Obesità
17 Ottobre 2024L’autorizzazione per l’uso di questo farmaco si basa su un consistente programma di studi clinici
Non bastano gli sforzi, la volontà e le buone intenzioni, le persone con obesità fanno fatica a perdere peso e a mantenerlo nel tempo. L’eccesso di peso è influenzato da diversi fattori: biologici, genetici e ambientali. Le modifiche dello stile di vita non sempre sono sufficienti per raggiungere gli obiettivi prefissati. Per la maggior parte delle persone, infatti, la modifica dei comportamenti e delle abitudini alimentari spesso non dà risultati sufficienti e non contribuisce a perdere peso in modo prolungato tanto da migliorare la salute a lungo termine.
Questo in parte accade perché, quando una persona riduce l’introito calorico per perdere peso, il corpo può aumentare la produzione degli ormoni che regolano la fame e il desiderio di cibo. È indiscutibile la necessità di attivare programmi di traslazione che consentano, grazie a un’azione sinergica e rapida, di trasformare le evidenze scientifiche in pratiche cliniche e terapeutiche adeguate se si vuole che i pazienti con obesità siano trattati con lo stesso livello di rispetto ed empatia di quelli non affetti da obesità.
L’obesità è ormai considerata una malattia cronica, progressiva, non trasmissibile, recidivante, causata da una complessa rete di fattori, tra cui la genetica, i fattori psicosociali e ambientali. Una patologia che riduce le funzioni fisiche, mentali e psicologiche e aumenta il rischio di morte prematura. A ogni 5 unità sopra l’indice di massa corporea (BMI) 25, è associato un rischio maggiore di mortalità prematura pari a circa il 31%. Le persone con obesità hanno una probabilità 3,43 volte maggiore di contrarre il diabete di tipo 2 e una serie di complicanze che includono malattie cardio-cerebrovascolari e almeno 13 tipi di cancro. L’obesità è tra le principali cause di mortalità a livello globale e tra gli adulti sono oltre 5 milioni i decessi l’anno dovuti a malattie attribuibili a sovrappeso e obesità.
Secondo gli specialisti oggi finalmente sul mercato ci sono farmaci che rappresentano un ausilio fondamentale per l’obesità in grado di rivoluzionarne gestione e trattamento, anche perché sono efficaci e sicuri. La persona con obesità è spesso frustrata dagli innumerevoli tentativi di perdere peso in quanto l’obesità è una malattia recidivante, quindi i chili persi tendono a tornare. La somministrazione di farmaci nelle persone obese è indubbiamente un supporto indispensabile all’interno di un piano terapeutico che per avere buone prospettive di riuscita implica un approccio multimodale.
La ricerca sempre di più lavora per individuare molecole capaci di agire con efficacia sui meccanismi correlati al peso e, proprio da pochi giorni, l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha autorizzato infatti l'immissione in commercio di un farmaco innovativo, il tirzepatide, indicato per il trattamento dell'obesità, del sovrappeso in presenza di almeno una comorbidità, ma anche del diabete tipo 2.
L’autorizzazione per l’uso di questo farmaco nella gestione del peso, si basa su un consistente programma di studi clinici che hanno dimostrato una significativa riduzione di peso compresa tra il 15 e il 20% sia nei pazienti adulti con obesità sia in quelli con sovrappeso e con almeno una comorbidità ad esso correlata. Inoltre, ha dimostrato anche importanti risultati nel controllo glicemico negli adulti con diabete tipo 2.
Il tirzepatide è il primo, e ad oggi l’unico, trattamento che fa parte di una nuova classe terapeutica in grado di attivare sia i recettori ormonali del GIP (polipeptide insulinotropico glucosio-dipendente) sia quelli del GLP-1, (peptide glucagone-simile-1). Il meccanismo d’azione sta nel legare entrambi i recettori in modo da: aumentare la secrezione d’insulina a livello pancreatico, la sensibilità insulinica e la riduzione dell’assunzione di cibo. Ma ciò che differenzia il tirzepatide dalle altre molecole è l’agonismo recettoriale del GIP, che agisce su meccanismi correlati al peso: ha quindi azioni benefiche a livello del tessuto adiposo, riducendo inoltre l’introito calorico ed il senso di nausea.
La terapia farmacologica, dunque, proprio nell’ottica di una gestione multimodale della malattia, peraltro auspicata da tutti gli specialisti, diventa elemento di supporto fondamentale per il trattamento delle persone con obesità.
Beatrice Curci
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