Disforia di genere
11 Settembre 2024Torna a riunirsi ad ottobre il Tavolo tecnico di approfondimento in materia di trattamento della disforia di genere che vede coinvolti il ministero della Salute e Famiglia, natalità e pari opportunità
Torna a riunirsi ad ottobre il Tavolo tecnico di approfondimento in materia di trattamento della disforia di genere che vede coinvolti il ministero della Salute e Famiglia, natalità e pari opportunità. E' quanto apprende l'Adnkronos Salute. Il tavolo, previsto da un decreto ministeriale firmato da Orazio Schillaci (Salute) ed Eugenia Roccella (Famiglia), è nato a maggio sulla scia delle polemiche dopo il caso disforia di genere e l'uso del farmaco triptorelina nel percorso di assistenza ai pazienti minori dell'ospedale Careggi di Firenze. Oggi in Commissione Affari sociali della Camera saranno discusse 6 risoluzioni proprio sulla disforia di genere. Sulla questione disforia e l'uso del farmaco c'è un dibattito aperto anche in altri Paesi come nel Regno Unito, dove è stata stoppata la somministrazione di bloccanti della pubertà nell'ambito del Servizio sanitario nazionale.
Le risoluzioni in discussione
La risoluzione presentata da Simona Loizzo (Lega) impegna il Governo "a accelerare i processi di elaborazione delle linee guida nazionali sulla disforia di genere, compreso l'uso del farmaco triptorelina, alla luce delle più recenti evidenze scientifiche, discutendole ed elaborandole nell'ambito del tavolo già attivato dal ministero della Salute e dal ministero per la Famiglia, per la natalità e le pari opportunità, previo confronto tra società scientifiche, Iss e Aifa ed analisi dei dati sanitari, e dei percorsi diagnostici terapeutici assistenziali elaborati dai centri italiani specializzati in disforia di genere". La risoluzione presentata da Luana Zanella (Avs) impegna il Governo "a definire in tempi rapidi linee guida su disforia o difformità di genere, attraverso l'apporto di équipe multiprofessionale e multidisciplinare; e a prevedere periodici aggiornamenti, una volta emanate, delle linee guida in materia di disforia o difformità di genere e il monitoraggio dei centri accreditati allo scopo". Quella presentata da Gilda Sportiello (M5S) "ad adottare iniziative per porre fine, con ogni strumento utile, alla perdurante disinformazione, conseguente all'ispezione all'ospedale Careggi, sull'impiego del medicinale triptorelina tenendo conto dell'intervento ampiamente chiarificatore delle più importanti società scientifiche che, a gran voce, hanno stigmatizzato la diffusa disinformazione e sottolineato come 'la triptorelina sia un farmaco salva-vita nei giovanissimi transgender e gender, prescritto solo dopo attenta valutazione multiprofessionale, il cui scopo non è né castrare chimicamente e definitivamente, né modificare orientamento e identità sessuale, ma dare tempo ai giovani sofferenti e alle famiglie di fare scelte ponderate e mature, impedendo stigma sociale, autolesionismi e suicidi'".
La risoluzione presentata da Stefano Benigni (Forza Italia) chiede al Governo "di intraprendere ogni iniziativa utile volta ad accertare che i percorsi di presa in carico e gestione di pazienti minori con disforia di genere avvengano nel totale rispetto di quanto stabilito nella determina Aifa in materia e in ottemperanza alle azioni di miglioramento suggerite dal ministero della Salute, prevedendo una attenta e approfondita fase di elaborazione e riflessione, assistita, soprattutto per i soggetti in fase puberale e minori, al fine di giungere ad una scelta matura e non predeterminata, soprattutto non condizionata da questioni ideologiche". La risoluzione presentata da Maddalena Morgante (Fratelli d'Italia) impegna il Governo "a definire, quanto prima, linee guida nazionali su disforia o difformità di genere, attraverso l'apporto di équipe multiprofessionale e multidisciplinare, alla luce delle più recenti evidenze scientifiche, tra cui quelle menzionate, con particolare attenzione anche alle problematiche bioetiche emerse". Infine il documento di Marco Furfaro (Pd) impegna il Governo "a promuovere e potenziare la diffusione, in tutto il territorio nazionale, di servizi, pubblici e convenzionati con il Servizio sanitario nazionale per l'accompagnamento dei percorsi di affermazione dell'identità di genere, assicurandone anche il coordinamento in rete, aventi le caratteristiche e operanti secondo i criteri enunciati in premessa; e ad adottare iniziative di competenza volte a rendere le politiche sanitarie - a partire da quelle di prevenzione - concretamente inclusive nei confronti delle persone trans e delle loro specifiche necessità, secondo quanto enunciato in premessa".
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