Farmaci
24 Gennaio 2024 L''Italia "perde ancora terreno nella spesa sanitaria rispetto ai principali partner Ue (quelli 'originari' ante 1995) ed è sempre minore anche il vantaggio rispetto ai partner più recenti (post 1995): il livello della spesa italiana è distante dalla media Ue del 32%
L''Italia "perde ancora terreno nella spesa sanitaria rispetto ai principali partner Ue (quelli 'originari' ante 1995) ed è sempre minore anche il vantaggio rispetto ai partner più recenti (post 1995): il livello della spesa italiana è distante dalla media Ue del 32%. Per portare la quota di Pil destinata alla sanità sui valori attesi in base alle effettive disponibilità del Paese, ricordando che una parte significativa del Pil non è disponibile perché impegnata per gli interessi sul debito pubblico (sono il 4,3% del Pil contro una media dell'1,8% negli altri paesi), servirebbero 15 miliardi di euro, ma questo lascerebbe un rilevante gap fra la spesa sanitaria italiana e quella dei Paesi europei di confronto; ed anche se in tal modo si eviterebbe di peggiorare ulteriormente il gap con i partner Ue nel breve periodo, il vantaggio sarebbe solo transitorio, qualora il Pil dovesse continuare a crescere meno che nella media degli altri Paesi Ue". Lo evidenzia il Crea, Centro di ricerca riconosciuto da Eurostat, Istat e ministero della Salute, composto da economisti, epidemiologi, ingegneri biomedici, giuristi, statistici, nel suo 19.esimo rapporto, (curato da Federico Spandonaro, Daniela D'Angela, Barbara Polistena e da ricercatori ed esperti) presentato nella sede del Cnel a Roma.
Il report ha analizzato anche la spesa sanitaria. "Quella privata nel 2022 ha raggiunto i 40,1 miliardi, in crescita dello 0,6% medio annuo nell’ultimo quinquennio. Nell'ultimo anno si registra un incremento di circa il 5%. Nel 2022 Trentino-Alto Adige (21,0%) e Lombardia (19,7%) sono le Regioni con la quota più alta di spesa privata intermediata. La Sicilia quella con la quota minore (1%). Il 75,9% delle famiglie italiane sostiene spese per consumi sanitari: la quota è aumentata dell'1,7% nell'ultimo anno - analizza il Crea - Tra le famiglie più abbienti, quelle che ricorrono a spese sanitarie private, superano l'80%; tra quelle meno abbienti non si raggiunge il 60%. In particolare, spendono per la salute le coppie anziane over 75 e le famiglie con tre o più figli. Il 72,7% delle famiglie ha speso per acquistare farmaci, il 37,1% per prestazioni specialistiche e/o ricoveri, il 26,2% per prestazioni diagnostiche, il 23,7% per protesi e ausili, il 21,2% per cure odontoiatriche e il 13,4% per attrezzature sanitarie".
"La sanità si comporta come un bene di lusso e quindi la sua quota sui consumi delle famiglie aumenta al crescere del reddito disponibile - si legge nel report - Sulla base di questa relazione considerando il Pil 'netto' (degli interessi), il punto di 'neutralità' per la spesa sanitaria si può stimare intorno ai 3.150 euro pro-capite, cioè il +8,2% in più di quella attuale; in termini di incidenza sul Pil, tale livello di spesa risulterebbe pari al 10% (contro l'11,5% medio dei Paesi Eu originari) e, quindi, la spesa sanitaria pubblica dovrebbe aumentare sino a raggiungere il 7,2% del Pil. Nel 2023 la spesa pubblica è stata il 6,7% del Pil e le previsioni la danno in discesa nei prossimi anni".
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