dati dell'Upb, in particolare, nel 2024 per la missione 1(digitalizzazione) la spesa effettiva è di 1,69 miliardi contro gli 11,42 (al 14,8%); per la missione 2 (transizione verde) spesa affettiva 1,04 (prevista 9,81, quota di spesa 10,6%); missione 3 (infrastrutture) spesa effettiva 1,43 (programmata 4,2 quota di spesa 33,6%); per istruzione e ricerca sono stati spesi 3,26 miliardi contro i 9,19 programmati (35,5%). Per inclusione e coesione sono stati spesi 670 milioni a fronte dei 4,74 miliardi programmati (14,1%). Per la salute 840 milioni spesi contro 3,76 miliardi programmati (22,3%). Per il repower Eu spesa pari a 0 contro i 790 milioni previsti.
Le reazioni
"Dopo due anni di governo – dichiara Lorenzin - la maggioranza non può nascondere il crollo della crescita del PIL e l'incapacità di utilizzare a pieno la leva straordinaria del PNRR. In questo piano, come del resto in questi anni sovranisti, non ci sono le riforme né gli investimenti per affrontare sfide cruciali come la sostenibilità del sistema previdenziale, la crisi demografica, ambientale, la tenuta del welfare e la competitività del sistema Italia. Ci troviamo di fronte a un piano confuso e incerto, come ha ammesso lo stesso governo, dove non è per nulla chiaro dove si reperiranno le risorse, né quale sia il quadro programmatico". "Abbiamo un'unica certezza in questo piano: dobbiamo restituire 12/13 miliardi di euro l'anno. ll ministro parla di sacrifici, ma si legge austerità. Per questo non comprendo i toni trionfalistici della maggioranza: mi sembra che stiamo tornando indietro senza aver imparato la lezione. Su competitività, crescita e capitale umano non c'è nulla", aggiunge Lorenzin. "Per quanto riguarda la sanità, siamo di fronte a una situazione in cui la spesa sanitaria, in termini percentuali, scende a livelli inferiori persino agli anni dei tagli più drastici. Il nostro sistema sanitario è sempre meno accessibile, con oltre 40 miliardi pagati di tasca propria dai cittadini per servizi che non riescono a ottenere, e medici e personale sanitario che continuano ad emigrare all'estero o passare al privato. È necessario affrontare seriamente la crisi di attrattività delle professioni sanitarie e il collasso del sistema. Inutile dire che si aumenta in termini assoluti il fondo, quando non si riesce neanche a garantire i livelli essenziali delle prestazioni. Il nostro sistema di welfare è in bilico. Il rapporto dell'INPS ha confermato che la sostenibilità previdenziale scricchiola e la demografia è il convitato di pietra in questo dibattito. Nel 2050 avremo un lavoratore per ogni pensionato: senza un grande patto sociale e una stagione di riforme condivise, il nostro sistema non reggerà. Eppure, su tutte queste questioni cruciali si rimanda ad un domani da venire perché dovrebbe ammettere che il suo programma elettorale è già fallito", conclude Lorenzin. Avete ereditato il Pnrr, l'unico piano di crescita che c'è. Questa crescita l'avete totalmente sperperata. Ed è chiaro che taglierete tutto nella prossima Legge di bilancio. Un vero patriota difende il Paese e i suoi cittadini. Non torniamo a tagliare e indebolire il nostro Servizio sanitario nazionale, che deve restare pubblico, accessibile a tutti e su tutto il territorio nazionale". Lo ha detto Mariolina Castellone (M5S), vicepresidente del Senato, intervenendo nell'Aula di Palazzo Madama.
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