Farmaci
13 Febbraio 2023 Con una crescita del 5,7% delle confezioni dispensate rispetto al 2019, i farmaci senza obbligo di prescrizione recuperano pienamente il gap rispetto al periodo pre-pandemico. Questo grazie a un incremento a doppia crescita sia dei volumi che dei fatturati registratosi a fine 2022
Con una crescita del 5,7% delle confezioni dispensate rispetto al 2019, i farmaci senza obbligo di prescrizione recuperano pienamente il gap rispetto al periodo pre-pandemico. Questo grazie a un incremento a doppia crescita sia dei volumi che dei fatturati registratosi a fine 2022: le confezioni, pari a poco più di 287 milioni, fanno osservare un +15,9% mentre i fatturati, di poco inferiori a 2,9 miliardi di euro, crescono del +19,0%. Sono questi i principali risultati delle elaborazioni e delle analisi di Assosalute (Associazione nazionale farmaci di automedicazione, che fa parte di Federchimica) sui dati IQVIA.
L’anno appena conclusosi, sottolinea la nota Assosalute, ha rafforzato l’andamento positivo evidenziato già a partire da aprile 2021: una significativa ripresa della diffusione dei virus stagionali, soprattutto nell’ultimo trimestre del 2022, e l’impiego dei farmaci di automedicazione, sia per la gestione della sintomatologia post vaccino anti-Covid-19, sia per la malattia non grave da Covid-19, spiegano l’eccezionale performance del settore nell’anno appena trascorso.
Se il 2022 è certamente un anno positivamente “anomalo” per le vendite del comparto dei medicinali senza obbligo di ricetta, continua la nota, si evidenzia quanto l’andamento registrato dipenda, invece, come è tipico del settore, da fattori esogeni e dalla maggiore o minore incidenza di disturbi non gravi: il progressivo allentamento delle misure di contenimento della diffusione del virus SARS-CoV-2 (uso dei dispositivi di protezione individuale, distanziamento sociale) e una ripresa delle normali abitudini di lavoro e svago hanno favorito una maggiore diffusione di quegli agenti patogeni, come i virus stagionali, con i quali si è venuti meno a contatto dal 2020. Inoltre, i trend registrati riflettono la diffusione del Covid-19 con ondate successive, a inizio 2022, in primavera e con la stagione fredda, quando al virus SARS-CoV-2 si è affiancata proprio la diffusione dei virus influenzali e parainfluenzali.
L’Istituto Superiore Sanità, difatti, tramite i dati della sorveglianza epidemiologica (i.e. la rete Influnet), ha rilevato che la stagione influenzale 2022/2023 è stata quella con maggiore tasso di incidenza di sindromi influenzali e simil influenzali dal 2009-2010, anticipando, rispetto alle precedenti stagioni, al bimestre novembre-dicembre il picco di contagi, come era successo solo nel 2009 con la cosiddetta “influenza suina”.
Tale situazione virologica ed epidemiologica ha, quindi, determinato un deciso incremento al ricorso dei farmaci senza obbligo di ricetta per la cura delle affezioni respiratorie – la prima classe terapeutica del mercato non prescription, con una quota di mercato del 38,3% a volumi e del 32,9% a valori – che ha chiuso il 2022 con un +35,2% a volumi e +44,8% a valori.
“Gli eccezionali risultati del 2022 confermano quanto il comparto dei farmaci di automedicazione sostenga efficacemente nella realtà quotidiana la salute delle persone, un ruolo di primaria importanza, che andrebbe meglio riconosciuto, anche in vista di una più generale revisione della governance farmaceutica nazionale”, commenta il Presidente di Federchimica Assosalute, Salvatore Butti. “La ripresa del mercato dipende da una situazione epidemiologica senza precedenti, – continua Butti – ma l’unicità del 2022 ha messo chiaramente in luce il valore strategico del settore dal punto di vista terapeutico prima ancora che sociale ed economico. Per questo, non posso che ribadire quanto i farmaci di automedicazione siano una risorsa fondamentale per il sistema salute, che va valorizzata tramite azioni di corretta informazione ed educazione al cittadino affinché il loro uso sia responsabile e appropriato e, per questo, in grado di generare una migliore allocazione delle risorse professionali e monetarie oggi disponibili per la sanità pubblica.”
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