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Alzheimer

04 Agosto 2025

Alzheimer precoce, benefici cognitivi mantenuti fino a quattro anni con lecanemab

I dati presentati all’Alzheimer’s Association International Conference (AAIC) 2025 confermano l’efficacia a lungo termine di lecanemab (Leqembi®) nei pazienti con malattia di Alzheimer in fase iniziale


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I dati presentati all’Alzheimer’s Association International Conference (AAIC) 2025 confermano l’efficacia a lungo termine di lecanemab (Leqembi®) nei pazienti con malattia di Alzheimer in fase iniziale. Il farmaco, anticorpo monoclonale anti-amiloide sviluppato da Eisai e Biogen, ha dimostrato un rallentamento della progressione clinica fino a quattro anni di trattamento continuativo, con benefici stabili su cognizione e autonomia funzionale.

Lo studio Clarity AD, di fase 3, ha coinvolto 1.795 pazienti in 30 Paesi (898 trattati con lecanemab, 897 con placebo). Il 95% dei partecipanti che hanno completato i primi 18 mesi ha scelto di proseguire nello studio di estensione in aperto, e 478 pazienti hanno completato quattro anni di terapia.

Il beneficio è stato misurato attraverso la scala CDR-SB (Clinical Dementia Rating – Sum of Boxes): rispetto alla progressione attesa della malattia (storia naturale), lecanemab ha mostrato una riduzione del declino di 1,75 punti a quattro anni, dopo i -1,01 punti osservati al terzo anno. Risultati simili sono stati ottenuti anche utilizzando il confronto con la coorte BioFINDER, con una differenza di -2,17 punti a quattro anni.

Tra i pazienti identificati con bassi livelli di tau cerebrale alla PET – considerati indicativi di uno stadio precoce della malattia – il 56% ha mostrato miglioramento rispetto al basale sulla scala CDR-SB, mentre il 69% ha mantenuto stabilità clinica o miglioramento a quattro anni. Su altre scale funzionali (ADAS-Cog14 e ADCS-MCI-ADL), oltre il 50% ha mostrato miglioramento o assenza di peggioramento.

Il profilo di sicurezza è risultato stabile e in linea con quanto già osservato: nessuna nuova segnalazione è emersa nello studio in estensione. L’incidenza di ARIA (amyloid-related imaging abnormalities) si è ridotta dopo i primi 12 mesi di trattamento e si è mantenuta costante nei successivi tre anni.

Lecanemab è attualmente approvato in 46 Paesi e in fase di revisione regolatoria in altri 10. Dal gennaio 2025 è disponibile negli Stati Uniti anche in regime di mantenimento con somministrazione endovenosa ogni quattro settimane. In fase di valutazione da parte della FDA anche la formulazione sottocutanea con autoiniettore.

Eisai guida lo sviluppo globale e la regolazione del farmaco, in collaborazione con Biogen, con cui condivide la co-promozione del prodotto. I dati presentati rafforzano l’ipotesi che un intervento precoce, prolungato e mirato all’eliminazione delle forme protofibrillari dell’amiloide possa tradursi in un beneficio clinico sostenuto nel tempo per i pazienti con Alzheimer iniziale.

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