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Congresso Esmo

22 Ottobre 2025

Tumori neuroendocrini di polmone e timo, cabozantinib riduce il rischio di progressione o morte

All’Esmo di Berlino i dati dello studio Cabinet mostrano che cabozantinib triplica la sopravvivenza libera da progressione 


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Cabozantinib riduce dell’81% il rischio di progressione o morte nei pazienti con tumori neuroendocrini (NET) avanzati del polmone o del timo. È quanto emerge da un’analisi di sottogruppo dello studio di fase 3 Cabinet, presentata al Congresso Esmo 2025 di Berlino.

Lo studio, promosso da Ipsen, ha confrontato cabozantinib con placebo in 203 pazienti con NET extra-pancreatici (epNET), tra cui 49 con NET del polmone e del timo. Nei pazienti di questo sottogruppo, la sopravvivenza mediana libera da progressione (mPFS) è risultata pari a 8,2 mesi con cabozantinib contro 2,7 mesi con placebo. Il profilo di sicurezza è risultato coerente con quanto già noto, senza nuovi segnali avversi.

“I tumori neuroendocrini possono essere difficili da gestire e per circa un quarto dei pazienti con malattia di origine polmonare le opzioni terapeutiche restano limitate”, ha spiegato Chiara Marchesi, Medical and Regulatory Affairs Director Ipsen Italia. “Questi risultati colmano un’importante lacuna terapeutica e riflettono l’impegno di Ipsen nella ricerca di trattamenti per tumori rari e complessi”.

In Italia, circa 40 persone ogni 100.000 vivono con un tumore neuroendocrino, una prevalenza superiore a quella dei tumori del pancreas o della vescica. Il 27% dei NET origina nei polmoni e spesso presenta un decorso lento, ma con opzioni di trattamento alla progressione ancora scarse.

“Fino a oggi i dati prospettici sui NET polmonari sono stati limitati – osserva Sara Pusceddu, dirigente medico presso la SC Oncologia medica 1 dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, ENETS Center of Excellence –. L’assenza di evidenze solide ha reso difficile definire un percorso terapeutico chiaro. I nuovi dati su cabozantinib forniscono prove robuste di efficacia nel ritardare la progressione e ampliano le possibilità per la comunità scientifica e i pazienti”.

Cabozantinib rappresenta inoltre la prima e unica terapia sistemica approvata nell’Unione europea per i pazienti con tumori neuroendocrini polmonari in progressione dopo una precedente terapia sistemica non basata su analoghi della somatostatina.

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