Pharma
08 Marzo 2023 Investimenti in sanità, medicina territoriale, sanità digitale, partenariato pubblico e privato. Queste le priorità discusse a Palazzo Farnese dai rappresentanti del Governo, ospitati dall’Ambasciatore Christian Masset e da Club Santé Italie: l’associazione senza scopo di lucro che riunisce le aziende francesi del settore della salute e sanità in Italia
Investimenti in sanità, medicina territoriale, sanità digitale, partenariato pubblico e privato. Queste le priorità discusse a Palazzo Farnese nella sede dell’Ambasciata di Francia in Italia, dai rappresentanti del Governo, ospitati dall’Ambasciatore Christian Masset e da quelli delle aziende di Club Santé Italie: l’associazione senza scopo di lucro che riunisce le aziende francesi del settore della salute e della sanità presenti in Italia.
“Le realtà imprenditoriali che afferiscono al Club sono profondamente radicate nel nostro Paese. Sono aziende d’eccellenza che credono nelle sue grandi potenzialità e ne accrescono la competitività a livello internazionale - ha affermato Marcello Cattani, Presidente di Club Santé Italie, Presidente e Amministratore Delegato di Sanofi per Italia e Malta - Lo spirito con cui apriamo un confronto con i nuovi interlocutori istituzionali è volutamente concreto e costruttivo perché pone al centro temi che sentiamo cruciali per promuovere lo sviluppo e l’innovazione nel settore della salute in Italia e in Europa”.
L’incontro, che ha visto la partecipazione di Valentino Valentini, Viceministro Imprese e Made in Italy, Marcello Gemmato, Sottosegretario alla Salute e di Alessio Butti, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio per l’Innovazione, è stato fortemente voluto dall’Ambasciatore di Francia Christian Masset, in un’ottica di spirito di cooperazione tra i due Paesi e di approccio europeista.
Per essere un interlocutore autorevole nel contesto europeo e promuovere progetti e programmi di azione nell’ambito dell’Unione Europea in materia di salute, l’Italia ha bisogno di passare per un progressivo rifinanziamento del sistema che - pure a fronte degli investimenti previsti – vede oggi un gap di oltre il 20% della spesa pro-capite e un profilo decrescente del rapporto tra spesa pubblica e PIL.
Questo per evitare il rischio, come segnalato dal XVIII Rapporto CREA Sanità di un “universalismo selettivo” e dell’aumento del divario tra nord e sud.
A questo si aggiunge l’importanza, sottolineata dalle aziende di Club Santé Italie, di investire sulla competitività del Paese, anche, del fatto che, per esempio, il settore farmaceutico e dei dispositivi medici in Italia è fortemente penalizzato, a causa dell’impatto finanziario derivante dal meccanismo del payback. Misure che andrebbero riviste al fine di rendere il Paese maggiormente attrattivo, anche attraverso la promozione della cooperazione tra pubblico e privato.
La collaborazione e il dialogo tra i diversi stakeholders può stimolare la definizione di standard comuni, favorire l'implementazione del fascicolo sanitario elettronico e promuovere l'efficientamento del Sistema Sanitario Italiano a beneficio dei cittadini e dei professionisti sanitari. Infatti, come delineato anche nella Missione 6 Salute del PNRR, e al rilancio della competitività, sarà possibile rimettere al centro il paziente sempre più anziano e affetto da patologie croniche, per le quali sono necessarie politiche sanitarie globali che promuovano anche l’aderenza terapeutica, i cui impatti sono visibili a livello clinico, organizzativo e di sostenibilità per il SSN. Il Sottosegretario alla Salute Gemmato commenta come sia “importante considerare che la continuità della presa in carico del paziente fra ospedale e territorio passa dalla razionalizzazione dei presidi intermedi e di prossimità e dal necessario coinvolgimento della rete dei medici di medicina generale, dei pediatri di libera scelta e delle farmacie. In tal senso, si inserisce con un ruolo centrale anche la telemedicina".
“L’emergenza pandemica che il nostro Paese ha dovuto affrontare – commenta Butti - ci ha mostrato con chiarezza quanto sia essenziale investire nella sanità. Con la trasformazione digitale abbiamo oggi l’opportunità di aumentare le nostre capacità di prevenzione e reazione, ottimizzare i costi, ma soprattutto garantire ai cittadini un equo accesso ai servizi sanitari. Da Nord a Sud, ovunque essi si trovino. Per la sanità digitale abbiamo stanziato oltre 2 miliardi di euro dal Pnrr. Sarà ora nostro compito procedere in modo deciso, coinvolgendo tutti gli operatori pubblici e privati, assicurando la sicurezza dei dati e favorendo gli incentivi a sostegno dell’innovazione nel campo della sanità”
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