Governo e Parlamento
06 Settembre 2024Una riforma, per prendere il reale avvio, ha bisogno del lavoro sinergico di tutti gli attori interessati. In una giornata di studi a Roma, le professioni sanitarie chiamate a attuare la legge 33 del 2023 si dicono pronte a fare la loro parte presentando un position paper
Una riforma, per prendere il reale avvio, ha bisogno del lavoro sinergico di tutti gli attori interessati. Non fa eccezione la legge 33 approvata nel 2023 che ha l’obiettivo di rimodulare l’offerta sociosanitaria delle persone anziane e non autosufficienti. Alla sua applicazione e, in particolare al coinvolgimento dei professionisti chiamati a svolgere un ruolo fondamentale, è stata dedicata una giornata di studi, su iniziativa del senatore Francesco Zaffini, presidente della X Commissione permanente (Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale), presso la sala Capitolare del Chiostro del Convento di Santa Maria sopra Minerva a Roma.
Una sinergia che impegna tutti
È la stessa legge a promuovere la sinergia fra i vari professionisti che ruotano intorno alla persona anziana o non autosufficiente, nella consapevolezza che prevenzione e controllo delle fragilità siano sempre più necessarie per una popolazione che cambia. E anche il potenziamento dei servizi domiciliari rappresenta una ulteriore priorità, in un’ottica in cui le professioni sanitarie, tecniche e della riabilitazione si integrano nei percorsi di presa in carico. Sulla necessità di coinvolgere varie parti del sistema, è intervenuta Maria Teresa Bellucci, viceministro di Lavoro e Politiche Sociali, fra i relatori dell’evento. “Nessuno – spiega – basta da solo e il governo non sarebbe stato in grado di fare da solo questa riforma. Le professioni sanitarie – continua – hanno un ruolo strategico insieme alle personalità di carattere sociale”. Bellucci ricorda inoltre il recente avvio del fascicolo sociale e lavorativo del cittadino, uno strumento utile per avere un quadro completo dei servizi che vengono offerti alla persona e “di cui – ha ricordato – si parlava da venti anni ma non era mai stato fatto”.
Un Paese diverso e più amico della vecchiaia
Si stima che in Italia siano 14 milioni gli anziani ma, “li curiamo male e spesso li lasciamo soli, in una solitudine disperante o diamo risposte frammentate e a volte inconcludenti”, osserva Leonardo Palombi, segretario della Commissione per l’attuazione della riforma dell’assistenza sanitaria e sociosanitaria della popolazione anziana del ministero della Salute, istituita nel 2020 e dalla quale è scaturita la “Carta dei diritti degli anziani e dei doveri della Comunità”. “Il lavoro – spiega Palombi – che verrà portato avanti con l’applicazione della riforma vuole impedire alle persone anziane di essere estromesse dalla vita della società. Per farlo, è necessario, secondo il professor Palombi, ricevere l’aiuto di istituzioni e professioni sanitarie: “Sarete – afferma, rivolto ai rappresentanti delle professioni intervenuti – tutti coinvolti nelle sperimentazioni, per elaborare un modello nuovo che renda sostenibile l’uso dell’ospedale e sognare insieme un Paese diverso e più amico della vecchiaia”.
Patrimonio comune
“Gli anziani sono un patrimonio di tutti e tutti devono prendersene cura”, afferma monsignor Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia università per la vita e presidente della Commissione per l’attuazione della riforma dell’assistenza sanitaria e sociosanitaria della popolazione anziana del ministero della Salute. “La legge – continua – dà all’Italia un primato straordinario che a mio avviso richiede in questo tempo una accelerazione. Il rischio che la legge resti una splendida legge negli archivi non è aleatorio. La cura che tutti dobbiamo prenderci degli anziani, da parte di tutta la società, è il cuore di quello che vorremmo fare. In tante parti di Italia – aggiunge – tocco con mano la gioia degli anziani che finalmente si sentono in qualche modo amati”. Per monsignor Paglia, l’alleanza fra gli attori, compresi i professionisti sanitari, è indispensabile. “Dobbiamo partire da oggi – commenta – per un nuovo salto perché questa legge possa rappresentare una buona notizia per tutti noi vecchi. È vero che non abbiamo molti fondi, ma quelli che abbiamo sono sufficienti”. Per ultimo, Paglia rammenta il proprio impegno per far conoscere la “Carta dei diritti degli anziani e dei doveri della Comunità” anche all’Organizzazione mondiale della sanità.
Appello raccolto dalle professioni sanitarie
Durante l’evento è stato presentato un Position Paper, frutto della collaborazione fra Federazione nazionale degli ordini dei tecnici sanitari di radiologia medica e delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione (Fno Tsrm e Pstrp), Associazione italiana ortottisti assistenti in oftalmologia (AIOrAO), Associazione italiana tecnici audiometristi (Aita), Federazione nazionale ordine fisioterapisti (Fofi), Unione nazionale chinesiologi (Unc), Associazione italiana di fisioterapia (Aifi), Associazione dottori in scienze motorie (Dmsa) e il Comitato italiano scienze motorie (Cism).
“Preparando questo documento siamo riusciti a mettere in campo multidisciplinarità, visione olistica ed integrazione”, commenta Paolo Petralia, vicepresidente vicario della Federazione italiana delle aziende sanitarie ospedaliere (Fiaso). “Il Position Paper – continua – è frutto di una maturazione e di un cammino che ancora dovrà continuare nell’ottica multidisciplinare e dell’integrazione”. Chi rilancia la sfida infine è una delle referenti che hanno firmato il documento, Teresa Calandra, presidente nazionale della Fno Tsrm e Pstrp: “L’obiettivo – dice – è attuare iniziative volte a garantire la dignità, l'autonomia, l'inclusione sociale, l'invecchiamento attivo e la prevenzione della fragilità della popolazione anziana, anche con riferimento alla condizione di disabilità. Partendo da questo assunto, sarà determinante la presenza di tutte le professioni sanitarie e sociosanitarie comprese quelle dell’area della prevenzione, dell’area della tecnica, diagnostica e assistenziale, e dell’area della riabilitazione, perché la sfida della complessità richiede multi e interdisciplinarità, pertanto multi e interprofessionalità”.
Sindaci in prima linea
Chiamati a dare un contributo importante per sono i sindaci. “Le risorse per applicare la legge – afferma Roberto Pella, vicepresidente vicario dell’Associazione nazionale dei comuni italiani (Anci) – si stanno trovando. Da parte di noi sindaci, c’è la totale disponibilità dal momento che siamo i principali beneficiari e siamo disponibili a dare attuazione alla riforma con un protocollo. Giochiamoci questa partita concreta di cui l’Italia ha bisogno”.
PER APPROFONDIRE
Assistenza agli anziani, con la legge 33/2023 il possibile salto in avanti | Sanità33 (sanita33.it)
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