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Oncologia

14 Luglio 2025

Tumore della prostata, Aifa autorizza farmaco per forma non metastatica

L'Agenzia Italiana del Farmaco ha approvato la rimborsabilità di enzalutamide per il trattamento dei pazienti con cancro della prostata non metastatico ormono-sensibile (nmHSPC) con recidiva biochimica (BCR) ad alto rischio


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L’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) ha approvato la rimborsabilità di una nuova indicazione terapeutica per enzalutamide, che diventa così il primo e unico inibitore del segnale del recettore degli androgeni rimborsabile per il trattamento degli uomini adulti con carcinoma della prostata non metastatico ormono-sensibile (nmHSPC) con recidiva biochimica (BCR) ad alto rischio non candidabili alla radioterapia di salvataggio.
I pazienti possono ricevere il trattamento con enzalutamide in monoterapia oppure in associazione con analoghi del GnRH, ampliando così lo spettro delle opzioni terapeutiche disponibili nelle fasi iniziali della malattia.

La decisione dell’Agenzia è stata presa sulla base dei risultati dello studio di Fase 3 Embark, che ha valutato l'efficacia di enzalutamide in combinazione con leuprolide, rispetto a placebo più leuprolide, oltre alla monoterapia con enzalutamide, in pazienti con carcinoma prostatico non metastatico sensibile agli ormoni e con recidiva biochimica ad alto rischio.

Un nuovo approccio terapeutico

Ogni anno in Italia vengono diagnosticati circa 40.000 nuovi casi di tumore alla prostata, con circa 600.000 pazienti in trattamento. La sopravvivenza a cinque anni supera il 90%, ma tra coloro che hanno ricevuto trattamenti curativi (chirurgia, radioterapia o entrambi), si stima che tra il 20% e il 40% sviluppi una recidiva biochimica entro dieci anni.

«La novità della nuova indicazione è che l’utilizzo di enzalutamide viene spostato, ampliandolo, anche al paziente non metastatico ormono-sensibile, dove non è stato sufficiente il trattamento con la chirurgia o la radioterapia e che manifesta una recidiva biochimica ad alto rischio, anticipata dal PSA che sale rapidamente, segnale precoce di un ritorno di malattia ad alto rischio di metastasi», spiega Stefano Arcangeli, associato di Radioterapia a Milano Bicocca e direttore SC Radioterapia presso la Fondazione Irccs San Gerardo dei Tintori di Monza. «Enzalutamide si è dimostrato efficace proprio in questo setting di pazienti che altrimenti venivano curati solo con la terapia ormonale. Enzalutamide, in monoterapia o in associazione con terapia di deprivazione androgenica, cambia il paradigma terapeutico per quei pazienti che hanno una elevata probabilità di progressione dopo la cura iniziale e apre la strada a una nuova prospettiva terapeutica con solide evidenze che offre un trattamento efficace ai pazienti con recidiva dopo l’intervento chirurgico non suscettibili di radioterapia postoperatoria, a quelli che sono andati in progressione dopo radioterapia postoperatoria e a quelli con recidiva postradioterapia esclusiva. Infine, il modello di trattamento “a intermittenza” proposto dallo studio Embark rende possibile l’inserimento di una radioterapia focale e selettiva».

Impatto sulla pratica clinica

L’estensione dell’uso di enzalutamide ha implicazioni significative per il percorso terapeutico e il ruolo degli specialisti. Secondo Pier Luigi Bove, associato di Urologia a Roma Tor Vergata e direttore Uosd Urologia robotica e mini invasiva al Policlinico di Tor Vergata, «la nuova indicazione cambia radicalmente il ruolo dell’urologo nel percorso del paziente: da specialista coinvolto nella sola fase iniziale, ora può gestire anche i pazienti con recidiva biochimica ad alto rischio, prima esclusivamente trattati dagli oncologi. Inoltre, enzalutamide può essere impiegato in tutte le fasi del carcinoma prostatico avanzato/metastatico, sia sensibile che resistente alla castrazione».

Anche Ugo De Giorgi, oncologo medico all’Ospedale Fazzi di Lecce e docente all’Università del Salento, sottolinea l’impatto della nuova rimborsabilità sulla pratica clinica: «Lo studio Embark ha dimostrato che enzalutamide, in monoterapia o in combinazione con terapia di deprivazione androgenica, rallenta la progressione della malattia e riduce il rischio di comparsa delle metastasi. Inoltre, migliora la sopravvivenza libera da progressione e ha un impatto favorevole sulla qualità di vita correlata alla salute».

Ricadute organizzative e prevenzione

L’estensione della rimborsabilità anticipa il trattamento e ne amplia l’accesso in un momento critico della storia naturale della malattia, con benefici potenziali in termini di riduzione delle metastasi e dei costi futuri per il Servizio sanitario nazionale. Impone però anche un aggiornamento degli attuali Percorsi diagnostico-terapeutici assistenziali (Pdta) e dei modelli organizzativi, per valorizzare l’integrazione precoce tra urologi, oncologi, radioterapisti e medici di medicina generale.

Dal punto di vista della prevenzione, l’attenzione degli specialisti resta centrata sul dosaggio del PSA negli over 50 come indicatore principale, con riserva sull’utilità degli screening a tappeto e sull’abuso di ecografie transrettali, soprattutto in assenza di familiarità.

Come ricordano gli esperti, il tumore della prostata è ancora oggetto di uno stigma importante, legato alle implicazioni sulla sfera sessuale e relazionale. Innovazioni come l’indicazione precoce di enzalutamide possono contribuire anche a cambiare la percezione di questa neoplasia, migliorando al tempo stesso gli esiti clinici e la qualità di vita dei pazienti.

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