Farmaci
13 Dicembre 2023 I farmaci omeopatici in commercio saranno sottoposti ad una rimodulazione tariffaria, in particolare una riduzione intorno al 70% oltre ad un ulteriore sgravio del 25% a favore delle PMI, che incontra le esigenze del tessuto imprenditoriale omeopatico italiano, composto prevalentemente da piccole e medie imprese
I farmaci omeopatici in commercio saranno sottoposti ad una rimodulazione tariffaria, in particolare una riduzione intorno al 70% oltre ad un ulteriore sgravio del 25% a favore delle PMI, che incontra le esigenze del tessuto imprenditoriale omeopatico italiano, composto prevalentemente da piccole e medie imprese. Questo è quello che accadrà con l’entrata in vigore del Decreto Tariffe sostenuto dal Ministero della Salute. Lo riporta una nota di Omeoimprese, l’associazione di categoria che riunisce le aziende produttrici e distributrici di medicinali omeopatici e antroposofici in Italia.
Sottolinea la Presidente di Omeoimprese e Amministratrice Delegata di Boiron Italia Silvia Nencioni – “Questo provvedimento mostra una sensibilità del Governo verso un settore provato dai rincari di energia e costi di produzione e che, per le caratteristiche intrinseche dei farmaci e i volumi di vendita, non può competere con la grande industria farmaceutica tradizionale”.
“Il Decreto – puntualizza Nencioni - sancisce riduzioni economiche previste su variazioni e rinnovi per i medicinali omeopatici presenti sul mercato fin dal 1995 (art. 20 Dlgs 219/2006) riconoscendone le peculiarità; si tratta, infatti, di un ambito che, seppur rappresenti lo 0,6% del mercato farmaceutico in Italia, è caratterizzato da un numero estremamente elevato di referenze”.
Due, sono sostanzialmente i passaggi chiave del Decreto per il comparto: l’importante riduzione, intorno al 70%, per tutte le tariffe relative alle variazioni, oltre ad un ulteriore sgravio del 25% a favore delle PMI, che in Omeoimprese rappresentano più della metà degli associati.
Il prossimo impegno anticipato da Omeoimprese sarà indirizzato verso un adeguamento delle tariffe, oggi inaccessibili alle aziende del settore, relative anche all’immissione in commercio di eventuali nuovi prodotti, tariffe non toccate da questo Decreto, “Per far sì che le aziende - rimarca Silvia Nencioni - possano continuare a crescere e proporre agli operatori sanitari e ai pazienti farmaci sempre più innovativi, come avviene in altri Paesi europei quali Francia, Germania, Spagna, Irlanda, senza il freno di una pressione economica non sostenibile dalle nostre realtà produttive”.
La rimodulazione delle tariffe è accolta dal comparto, continua la nota, come un segnale importante e decisivo, un’apertura alla collaborazione da parte del Ministero della Salute e, più in generale, dal Governo Meloni che, sottolinea Nencioni “a tutela del principio di libertà terapeutica, ha dato prova di pragmatismo, sedendosi al tavolo con una parte del tessuto imprenditoriale farmaceutico che rappresenta la scelta di salute di 10 milioni di italiani, su indicazione di 20.000 medici e consiglio dei farmacisti, e che offre lavoro a oltre 2.000 addetti, compreso l’indotto”.
L’Italia, infatti, è un Paese produttore di medicinali omeopatici per utilizzatori e fatturati, ed è il terzo mercato europeo dopo Germania e Francia.
In Italia sono circa 25 le aziende dell’industria omeopatica, con sedi principali ed uffici presenti su tutto il territorio nazionale; il settore genera complessivamente un fatturato annuo di oltre 250 milioni di euro.
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