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23 Ottobre 2025Si è svolta all’Ambasciata di Francia a Roma, la cerimonia di premiazione della tredicesima edizione del Premio letterario “Angelo Zanibelli – La parola che cura”. Tra i riconoscimenti anche un tributo al prof. Giovanni Scambia
Si è svolta nel Salone d’Ercole dell’Ambasciata di Francia a Roma, la cerimonia di premiazione della tredicesima edizione del Premio letterario “Angelo Zanibelli – La parola che cura”, promosso da Sanofi in memoria del suo storico direttore delle Relazioni istituzionali. Il premio rappresenta da oltre dieci anni un punto d’incontro tra sanità, letteratura e comunicazione sociale, valorizzando le narrazioni di pazienti, caregiver e professionisti della salute.
Quest’anno sono state quasi 150 le opere in concorso, tra edite e inedite, con temi che spaziano dalla crisi del sistema sanitario all’organizzazione dell’emergenza, dal ruolo delle donne nella medicina alla prevenzione e alla salute mentale.
Il presidente di Sanofi Italia e Malta, Marcello Cattani, ha sottolineato come “la parola possa essere uno strumento di ispirazione al progresso, alla consapevolezza e alla solidarietà”, ribadendo l’impegno dell’azienda a promuovere una cultura della salute centrata sulla persona.
A guidare la giuria, anche quest’anno, Gianni Letta, affiancato da personalità del mondo sanitario, politico e culturale. Membro d’onore il ministro della Salute, Orazio Schillaci.
Tra i vincitori della tredicesima edizione:
La menzione speciale della giuria è stata assegnata a Le parole per dirlo di Franco Di Mare, dedicato al potere della narrazione nella malattia e nei conflitti.
Tra i premi speciali, un riconoscimento alla memoria del professor Giovanni Scambia, ginecologo e direttore del Polo Scienze della Salute della donna e del bambino del Policlinico Gemelli, e il premio “La parola che cura” all’associazione Conacuore per la diffusione della rianimazione cardiocerebrale nelle scuole. Il premio “Giovani e futuro” è stato assegnato a Giulia Monzi, che svolgerà un tirocinio formativo presso Sanofi Italia.
Il Premio “La parola che cura” conferma il valore della narrazione come strumento di partecipazione e di umanizzazione della cura, promuovendo un dialogo costruttivo tra medicina, società e cultura.
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