Cronicità
27 Ottobre 2025Approvato in Conferenza Stato-Regioni l’aggiornamento del Piano del 2016. Le Regioni segnalano criticità su risorse, criteri di inclusione e gestione dei dati per la stratificazione del rischio

La Conferenza Stato-Regioni ha approvato l’aggiornamento del Piano nazionale della cronicità, che definisce una strategia comune per garantire uniformità nell’erogazione dei servizi di assistenza ai pazienti cronici in tutto il territorio nazionale. Il documento, che aggiorna il precedente Piano del 2016, introduce tre nuove patologie croniche: obesità, epilessia ed endometriosi.
Le malattie croniche rappresentano una delle principali sfide di salute pubblica a livello globale e nazionale per il loro impatto sulla mortalità, la disabilità e la qualità della vita. L’obiettivo del Piano è rafforzare i modelli di presa in carico centrati sulla persona e sulla continuità assistenziale, promuovendo l’integrazione tra medicina territoriale, specialistica e sociale.
Nel documento approvato, le Regioni hanno tuttavia evidenziato alcune criticità. In primo luogo, l’aggiornamento è stato approvato “a isorisorse”, senza una copertura finanziaria aggiuntiva, e secondo i rappresentanti regionali sarebbe necessario un monitoraggio dei costi prevedibili per la sua attuazione.
Le Regioni segnalano inoltre la mancanza di criteri chiari per l’inserimento di nuove patologie nel Piano: non è specificato come altre condizioni croniche rilevanti, come ad esempio la psoriasi, potranno essere in futuro ricomprese tra le malattie oggetto di presa in carico.
Altro nodo sollevato riguarda la tutela dei dati personali, che attualmente limita lo sviluppo di strumenti di stratificazione del rischio. Tale aspetto è ritenuto essenziale per la medicina di iniziativa e per l’attuazione del DM 77/2022, che definisce i nuovi standard dell’assistenza territoriale.
La Conferenza delle Regioni ha ribadito che la stratificazione del rischio costituisce «un elemento fondamentale del Piano nazionale della cronicità e uno dei punti di forza per la piena realizzazione della riforma dell’assistenza territoriale».
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