Governo e Parlamento
27 Gennaio 2023Il timore di un 'Armageddon' per il Servizio sanitario nazionale "è più di una semplice possibilità". L''Apocalisse' del Ssn è un rischio sempre più vicino per la Società italiana d'igiene, medicina preventiva e sanità pubblica che, ribadendo la propria disponibilità quale interlocutore per instaurare una collaborazione con il Governo
Il timore di un 'Armageddon' per il Servizio sanitario nazionale "è più di una semplice possibilità". L''Apocalisse' del Ssn è un rischio "sempre più vicino" per la Società italiana d'igiene, medicina preventiva e sanità pubblica (Siti) che, ribadendo la propria disponibilità quale "interlocutore per instaurare una collaborazione con il Governo", esorta ad aumentare e ottimizzare le risorse per la sanità.
"A invarianza di azioni, un'Apocalisse del sistema è quasi una certezza - avverte Roberta Siliquini, presidente della Siti - È necessario quindi mettere in atto al più presto correttivi di breve, ma anche di medio-lungo termine: servono risorse e programmazione che tengano conto non solo del desolante stato dell'arte, ma anche dei bisogni di salute futuri che non potranno che aumentare, dato l'invecchiamento costante della popolazione e il mancato investimento nella prevenzione. Diversamente - ammonisce - lo scotto che pagheremo sarà troppo alto per poter essere sottaciuto. Assisteremo a un ridimensionamento di quei valori che sono alla base del nostro Ssn: universalismo, equità, territorialità e globalità".
"Carenza di professionisti sanitari, strutture e tecnologie spesso obsolete, piattaforme informatiche che non colloquiano tra loro, scarsa attenzione al territorio e alla prevenzione, limitati investimenti: sono solo alcuni dei problemi che affliggono i nostri servizi - analizza Siliquini - rendendo spesso vana la qualità eccellente e la dedizione di chi lavora all'interno del servizio pubblico. Di conseguenza, sempre più cittadini lo abbandonano, sottoscrivendo un'assicurazione sanitaria e rivolgendosi a cliniche e ospedali privati". Un trend testimoniato dall'aumento della spesa out of pocket che nel 2021, secondo i dati della Ragioneria di Stato, ha superato i 37 miliardi di euro, ricorda la Siti. "Questo sistema, però - evidenziano gli igienisti - non garantisce equità nell'accesso alle cure, essendo riservato solo a chi può permettersi di sostenere tali spese".
In Italia "gli investimenti sulla sanità sono tra i più bassi nei Paesi Ocse - rimarca la Siti - Dopo il picco della spesa emergenziale degli anni 2020 e 2021, a causa della pandemia da Covid-19, assistiamo a un ridimensionamento della crescita della spesa sanitaria fino a un suo contenimento che, secondo le stime, proseguirà fino al 2024 (previsto un 6,3% del Pil). Il personale sanitario attivo nel Ssn ha, almeno nel 50% dei casi, più di 55 anni: la percentuale più alta d'Europa, superiore di oltre 16 punti alla media Ocse, secondo dati degli Ordini dei medici. L'aumento delle borse di specializzazione porterà negli anni a venire a una riduzione dell'età media del personale medico, ma in maniera diseguale. Bisogna infatti considerare che molte borse non sono state assegnate, soprattutto per quelle specializzazioni che espongono maggiormente i medici a carichi di lavoro eccessivi e al rischio di contenziosi legali".
Gli igienisti richiamano dunque l'attenzione sulle "inconfutabili problematiche che insidiano la tenuta del Ssn", e si propongono come "interlocutori per instaurare una collaborazione con il Governo al fine di definire un incremento e un'ottimizzazione delle risorse destinate alla sanità. Ciò richiede una governance forte, un uso efficiente delle risorse stesse e una migliore programmazione dei servizi. È importante che tutte le parti interessate siano coinvolte - conclude la Siti - al fine di garantire che il Ssn rimanga in vita e sia in grado di fornire servizi sanitari di qualità a tutti i cittadini".
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