Intervista
24 Gennaio 2023 Non c’è bisogno di premere l’acceleratore sulle case di comunità né di investimenti fantasmagorici sul personale per mettere regioni come il Lazio in condizione di coprire più capillarmente l’assistenza territoriale e domiciliare. Ne parla a Sanità33 Fabio De Lillo, farmacista, già Assessore all’Ambiente del Comune di Roma e Consigliere Regionale
Non c’è bisogno di premere l’acceleratore sulle case di comunità né di investimenti fantasmagorici sul personale per mettere regioni come il Lazio in condizione di coprire più capillarmente l’assistenza territoriale e domiciliare.
Serve invece agevolare nel loro lavoro gli operatori già presenti, specie medici di famiglia e farmacie territoriali. È la chiave di lettura del programma della coalizione di Centro-Destra nel Lazio, di prossima presentazione in occasione delle elezioni del 12 e 13 febbraio. Ne parla a Sanità33 Fabio De Lillo, farmacista, già Assessore all’Ambiente del Comune di Roma e Consigliere Regionale candidato nelle liste di Fratelli d’Italia. Il Centro-Destra alla sfida per guidare la Regione candida Francesco Rocca attuale presidente della Croce Rossa Italiana ed avvocato penalista da sempre impegnato in ruoli manageriali. Da dieci anni di giunta guidata da Nicola Zingaretti (Centro-Sinistra), De Lillo spiega che il Lazio eredita «un debito aumentato di 1 miliardo, migliaia di posti letto tagliati, Pronti soccorso dove si attende fino a 48 ore, liste attesa fino ad un anno». Quanto al personale, «mancano i protagonisti della sanità: medico, farmacista, infermiere. C’è un vuoto di 10 mila medici tra territorio e pronto soccorso, e va aperto l’ingresso all’università. Occorre inoltre investire sulla carriera dell’operatore sanitario altrimenti avviene che i medici si dimettono dal Servizio sanitario, vanno a lavorare in cooperative e tornano a prestare il loro servizio nel pubblico a costi superiori per la sanità regionale». Serve un investimento mirato sul personale che già c’è. «Vorremmo varare provvedimenti che riducano i costi delle prestazioni. Ad esempio, sull’assistenza domiciliare: un paziente ricoverato in ospedale costa 3000 euro al giorno, ma se è dimesso a casa in un contesto più tranquillo costa 10 volte di meno, senza che gli manchi la visita dello specialista». Il Centro-Destra punta a valorizzare la medicina territoriale, «è inutile spendere soldi in Case di Comunità, ci sono farmacisti e medici sul territorio. In pandemia la farmacia territoriale è stata protagonista con i medici di famiglia e può coordinare il servizio offerto sul territorio tra assistenza domiciliare integrata, infermieri, operatori socio sanitari, centri diagnostici per esami urgenti. Questo alleggerirebbe e darebbe risparmio enorme dei costi della sanità. Non servono altre strutture obsolete ed aggiuntive ma serve far lavorare ciò che c’è potenziando la rete informatica ed i servizi già esistenti».
Ma la Regione Lazio esprime anche una sanità peculiare con strutture di eccellenza di livello mondiale. De Lillo ricorda come sotto la presidenza Storace una ventina d’anni fa la Regione rigenerò l’ospedale Sant’Andrea e rilanciò istituti come il Regina Margherita, il Campus Biomedico di Tor Vergata, gli IFO; tutte strutture che oggi attraggono pazienti da tutta Italia. «Queste strutture non vanno fatte oggetto di tagli di letti ma potenziate». Quanto alle farmacie, «il riconoscimento del farmacista vaccinatore dopo la somministrazione di vaccini nelle campagne anti-Covid ed antinfluenzale, può portare altre conquiste come l’effettuazione dei richiami contro pneumococco e HPV. Anche la telemedicina è un progetto da integrare nell’assistenza domiciliare per ottenere diagnosi di primo livello, con il medico che dall’altra parte dello schermo analizza esami eseguiti dal coordinamento tra farmacista ed infermiere».
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