Senza una nuova stagione di collaborazione tra Governo e Regioni e di monitoraggio dei livelli essenziali di assistenza, diseguaglianze tra regioni e viaggi della speranza in cerca di cure continueranno, «e il CAP di residenza delle persone condizionerà il diritto alla tutela della salute». Parola di Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe che ha monitorato dieci anni di andamento delle regioni in tema di rispetto della griglia dei LEA
Altro che autonomia differenziata, senza una nuova stagione di collaborazione tra governo e regioni e di monitoraggio dei livelli essenziali di assistenza, diseguaglianze tra regioni e viaggi della speranza in cerca di cure continueranno, «e il CAP di residenza delle persone condizionerà il diritto alla tutela della salute». Parola di Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe che ha monitorato dieci anni di andamento delle regioni in tema di rispetto della griglia dei LEA, confermando l’esistenza di una “questione meridionale”. I LEA sono le prestazioni che il SSN eroga gratis o tramite il pagamento di un ticket, l’analisi è relativa al decennio 2010-2019. Premessa: nel 2019 l’ultimo monitoraggio del Ministero della Salute dava 19 regioni adempienti con Veneto e Toscana in testa, e delle adempienti 10 erano ben performanti con punteggio sopra i 200 rispetto alla media richiesta di 160 punti. Solo Calabria e Sardegna erano sotto i 150 punti (la Sardegna appena 111, e non manda alcuni dati obbligatori di flusso insieme a Bolzano che anch’essa a fondo classifica). Ma nel 2020, complice il Covid, la tendenza peggiora. Da notare che le regioni con punteggio più basso vanno in piano di rientro, e la Calabria è stata oggetto di una legge ad hoc, ma il “castigo” non spetta alle regioni a statuto speciale, Sicilia esclusa; e sempre da notare che nel 2019 si conferma come in caso di lieve crisi vadano in apnea soprattutto le regioni in piano di rientro, pur essendo “telecomandate” dal Centro.
E tra il 2010 ed il 2019 com’è andata? A differenza del Ministero, Gimbe non considera l’adempimento annuale delle singole regioni in rapporto al livello delle performance mediamente richieste nel Paese, ma calcola “percentuali di adempimento” nei 10 anni rapportando il punteggio totale ottenuto da ciascuna delle 21 regioni e province autonome (alcune si sono aggiunte via via) e il punteggio massimo di 2.250 raggiungibile. In testa alla classifica si posiziona l’Emilia-Romagna con il 93,4% di adempimento, e in coda con il 56,3% la Sardegna, esclusa dal monitoraggio LEA. Benissimo anche la Toscana con il 91,3%, e a ruota il Veneto (89,1%), ed il Piemonte (87,6%). La Lombardia è al 5° posto con l’87,4% di adempimenti, tallonata dall’Umbria con l’85,9%, dalle Marche con l’84,1 –prime due regioni del Centro– e dalla Liguria con l’82,8%. Seguono, Friuli VG (81,5%) e Provincia di Trento (78,8%). Agli ultimi 6 posti, oltre alla Sardegna, Provincia autonoma di Bolzano (57,6%), Campania (58,2%), Calabria (59,9%), Valle d’Aosta (63,8%) e Puglia (67,5%). Nella prima metà della classifica dunque non c’è nessuna regione del Sud. Ma cosa significa che tra 2010 e 2019 la percentuale cumulativa totale di adempimento delle Regioni è del 75,7% (con un range tra Regioni tra 56,3% e93,4%)? Semplice: circa il 24,3% delle risorse assegnate sul Fondo Sanitario in quei 10 anni non ha prodotto servizi per i cittadini, con un range che varia dal 6,6% dell’Emilia Romagna al 43,7 della Sardegna. Tra le Regioni a statuto speciale, Friuli Venezia-Giulia e Provincia di Trento raggiungono percentuali di adempimento da metà classifica; Valle D’Aosta, Provincia di Bolzano e Sardegna registrano le performance peggiori. Certo, la percentuale cumulativa di adempimento LEA annuale è salita dal 64,1% del 2010 all’82,6% del ‘19, ma il miglioramento è in parte sovrastimato perché la Griglia LEA negli anni ha mantenuto gli stessi indicatori.
Dal 1° gennaio 2020 la Griglia è stata sostituita dal Nuovo Sistema di Garanzia (NSG), sottoinsieme di 22 indicatori definiti CORE. Non è però ancora disponibile il report adempimenti LEA 2020. Gimbe ha analizzato dunque i risultati della sperimentazione 2019. Il NSG considera adempienti le Regioni che raggiungono la sufficienza su tre aree di assistenza: prevenzione, distrettuale ed ospedaliera. Risulta che la Calabria non raggiunge il punteggio minimo in nessuna delle tre aree; Bolzano lo raggiunge in due aree e Valle d’Aosta, Molise, Basilicata e Sicilia in una. Sommando i punteggi ottenuti nelle tre aree emerge una classifica simile a quella della Griglia LEA, con l’Emilia Romagna in testa. Al momento, conclude Cartabellotta, la situazione «stride con i princìpi di equità e universalismo del Servizio sanitario nazionale, ribaditi di recente dal Ministro Schillaci secondo cui è “prioritario il superamento delle diseguaglianze territoriali nell’offerta sanitaria” affinché “tutti i cittadini abbiano le stesse opportunità, indipendentemente da dove sono nati o risiedono e dal loro reddito”». Il Report dell’Osservatorio GIMBE “è al link: www.gimbe.org/LEA_2010-2019
Se l'articolo ti è piaciuto rimani in contatto con noi sui nostri canali social seguendoci su:
Oppure rimani sempre aggiornato in ambito farmaceutico iscrivendoti alla nostra newsletter!
POTREBBERO INTERESSARTI ANCHE
15/10/2024
Dalla diagnosi precoce, “che presto si potrà eseguire con un prelievo plasmatico”, alle possibilità terapeutiche “di cui alcune già arrivate negli Usa e in altri paesi”, a livello di...
15/10/2024
Lo ha sottolineato il direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, nel suo discorso di apertura al World Health Summit 2024, a Berlino
15/10/2024
La Giornata mondiale dell'alimentazione, istituita dalla Fao e celebrata ogni 16 ottobre, avrà quest'anno il titolo "Il diritto al cibo per una vita e un futuro migliori
15/10/2024
Il Chmp dell'Agenzia europea per i medicinali ha espresso parere positivo per l'aggiornamento della scheda tecnica della molecola
©2024 Edra S.p.a | www.edraspa.it | P.iva 08056040960 | Tel. 02/881841 | Sede legale: Via Spadolini, 7 - 20141 Milano (Italy)