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Governo e Parlamento

19 Giugno 2023

Payback dispositivi, nel Dl Enti proposto slittamento versamenti al 31 luglio

Slittamento dal 30 giugno al 31 luglio 2023 dei versamenti delle somme dovute per il payback a carico delle aziende produttrici di dispositivi medici e possibilità di rivedere la gestione della spesa dei dispositivi medici entro il 2026 che consideri le evoluzioni tecnologiche e le innovazioni nel settore


Payback dispositivi, nel Dl Enti proposto slittamento versamenti al 31 luglio

Slittamento dal 30 giugno al 31 luglio 2023 dei versamenti delle somme dovute per il payback a carico delle aziende produttrici di dispositivi medici (1.085 milioni di euro, ovvero la metà dello sforamento complessivo) e possibilità di rivedere la gestione della spesa dei dispositivi medici entro il 2026 che consideri le evoluzioni tecnologiche e le innovazioni nel settore. Lo prevedono due emendamenti al Dl Enti proposti dai relatori. «Apprezziamo l'apertura del governo che ha compreso le ragioni delle nostre proposte, ma non è la soluzione definitiva alla criticità del payback», lo afferma Massimo Riem, presidente di Fifo Sanità Confcommercio.  «La nostra proposta complessiva - spiega Riem in una nota - resta quella del superamento della norma». Nel rispondere un'interpellanza alla Camera il sottosegretario al Mef Federico Freni ha ribadito l'impegno del Governo per superare la questione. «L'obiettivo non è quello di evitare il contenzioso. L'obiettivo non è quello di comprimere la risposta giurisdizionale delle imprese e, quindi, non è quello, implicitamente, di limitare le prerogative previste comunque dall'articolo 24 della Costituzione. L'obiettivo - ha affermato Freni - è quello di garantire a tutte le imprese che operano in questo settore l'ossigeno di cui hanno bisogno, bilanciando, tuttavia, questa necessità con la salvaguardia dei bilanci regionali, il cui disavanzo sarebbe comunque a carico dello Stato».

La nuova disciplina, prevede l'emendamento, «dovrà promuovere l'attuazione del programma di Health technology assessment (HTA) e nel rispetto degli equilibri programmati di finanza pubblica e in coerenza con il livello del finanziamento del Servizio sanitario nazionale». «La nostra proposta complessiva - spiega Riem in una nota - resta quella del superamento della norma. L'iniziativa della maggioranza di governo comunque mantiene aperto un dialogo istituzionale, volto a rafforzare la ricerca di una soluzione definitiva, che scongiuri il fallimento delle nostre imprese. Nel registrare un grande tormento dei nostri imprenditori associati, siamo pronti a nuovi confronti con tutte le istituzioni coinvolte».  «Restiamo a disposizione del governo e delle regioni - ha concluso - affinché si cerchino strade e percorsi risolutivi sulla criticità del payback dispositivi medici e siamo fortemente consapevoli della grandissima preoccupazione che stanno vivendo le nostre Piccole e Medie Imprese, colpite da una norma che non accetteremo mai, perché ingiusta, vessatoria e anticostituzionale, che ne limita la libertà d'impresa e mette a rischio la continuità aziendale per loro stesse, per tutti i loro dipendenti e collaboratori e per la tenuta delle attività cliniche del sistema pubblico».

Freni, inolltre, ha ricordato che «questo è il primo Governo che ha stanziato concretamente oltre un miliardo di euro - anzi, quasi un miliardo e 200 milioni di euro - per contribuire in modo concreto, proprio perché ha interesse nei confronti del Paese reale, alla soluzione del problema del payback sanitario che, come correttamente l'onorevole interpellante ha riportato, risale al decreto-legge n. 78 del 2015. Questo Governo, come detto, è il primo che, con il decreto n. 34 del 2023, ha potuto stanziare, ripeto, quasi un miliardo e 200 milioni per contribuire al contenimento dello sforzo economico chiesto alle amministrazioni regionali e conseguentemente per alleggerire gli oneri su tutte le imprese coinvolte nel payback sanitario». In conclusione, Freni ribadisce che si tratta di «un processo di revisione di una normativa che questo Governo ha ereditato, di un processo di revisione di una normativa che questo Governo non condivide e di un processo di revisione di una normativa estremamente onerosa per le casse dello Stato e per cui, per la prima volta, questo Governo ha stanziato somme a supporto».

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