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Dipendenze

15 Gennaio 2025

Dipendenze, rapporto Oised: risorse in calo e costi in crescita

I Servizi per le Dipendenze in Italia hanno subito una riduzione significativa di risorse. Solo quattro Regioni, Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria e Molise, sono allineate agli standard, mentre sono al di sotto tutte le Regioni del Mezzogiorno e tutte quelle del Centro


droghe

Negli ultimi cinque anni (2018-2023), i Servizi per le Dipendenze (SerD) in Italia hanno subito una riduzione significativa di risorse, con una diminuzione di 252 unità di personale tra il 2018 e il 2023. Tuttavia, nel 2023 si è rilevato un incremento di 4.835 utenti rispetto all'anno precedente. Sul fronte delle dipendenze da alcol, il calo di utenti è stato continuo (-2.501 in cinque anni, -604 nell’ultimo anno). Per rispettare gli standard previsti dal DM 77/2022, mancano 1.929 professionisti nei SerD, tra cui medici, infermieri e psicologi. Solo quattro Regioni, Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria e Molise, sono allineate agli standard, mentre sono al di sotto tutte le Regioni del Mezzogiorno, tranne la Puglia, tutte quelle del Centro, tranne il Lazio. L’analisi è contenuta nel secondo rapporto Oised (Osservatorio sull’impatto Socio-economico delle dipendenze), primo Centro Studi e think thank interamente dedicato allo sviluppo di analisi a supporto della governance e la sostenibilità del settore per la cura delle dipendenze), presentato a Roma.

Il costo annuale diretto delle dipendenze da stupefacenti e alcol ammonta a 7,8 miliardi di euro, con costi indiretti che portano il totale a 8 miliardi. Considerando anche il valore del mercato delle droghe (16,2 miliardi), l’impatto economico complessivo è di 24,2 miliardi, pari all’1,2% del PIL italiano. In media il personale infermieristico è circa un terzo dell’organico (28,5%), seguito da quello medico (20,9%); gli psicologi rappresentano il 17,6% di tutto il personale, gli assistenti sociali il 14,9%, gli educatori professionali il 9,6%, il personale amministrativo il 3,9%, e il restante 4,7% altre figure professionali. Nel Nord-Ovest si riscontra in media una quota di medici e infermieri inferiore alla media nazionale, e una superiore di educatori professionali, assistenti sociali e amministrativi. Nel Centro e Mezzogiorno si osserva una quota di medici ed infermieri superiore alla media nazionale, e inferiore degli educatori professionali e agli amministrativi. Per i SerD, Calabria, Sardegna, Sicilia e Abruzzo sono le Regioni con la maggior quota di personale medico (27,4%, 25,2%, 24,6% e 24,6% rispettivamente). In Friuli-Venezia Giulia il personale infermieristico è quasi la metà di tutto l’organico (49,0%), seguono Molise, Liguria e Lazio (44,2%, 42,5%, 42,4%); all’estremo opposto la P.A. di Trento, la P.A. di Bolzano e il Piemonte, dove gli infermieri sono il 21,9%, il 26,3% e il 28,1% di tutto il personale dedicato.

Investimenti nei servizi e azioni per migliorare l’aderenza alle terapie, si legge nel rapporto, potrebbero generare significativi risparmi: ogni euro speso per interventi sociosanitari ne fa risparmiare quattro. Un maggiore ricorso a misure alternative alla detenzione potrebbe ridurre i costi giudiziari di 45,7 milioni di euro per ogni punto percentuale di detenuti in meno. Anche campagne di prevenzione per l’alcolismo potrebbero portare a un risparmio annuo stimato in 19 milioni di euro.

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