Governo e Parlamento
19 Maggio 2023 Nasce l'Intergruppo parlamentare per le Neuroscienze e l'Alzheimer. Costituito su iniziativa dell'onorevole Annarita Patriarca e della senatrice Beatrice Lorenzin, con il supporto della presidente dell'Associazione italiana malattia di Alzheimer, Patrizia Spadin e del presidente eletto della Società italiana di neurologia Alessandro Padovani, si propone di sensibilizzare l'azione politica sui temi di competenza
Nasce l'Intergruppo parlamentare per le Neuroscienze e l'Alzheimer. Costituito su iniziativa dell'onorevole Annarita Patriarca (Fi-Ppe) e della senatrice Beatrice Lorenzin (Pd-Idp), con il supporto della presidente dell'Associazione italiana malattia di Alzheimer (Aima) Patrizia Spadin e del presidente eletto della Società italiana di neurologia (Sin) Alessandro Padovani, si propone di "sensibilizzare l'azione politica" sui temi di competenza, aumentando "l'attenzione e il confronto pubblico anche attraverso la costituzione di un Comitato tecnico scientifico che coinvolga i massimi esperti in Italia in ambito clinico, diagnostico, farmacologico e farmaco-economico". L'Intergruppo intende "migliorare la costante interlocuzione tra istituzioni e pazienti", implementare una "rapida e concreta adozione omogenea dei Percorsi diagnostico terapeutici assistenziali (Pdta) regionali", favorire "il supporto sociopolitico-sanitario per la valorizzazione della rete Irccs delle Neuroscienze e della Neuroriabilitazione" e promovere "un nuovo modello di accesso precoce ai farmaci".
Le neuroscienze - spiega una nota - rappresentano uno degli ambiti di ricerca e cura più importanti per il nostro futuro, in particolare per quanto riguarda il ruolo che avranno nell'affrontare una delle più grandi sfide in ambito sanitario e medico di una società sempre più longeva, cioè le malattie neurodegenerative. Patologie che si qualificano come un problema di salute pubblica in crescita esponenziale, con un forte impatto per il sistema sanitario, sociale ed economico. In Italia sono stimati circa 1,2 milioni di casi di demenza, con circa 150mila diagnosi l'anno e un tasso di crescita destinato ad aumentare significativamente nei prossimi anni.
L'Alzheimer, che conta 700mila casi nel nostro Paese, è la terza causa di morte tra gli over 65 in Europa occidentale e una delle principali cause di disabilità nella popolazione over 60 a livello mondiale. Si calcola che la presa in carico di un paziente Alzheimer gravi per l'80% sulle famiglie. Per questo è necessario un supporto e un intervento strutturale dello Stato per cercare di colmare le lacune del sistema, in particolare per quanto riguarda le linee di investimento pubblico: finanziamenti alla ricerca, diagnosi precoce, accesso anticipato alle innovazioni diagnostiche e farmacologiche.
Patriarca ricorda che "dal recente summit di Nagasaki, in Giappone, è stato rivolto un appello urgente ai Paesi del G7 per impegnarsi maggiormente nella ricerca e cura delle malattie neurodegenerative come l'Alzheimer. Sono necessari un grande impegno e una collaborazione fattiva tra pubblico e privato per potenziare gli investimenti nelle neuroscienze e migliorare la presa in carico dei pazienti, tramite un maggiore accesso alle novità in ambito diagnostico e tecnologico e alle innovazioni farmacologiche. Rendere possibile il trattamento di patologie attualmente senza cura, e ad alta prevalenza e disagio sociale come l'Alzheimer, sarà l'obiettivo principale dei lavori del nostro Intergruppo".
"L'Alzheimer - afferma Lorenzin - è una delle grandi preoccupazioni della nostra epoca, sia dal punto di vista sociale che economico. Queste patologie colpiscono soprattutto i Paesi con alto tasso di longevità, come l'Italia che detiene il record di incidenza della malattia, coinvolgendo e condizionando numerose famiglie e compromettendo la stabilità di molte persone e il relativo sviluppo socioeconomico del Paese". Pertanto "è fondamentale potenziare l'identificazione precoce dei pazienti, al fine di ottimizzare la distribuzione dei trattamenti e garantire la sostenibilità del sistema, attraverso il rilancio di progetti come l'Interceptor, avviato durante il mio mandato da ministro" della Salute, "finalizzati a stabilire quali marcatori possano predire la malattia e la conversione del lieve declino cognitivo in demenza di Alzheimer".
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