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Tumori

13 Maggio 2025

Tumori ematologici, legame diretto tra spesa sanitaria e sopravvivenza

Una maggior spesa sanitaria nazionale è associata alla sopravvivenza dei pazienti affetti da tumore, in particolare per quelli ematologici


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Una maggiore spesa sanitaria nazionale è associata a una più alta sopravvivenza nei pazienti affetti da tumori ematologici: è questo il focus del progetto EUROCARE-6, la più ampia indagine europea condotta su oltre un milione e 150 mila pazienti in 27 Paesi. I risultati, pubblicati su Lancet Oncology e European Journal of Cancer, mostrano chiaramente come l’investimento in sanità influenzi l’aspettativa di vita dei pazienti con linfomi, leucemie e mielomi.

Lo studio, beneficiato del supporto della Joint Action iPAAC (Innovative Partnership for Action Against Cancer) e coordinato dalla Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano e dall’Istituto Superiore di Sanità, ha rilevato significative disparità tra i Paesi europei.

L’analisi ha evidenziato come nei paesi in grado di destinare elevate risorse alla sanità, la probabilità di sopravvivenza per i pazienti affetti da tumore ematologico sia significativamente superiore rispetto ai paesi con minore spesa sanitaria nazionale. 
Dove le risorse sanitarie sono più scarse, come in diverse nazioni dell’Est Europa, le percentuali di sopravvivenza a dieci anni dalla diagnosi sono drasticamente inferiori rispetto ai Paesi con sistemi sanitari più finanziati. Per esempio, la sopravvivenza a 10 anni per il linfoma non-Hodgkin passa dal 33% nei Paesi a bassa spesa sanitaria al 62% in quelli con investimenti elevati come Danimarca, Norvegia e Svizzera.
Anche per altre forme tumorali la differenza è marcata: per la leucemia mieloide acuta, la sopravvivenza decennale è solo del 6% nei Paesi a minore spesa, contro il 21% in quelli con più risorse; per la leucemia mieloide cronica si passa dal 31% al 65%. In Italia, la sopravvivenza per tumore ematologico è in linea o di poco superiore alla media europea: dopo 10 anni dalla diagnosi sopravvive il 58% dei pazienti affetti da linfoma non-Hodgkin, contro una media del 55% in Europa, e il 52% dei pazienti con leucemia mieloide cronica, sia in Italia che in Europa.

I ricercatori sottolineano l’importanza di continuare a investire nella ricerca per garantire un futuro migliore a milioni di pazienti onco-ematologici in tutta Europa.
“Il nostro studio dimostra inequivocabilmente che gli investimenti in sanità, soprattutto in ricerca ed innovazione terapeutica, hanno un impatto diretto sulla sopravvivenza dei pazienti affetti da tumore ematologico”, ha affermato Claudia Vener, medico e ricercatrice presso l’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano e coordinatrice dello studio “Per alcune patologie, come la leucemia mieloide acuta, la sopravvivenza a 10 anni è ancora troppo bassa, evidenziando l’urgenza di un maggiore impegno nell’incrementare i fondi per la ricerca e per le cure innovative”.
Silvia Rossi, ricercatrice all’Istituto Superiore di Sanità e co-autrice, ha aggiunto: “Le grandi differenze di sopravvivenza riscontrate tra i paesi europei sono molto probabilmente legate ad un diverso grado di accesso alle cure e ad una diversa disponibilità ed utilizzo di trattamenti efficaci. L’Italia, anche se allineata alla media europea, non raggiunge i livelli di sopravvivenza ottenuti dai paesi con maggiori investimenti. È quindi necessario aumentare i finanziamenti in sanità affinché migliorino ulteriormente le possibilità di cura per i pazienti onco-ematologici”.
“Investire in sanità significa garantire un futuro migliore per milioni di pazienti”, ha concluso la dottoressa Vener.

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