Governo e Parlamento
10 Marzo 2023 Il Senato ha dato il via libera al disegno di legge delega sulle politiche per le persone anziane. Il provvedimento va ora alla Camera. Dopo la legge sulla disabilità, approvata nel 2021, l’Italia si avvia a completare una riforma disegnata da una commissione diretta da Monsignor Vincenzo Paglia
Il Senato ha dato il via libera al disegno di legge delega sulle politiche per le persone anziane. Il provvedimento va ora alla Camera. Dopo la legge sulla disabilità, approvata nel 2021, l’Italia si avvia a completare una riforma che, disegnata da una commissione diretta da Monsignor Vincenzo Paglia (Pontificia accademia per la vita), integra sociale e sanitario, rispettive competenze di comuni e regioni/Asl. Tra i motivi: le famiglie non ce la fanno a sostenere 3 mila euro al mese di residenza per non autosufficienti. Sono badanti 451 mila dei 961 mila lavoratori domestici registrati nel 2021, ma si calcola ve ne siano 257 mila non emersi. La legge dovrebbe generare trasparenza, evitare duplicazioni di servizi, e tenere il più possibile le persone anziane a casa loro.
I LEPS – All’articolo 1 si introduce il concetto di livelli essenziali delle prestazioni sociali-LEPS, da assicurare in modo uniforme in tutta Italia per garantire qualità della vita, pari opportunità, prevenzione, e ridurre diseguaglianze. Inoltre, si ribattezzano i distretti Asl come ambiti territoriali sociali-ATS nel cui territorio si garantiscono i servizi agli anziani. E si istituiscono i punti unici di accesso-PUA che nelle Case di comunità effettuano la valutazione multidimensionale sulla non autosufficienza propedeutica all’accesso ai servizi sociali e sociosanitari; sempre nella CdC si predispongono i progetti individuali di assistenza integrata-PAI. Le politiche del governo (art 2) devono promuovere il valore di ogni fase della vita, indipendentemente dall'età e dalla presenza di problemi di autonomia, e la partecipazione alla vita sociale dell’anziano; devono contrastarne la solitudine dovunque viva, riconoscerne il diritto alla continuità di vita e cure a casa ed alla somministrazione di cure palliative a casa ed in hospice. Si parla inoltre di promozione dell'attività fisica sportiva; riconoscimento di specifici bisogni di assistenza di anziani con pregressa disabilità; interoperabilità dei sistemi informativi di enti ed amministrazioni competenti.
Il CIPA - Alla Presidenza del Consiglio nasce il Comitato interministeriale per le politiche in favore della popolazione anziana-CIPA che, diretto dal premier e composto dai ministri di Economia, Lavoro, Salute, Famiglia, Disabilità, Sport ed Affari Regionali coordina le politiche nazionali di presa in carico delle fragilità e non autosufficienza e ogni 3 anni adotta con le Regioni un Piano nazionale per l'invecchiamento attivo, l'inclusione sociale e la prevenzione delle fragilità ed un Piano nazionale per l'assistenza e la cura della fragilità e della non autosufficienza, da aggiornare ogni anno. Le regioni e i Comuni adottano corrispondenti Piani; il CIPA inoltre armonizza i LEPS e promuove l’integrazione dei servizi informatici di Inps, Asl, comuni ed altri enti erogatori di servizi.
I PUA - Sempre al comma 2 si introduce la valutazione multidimensionale della persona anziana presso i punti unici di accesso in casa di comunità, e si stima una spesa da 50 milioni di euro annui da quest’anno per assumere assistenti sociali, psicologi, educatori, in tutto 585 unità dal costo di 40 mila euro a nuovo ingresso. Per prevenire le fragilità over 80 e pazienti cronici potranno accedere a periodiche valutazioni multidimensionali per le quali si parla di cadenza annuale.
Decreti attuativi – Da adottare per gennaio 2024 (articolo 4), dovranno promuovere la dignità e l'autonomia, l'invecchiamento attivo e la prevenzione della fragilità. Sarà promosso l'impegno di anziani in attività di volontariato e tutoraggio e cura di altre fasce di età, ma si parla anche di investimenti sulla mobilità in città e fuori, di riuso del patrimonio edilizio per progetti di senior co-housing e di co-housing intergenerazionale, di azioni di alfabetizzazione informatica, di percorsi di attività sportiva e turistici. Tra gli studenti delle scuole secondarie ed universitari matureranno crediti scolastici e CFU le esperienze di volontariato in strutture residenziali o semiresidenziali. Nell’emanare i decreti il Governo dovrà circoscrivere la popolazione anziana non autosufficiente tenendo conto di età anagrafica, fragilità, eventuale disabilità pregressa secondo classificazione ICF OMS, e dovrà definire il Sistema nazionale informatico-SNAA, programmando interventi e servizi statali e territoriali, e poi monitorandoli. Le procedure di accertamento e valutazione della condizione di anziano non autosufficiente saranno poste in capo ad un solo soggetto e sarà promossa una valutazione multidimensionale standard nazionale. Sarà inoltre previsto un budget di cura e assistenza che assomma i valori delle prestazioni indicate nel PAI. Altri decreti legislativi entro gennaio 2024 disegneranno i servizi di long term care per le persone anziane ed anziane non autosufficienti. Tra queste ultime, ove la scegliessero, sarà introdotta una prestazione universale graduata secondo bisogno assistenziale che assorbirà l'indennità di accompagnamento.
Oneri – Si parte dalle dotazioni statali: il Fondo per le non autosufficienze (legge 296/06) da 865,3 milioni di euro per il 2023, 913,6 milioni per il 2024 e 962,3 milioni per il 2025; il Fondo nazionale politiche sociali (legge n. 328/2000) da 391 milioni di euro annui per ciascuno degli anni 2023-25; il Fondo per la lotta alla povertà e all'esclusione sociale (legge n. 208/15) da 620 milioni di euro annui per ciascuno degli anni 2023-25; il Fondo per il sostegno del ruolo di cura e di assistenza del caregiver familiare (legge 205/17) da 28,5 milioni di euro annui per ciascun anno del triennio 2023-25; il Fondo per le politiche della famiglia L 296/06, da 104 milioni di euro annui per ciascun anno del triennio 2023-25. A ciò vanno aggiunte le risorse del PNRR per il sostegno alle persone vulnerabili in missione 5 (373,5 milioni di euro complessivi), e quelle da “pescare” nella missione 6 tra i fondi per Cdc, domiciliarità, telemedicina. Ci sono poi risorse dal Programma nazionale “Inclusione e lotta alla povertà ” della programmazione 2021-27, stimate, solo per l’assistenza domiciliare, in 150 milioni per il ‘23, 200 milioni per il ‘24 e 250 milioni dal ‘25. Ad esse si uniranno i fondi che le Regioni destinano ai Comuni. E poi la spesa sociale dei singoli comuni.
Di acronimi, parole e proclami ne abbiamo sentiti fin troppi! C'è una antica legge che per troppo tempo è stata disattesa: la guerra non si fa senza soldati!!! L'assistenza ai non autosufficienti non può prescindere dalla congruità del personale assistenziale. Investimenti nelle risorse, soprattutto umane, in Sanità sono le uniche strade percorribili se non si vuole continuare a incorrere in proclami vuoti. Nè è da dimenticare la necessità della verifica puntuale e rigorosa (incluse pungenti sanzioni per uno scorretto uso amministrativo delle risorse assegnate!) del reale destino degli investimenti dedicati, onde evitare che essi si perdano in mille rivoli collaterali che nulla hanno a che fare con il fine per cui sono stati istituiti!
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