Diabete
20 Marzo 2025Le interviste ai principali esponenti intervenuti agli Stati Generali del Diabete 2025 per un confronto tra istituzioni, società scientifiche, associazioni di pazienti e aziende del settore. Tra i temi al centro del dibattito spicca il DM77
Le principali sfide per la gestione del diabete in Italia e le proposte per migliorare l’assistenza ai circa 4 milioni di italiani affetti da questa patologia. Queste sono alcune delle priorità individuate agli Stati Generali del Diabete 2025, un appuntamento fondamentale per il confronto tra istituzioni, società scientifiche, associazioni di pazienti e aziende del settore, promosso dalla Federazione delle Società Diabetologiche Italiane (FeSDI) e dall’Intergruppo parlamentare Obesità, diabete e malattie croniche non trasmissibili. Tra i temi al centro del dibattito spicca il DM77, il nuovo modello di assistenza territoriale inserito nella Missione 6 del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). A parlarne nel dettaglio è stato Alessio Nardini, Direttore dell’Unità di missione per l’attuazione degli interventi del PNRR del Ministero della Salute, che, a margine dell’evento ai microfoni di Sanità33, ha evidenziato lo stato di avanzamento della riforma. Il DM77 rappresenta uno dei pilastri fondamentali per l'attuazione del PNRR in ambito sanitario, volto a potenziare l’assistenza territoriale e la prossimità delle cure. Secondo Nardini, la riforma sta procedendo con la realizzazione delle infrastrutture necessarie per trasformare radicalmente la sanità territoriale. "Contiamo di chiudere tutti gli obiettivi a giugno 2026", ha dichiarato, ricordando che a dicembre 2024 è stata completata la realizzazione delle centrali operative e che i cantieri stanno procedendo regolarmente, malgrado le fisiologiche criticità di un piano di investimento così ambizioso.
Gli Stati Generali del Diabete 2025 hanno messo in evidenza il ruolo della telemedicina nell’assistenza ai pazienti diabetici. Francesco Gabbrielli, responsabile Ricerca e sviluppo sull'attività clinica in telemedicina presso Agenas, ha sottolineato l’importanza di questa tecnologia per migliorare la qualità della vita dei pazienti e facilitare il lavoro dei professionisti sanitari. "È una risorsa importantissima sia per facilitare la vita dei pazienti che hanno un diabete già conclamato sia per fare prevenzione in maniera nuova ed efficace", ha dichiarato Gabbrielli. La telemedicina permette di raccogliere e trasferire dati clinici in tempo reale, consentendo ai medici di monitorare costantemente l’evoluzione della malattia e l’efficacia delle terapie. Questo approccio si rivela fondamentale non solo per la gestione del diabete, ma anche per la prevenzione delle sue complicanze e per il trattamento di pazienti con più malattie croniche. Un aspetto cruciale della telemedicina è la necessità di un coordinamento uniforme su tutto il territorio nazionale. "I dati devono essere interoperabili, ovvero leggibili da qualsiasi macchina del Servizio Sanitario Nazionale", ha spiegato Gabbrielli. A tal fine, Agenas sta lavorando alla realizzazione della piattaforma nazionale di telemedicina, che sarà integrata con il Fascicolo Sanitario Elettronico per creare un ecosistema digitale in grado di migliorare la gestione della salute dei pazienti diabetici.
Nel corso dell’evento è stato presentato il documento “Le proposte di policy per una nuova diabetologia”, un Policy Paper rivolto alle istituzioni con le priorità su cui intervenire per il contrasto al diabete nel nostro Paese. I lavori dell’evento hanno visto un focus su quattro temi principali, ovvero: il DM77 (assistenza specialistica, prossimità, aree interne, territorio, PNRR, LEA); il diabete tipo 1 (screening, strategie per la prevenzione, ottimizzazione dell’assistenza, tutela della persona in soggetti con diabete in età evolutiva); reti interdisciplinari e presa in carico delle comorbidità; accesso ai trattamenti, all’innovazione e alla digitalizzazione. “Abbiamo raccolto in un breve documento programmatico le azioni essenziali per dare un nuovo impulso alla gestione del diabete in Italia, ma serve, innanzitutto, un cambio di paradigma. Data la complessità della multi-cronicità, condizione tipica della persona con diabete, è necessario passare da un approccio centrato sulla malattia (disease management) a un modello di gestione della salute (health management)”, dichiara Raffaella Buzzetti, Presidente FeSDI e della Società Italiana di Diabetologia SID.
“Solo il 30% delle persone con diabete ha accesso a cure specialistiche, cruciali per accedere all’innovazione terapeutica”, spiega Riccardo Candido, Presidente AMD. “Le strutture diabetologiche ben strutturate, con team multiprofessionali di infermieri, dietisti, psicologi e podologi, coadiuvati dal diabetologo, sono ancora poche sul territorio nazionale. E anche laddove presenti, non sempre riescono a garantire adeguati volumi di assistenza. È carente l’integrazione con la medicina generale e con gli altri specialisti, con conseguenti peggiori esiti di salute e crescita delle complicanze. Gli Stati Generali sul Diabete rappresentano una preziosa occasione per affrontare questi problemi insieme a interlocutori chiave, individuando una strategia comune per portare il diabete al vertice dell’agenda politica del nostro Paese”.
“Come Intergruppo parlamentare siamo fortemente impegnati, anche attraverso l’impulso legislativo, rispetto all’emergenza che oggi il diabete rappresenta per il nostro sistema sanitario”, dichiara la Sen. Daniela Sbrollini, Co-Presidente Intergruppo Parlamentare Obesità, diabete e malattie croniche non trasmissibili e Vicepresidente della X Commissione Affari sociali, sanità, lavoro e previdenza sociale del Senato.
Manuela Bertaggia, Vicepresidente FAND, ha posto l’accento sull’importanza della prevenzione, soprattutto per il diabete di tipo 2. "La prevenzione del diabete tipo 2 è fondamentale per arrivare alla diagnosi nel momento migliore, prima che si manifestino complicanze", ha dichiarato. La strategia preventiva si basa sulla promozione di corretti stili di vita, come un’alimentazione sana e un’adeguata attività fisica. Le associazioni di pazienti svolgono un ruolo chiave in questo ambito, organizzando iniziative come gruppi di cammino e attività sportive per incentivare le persone a muoversi e a contrastare l’isolamento sociale, che può favorire abitudini sedentarie e l’insorgenza di malattie metaboliche. Un altro punto cruciale riguarda la prevenzione del diabete di tipo 1, per il quale nel 2023 è stata approvata una legge sullo screening. Secondo Bertaggia, è necessario investire in materiali informativi e campagne educative, anche nelle scuole, per sensibilizzare sia i bambini che le loro famiglie. "Educando i piccoli, si arriva ai genitori e ai nonni, aiutando a prevenire una malattia che spesso ha una componente ereditaria", ha sottolineato.
Anna Capasso
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