Hiv
05 Dicembre 2024Nuovi successi nella terapia antiretrovirale e nella Profilassi Pre-Esposizione permettono di bloccare la replicazione del virus nelle persone infette e di prevenire i contagi in chi è a rischio salvaguardando il sistema immunitario: questo è il messaggio che emerge dal XXIII Congresso

Nuovi successi nella terapia antiretrovirale e nella Profilassi Pre-Esposizione permettono di bloccare la replicazione del virus nelle persone infette e di prevenire i contagi in chi è a rischio salvaguardando il sistema immunitario: questo è il messaggio che emerge dagli studi più recenti presentati al XXIII Congresso della Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali.
Grazie a questi trattamenti, infatti, l’infezione da HIV può essere cronicizzata garantendo sopravvivenza e qualità di vita sempre più simile alla popolazione generale. Inoltre, la regolare assunzione della terapia permette di rendere il virus non trasmissibile, come rilevato dall’evidenza scientifica U=U (Undetectable=Untransmittable). Gli sviluppi più recenti aprono ulteriori prospettive, con la possibilità di prevenzione a lungo termine e con una minore infiammazione del sistema immunitario.
I risultati straordinari raggiunti con la terapia antiretrovirale permettono di valutare diverse possibilità terapeutiche in base alle caratteristiche del paziente.
La terapia antiretrovirale da sola riesce a controllare molto bene la carica virale, ma non sempre riesce a intervenire del tutto sul recupero del sistema immunitario, mettendo le persone a rischio di patologie cardiovascolari, ossee, nefrologiche, che possono inficiare la durata e la qualità della vita.
“Tra le terapie antiretrovirali più diffuse, quella con BIC/FTC/TAF ha dimostrato in vari trial clinici grande efficacia nel ridurre alcuni marcatori infiammatori e nel migliorare il funzionamento del sistema immunitario – spiega la Prof.ssa Giulia Marchetti, Professore Ordinario di Malattie Infettive Università di Milano, Ospedale San Paolo – Questo risultato rappresenta un grosso passo avanti nella somministrazione della terapia antiretrovirale, poiché queste molecole permettono alle persone con HIV, soprattutto quando iniziano la terapia precocemente con un sistema immunitario ancora robusto, di mantenere una buona qualità di vita e una sopravvivenza simile a quella della popolazione generale”.
Le diverse opzioni terapeutiche permettono di valutare il trattamento più appropriato per ciascun paziente, con attenzione anche al concetto di “forgiveness”, per rispondere efficacemente ai casi di scarsa aderenza alla terapia, e alla protezione del sistema immunitario
Come rilevano i dati UNAIDS, circa il 76% delle 39 milioni di persone nel mondo che vivono con l'HIV riceve la terapia antiretrovirale, e circa il 71% di esse ha il virus soppresso dalle terapie. Tuttavia, per frenare la diffusione dell’epidemia occorre ampliare queste percentuali.
“Anzitutto, è necessario aumentare gli screening per far emergere il sommerso, favorire diagnosi precoci e avviare al trattamento chi si scopra infetto – sottolinea il Prof. Massimo Andreoni, direttore scientifico Simit – Gli ultimi progressi della ricerca ci hanno consegnato un farmaco che si somministra ogni due mesi; nel prossimo futuro avremo un farmaco in grado di estendere la protezione fino a sei mesi”.
“Recentemente è emersa l’opportunità di individualizzare il trattamento con la terapia a due farmaci invece di tre, ma entrambe le strategie presentano vantaggi specifici, da valutare caso per caso – spiega il Prof. Giovanni Di Perri, Professore Ordinario di Malattie Infettive, Università di Torino – Una mancata aderenza del 20%, ad esempio, che in passato poteva costare il fallimento terapeutico, oggi con questa terapia diventa sostenibile. Questi dati ci devono indurre a valutare i benefici della triplice terapia nella definizione di un trattamento individualizzato e preciso per la persona con HIV”.
Al XXIII Congresso SIMIT, gli oltre mille infettivologi presenti hanno discusso anche di antibiotico resistenza e infezioni correlate all’assistenza, vaccinazioni nell’adulto e nel soggetto fragile, Covid-19 nell’immunodepresso, gestione del sommerso delle epatiti croniche, ruolo dei cambiamenti climatici nelle arbovirosi e nelle altre infezioni.
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