Governo e Parlamento
19 Luglio 2023 Il cancro, insieme al clima e alla transizione energetica, rappresenta una delle grandi sfide di sviluppo dell'Europa su cui è necessario investire con azioni concrete a partire dalla ricerca, passando per la prevenzione, la medicina di prossimità e la domiciliarizzazione delle cure con gli screening
“Il cancro, insieme al clima e alla transizione energetica, rappresenta una delle grandi sfide di sviluppo dell'Europa su cui è necessario investire con azioni concrete a partire dalla ricerca, passando per la prevenzione, la medicina di prossimità e la domiciliarizzazione delle cure con gli screening. Tutto ciò con finanziamenti adeguati”. Questi gli obiettivi da perseguire per rendere effettiva l’attuazione del Piano Oncologico Nazionale 2023-2027, come spiega ai microfoni di Sanità33 la senatrice Beatrice Lorenzin, Coordinatrice Health&Science Bridge del Centro Studi Americani, a margine dell’evento dal titolo “Dall’approvazione all’attuazione del Piano Oncologico Nazionale”, avvenuto presso il Centro Studi Americani a Roma, con la media partnership di Edra. L’evento è stata l’occasione per discutere delle sfide e delle azioni da intraprendere in riferimento all’approvazione del nuovo Piano Oncologico Nazionale, approvato il 26 gennaio 2023.
Il Piano Oncologico Nazionale è un documento ambizioso che riconosce la centralità dell'assistenza ai malati di cancro, ma presenta anche alcune criticità. “Gli altri piani europei hanno mutuato il lavoro della mission europea sul cancro con piani più snelli e operativi, con delle singole azioni da raggiungere, con un cronoprogramma e con dei finanziamenti. Il nostro piano, invece, anche perché si è interrotta la legislatura, è rimasto come un grande libro bianco su tutti gli impegni che devono essere presi nel nostro Paese”, spiega Lorenzin. Ecco perché dal convegno è emersa “la necessità di un coordinamento stretto tra gli operatori e i territori e il bisogno di superare le diversità territoriali”, evidenzia la senatrice.
Per Lorenzin, “c’è bisogno di un coinvolgimento del Parlamento diverso, come è avvenuto anche a livello europeo. Non c’è semplicemente da fare un piano diagnostico terapeutico e finanziarlo ma c’è bisogno anche di cambiare e trasformare i modelli organizzativi e di programmazione, sia a livello nazionale che a livello regionale, per poter attuare le tante politiche che permettono di curare le persone nello stesso modo e in tutti i Paesi d'Italia, soprattutto prenderle in carico, potergli dare un'adeguata diagnosi, personalizzare le cure con al centro il paziente”. “Non sono cose irraggiungibili per un servizio sanitario come quello italiano, con questo livello di formazione e di innovazione, vanno però messe in campo una serie di misure che richiedono processi di organizzazione diversa”, conclude la senatrice del Pd.
Anna Capasso
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