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30 Ottobre 2025

Digital health, Ascione (Eversana): servono regole chiare per telemedicina e terapie digitali

Per Roberto Ascione, presidente Health Innovation di Eversana, l’Italia ha un potenziale unico nella digital health e nella “longevity”


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L’innovazione digitale sta trasformando la medicina da pratica clinica centrata sulla malattia a sistema integrato di prevenzione, monitoraggio e cura. Un’evoluzione che, secondo Roberto Ascione, presidente Health Innovation di Eversana, intervistato da Sanità33, richiede oggi una nuova visione culturale e un adeguamento normativo.



Ascione ha indicato nell’asse “longevity–digital health” una delle frontiere più promettenti della sanità contemporanea. «Non si tratta solo di allungare la vita, ma di aumentare gli anni vissuti in salute — spiega — passando dal concetto di life span a quello di health span. La tecnologia può aiutarci a mantenere più a lungo una buona qualità di vita, attraverso dati, prevenzione e supporto digitale agli stili di vita».

Digital longevity e prevenzione tecnologica

Il paradigma della digital longevity si fonda sull’integrazione di dati clinici, sensori indossabili e piattaforme digitali per promuovere la prevenzione primaria e secondaria. “Oggi disponiamo di enormi quantità di dati biologici e sanitari — ricorda Ascione — che consentono analisi predittive sempre più raffinate e interventi personalizzati. La sfida è utilizzare queste informazioni per prevenire e gestire precocemente malattie croniche e degenerative”.

Italia e modelli internazionali

Nell’intervista, Ascione sottolinea le differenze tra i paesi mediterranei e quelli anglosassoni: “In Italia partiamo da una posizione di vantaggio naturale, grazie a fattori come dieta, qualità del sonno e stile di vita. Tuttavia, in Paesi come Stati Uniti o Regno Unito la tecnologia è già integrata nei sistemi assicurativi e di welfare, con meccanismi di premialità per i comportamenti salutari. Credo che anche in Italia, tra il 2026 e il 2027, vedremo i primi prodotti assicurativi innovativi collegati alla salute digitale e al corporate welfare”.

Telemedicina e hybrid care

Sul fronte regolatorio, Ascione riconosce i progressi compiuti dopo la pandemia, ma evidenzia la necessità di un quadro normativo più completo. “Abbiamo molto di più rispetto al periodo pre-Covid, ma non ancora abbastanza. Servono regole chiare per i servizi di telemedicina avanzata e per la gestione ibrida del paziente. È necessario definire come gestire la prescrizione a distanza, la distribuzione dei farmaci e la remunerazione delle prestazioni digitali”.

L’esperto individua due aree prioritarie:

  1. la definizione normativa dei servizi di hybrid care, per permettere la presa in carico a domicilio;
  2. il riconoscimento e la rimborsabilità delle Digital Therapeutics (DTx), sul modello tedesco (DiGA) e francese (PECAN).

“In Germania e Francia — osserva — le terapie digitali sono già considerate dispositivi medici prescrivibili e rimborsati. In Italia è necessario completare il disegno di legge sulle DTx, allineandolo agli standard europei. Sarebbe un passo decisivo per integrare pienamente queste soluzioni nel Servizio sanitario nazionale”.

Terapie digitali e sostenibilità

Ascione sottolinea come la combinazione di Digital Therapeutics e telemedicina avanzata possa rappresentare «una risposta potente alla gestione domiciliare, alla riduzione delle liste d’attesa e alla presa in carico delle cronicità».
Queste tecnologie, aggiunge, possono estendere l’assistenza anche a condizioni lievi o moderate – come insonnia, ipertensione iniziale o sovrappeso – che oggi il SSN non riesce a seguire in modo sistematico.

Dalla cura al percorso terapeutico digitale

Per Ascione, la trasformazione riguarda anche l’industria farmaceutica: “Il futuro del farmaco è sempre più nella gestione integrata del percorso terapeutico. I cosiddetti digital companion — software o app che accompagnano il farmaco — migliorano l’aderenza, raccolgono dati dal mondo reale (real world data) e consentono una valutazione continua dell’efficacia”.

L’integrazione tra farmaci e software è però complessa: “Nel farmaco cerchiamo stabilità, nel software continuo aggiornamento. Sono due mondi diversi che devono imparare a dialogare”.
Ascione prevede che “in pochi anni ogni terapia potrà avere un proprio companion digitale” e che la competizione si allargherà anche a nuovi attori: “Anche le big tech stanno entrando in quest’area. Sarà interessante capire se saranno più performanti le aziende farmaceutiche che si digitalizzano o le aziende tecnologiche che entrano nella salute”.

Frontiers Health e l’agenda per il futuro

In vista del decennale di Frontiers Health, che si terrà a Berlino, Ascione annuncia una riflessione collettiva sul percorso dell’innovazione in sanità. “Presenteremo il progetto 10x10 Vision, che sintetizzerà le lezioni apprese negli ultimi dieci anni e definirà le priorità per i prossimi. L’obiettivo è costruire un’agenda di azioni concrete per i prossimi due, cinque e dieci anni”.

L’innovazione, conclude Ascione, non riguarda solo le tecnologie ma anche l’organizzazione della cura: «La sanità del futuro sarà ibrida, integrata e collaborativa, con il paziente al centro e il digitale come strumento di sostenibilità. Per l’Italia, che ha un sistema universalistico e una popolazione tra le più longeve al mondo, questo è un terreno ideale per diventare un laboratorio europeo di salute e longevity».

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