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11 Novembre 2025Nel quarantesimo anniversario del decreto che autorizzò i trapianti cardiaci, il CNT segnala 413 interventi nel 2024 e un aumento dell’8,9% nei primi dieci mesi del 2025

Nel quarantesimo anniversario del decreto che autorizzò i trapianti di cuore in Italia, diffuso l’11 novembre 1985, il Centro Nazionale Trapianti (CNT) segnala una crescita dell’attività in ambito cardiaco. Nel 2024 nei 20 centri autorizzati sono stati eseguiti 413 trapianti di cuore, pari a 7 per milione di abitanti. Si tratta di un incremento del 13% rispetto al 2023 e del 38% rispetto al 2022. Nei primi dieci mesi del 2025 gli interventi sono stati 376, con un aumento dell’8,9% sullo stesso periodo del 2024.
Dal 2002, anno di avvio del Sistema informativo trapianti, in Italia sono stati realizzati oltre 7 mila trapianti cardiaci, eseguiti in prevalenza su pazienti uomini (74%). Le diagnosi più frequenti che conducono all’indicazione sono cardiomiopatie primitive (51%) e post-ischemiche (24%).
Il comunicato ricorda inoltre che in Italia si registra uno dei trapianti di cuore più longevi in Europa: quello di Gian Mario Taricco, trapiantato nel 1985 a Pavia, il cui organo è funzionale dopo quarant’anni.
Il quadro dei donatori è significativamente cambiato nel tempo. L’età media è passata da 36 anni nel 2002 a 48 anni nel 2024. Il donatore più anziano nel 2024 aveva 77 anni e circa un quarto dei donatori oggi ha più di 60 anni. Nel 60% dei casi la causa del decesso è rappresentata da emorragia cerebrale. Il CNT attribuisce l’aumento dei trapianti anche alla maggiore capacità della Rete di identificare e utilizzare organi idonei in questi contesti clinici.
Parallelamente, è salita anche l’età media dei riceventi: da 48 anni nel 2002 a 52 anni nel 2024. L’anno scorso il ricevente più anziano aveva 76 anni. L’ampliamento dei criteri di selezione riflette, secondo il CNT, una maggiore efficacia della terapia del trapianto e una più ampia capacità clinica di gestione delle comorbidità.
Un contributo rilevante deriva inoltre dall’utilizzo dei cuori dei donatori a cuore fermo, nei quali il decesso è dichiarato con criteri cardiaci dopo un periodo di osservazione. Dal 2023, anno del primo intervento effettuato in Italia con questa modalità, sono stati eseguiti oltre 80 trapianti, pari a circa il 9% del totale, con risultati considerati sovrapponibili a quelli ottenuti da donatore in morte cerebrale.
“Oggi possiamo guardare con orgoglio a quanto realizzato dalla trapiantologia italiana in questi quarant’anni”, dichiara il ministro della Salute Orazio Schillaci, che sottolinea il ruolo del Servizio sanitario nazionale e delle équipe cliniche coinvolte.
Secondo il direttore del Centro nazionale trapianti, Giuseppe Feltrin, la Rete è impegnata nel garantire la migliore assistenza possibile ai pazienti in attesa. Al 11 novembre 2025 risultano 802 persone in lista per un trapianto di cuore, su oltre 8 mila in attesa di trapianto di organo. Feltrin richiama infine l’importanza della disponibilità alla donazione da parte dei cittadini.
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