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30 Settembre 2022

Medicina territoriale, vaccini e personale sanitario. Come sarà la sanità del Centrodestra

Non c’è bisogno di case di comunità e ospedali a bassa intensità di cure per riformare la medicina territoriale, o per far ripartire i controlli ambulatoriali e gli screening dopo il Covid-19. Si deve solo potenziare la medicina generale esistente. È la possibile linea di condotta del Centro-Destra sulla Sanità


Medicina territoriale, vaccini e personale sanitario. Come sarà la sanità del Centrodestra

Non c’è bisogno di case di comunità e ospedali a bassa intensità di cure per riformare la medicina territoriale, o per far ripartire i controlli ambulatoriali e gli screening dopo il Covid-19. Si deve solo potenziare la medicina generale esistente. È la possibile linea di condotta del Centro-Destra sulla Sanità, o almeno della sua prima forza, Fratelli d’Italia. Emerge dalle dichiarazioni di Marcello Gemmato responsabile sanità della sigla. «Per offrire una concreta medicina di prossimità serve puntare sui medici di famiglia e i farmacisti dotati di strumenti diagnostici di base». Gemmato cita lo stanziamento previsto nel PNRR per la telemedicina, da aggiungere ai 235 milioni previsti dalla Finanziaria 2020 per dotare i medici convenzionati di elettrocardiografi, ecografi, spirometri, saturimetri. L’obiettivo, per FdI, è una sanità territoriale realmente di prossimità, dove il cittadino non deve fare chilometri per raggiungere la casa di comunità “hub” o la sede di gruppo dove opera il suo medico di famiglia. Le dichiarazioni fanno il paio con la volontà del nuovo governo di Centro-Destra di definanziare alcune voci del PNRR per affrontare i temi energetici di gravissima attualità dopo il no dei paesi nord-europei al price-cap al gas.

In linea con Fnomceo - All’obiezione secondo cui dal 2015, anno della riforma degli standard ospedalieri, ad oggi la riforma della medicina territoriale era comunque mancata e il rilancio si deve al PNRR con le sue Case di Comunità, in parte Gemmato ha dato una risposta su Sanità 33, sottolineando come l’era dei tagli al Ssn, in cui sono stati sottratti 37 miliardi alla sanità pubblica e in parallelo si è attuato il federalismo, sia una pagina da superare. Tocca finanziare il personale. E il presidente Fnomceo Filippo Anelli appare in sintonia. «Non possiamo non condividere l’auspicio lanciato dal responsabile sanità FdI di una valorizzazione della prossimità e del rapporto di fiducia tra professionisti e cittadini, che rappresentano i valori fondanti della medicina generale; le parole di Gemmato ci rassicurano sul fatto che la riforma dell’assistenza territoriale verrà portata avanti», scrive in un comunicato. A fianco delle Case di Comunità previste dal DM 77, quella che ad Anelli appare totalmente da avviare è «una seria riforma della medicina generale, che punti su un’organizzazione in forma di team multi-professionale, indispensabile per garantire al cittadino, oltre a quelle del medico, tutte quelle competenze che la Legge ha individuato per le altre professioni sanitarie». Il miliardo all’anno stanziato dal 2025 extra tetto del personale per finanziare le professionalità del territorio su tutta Italia può non bastare. «La mancanza di risorse per un piano di assunzioni ha fatto sì che la riforma sia rimasta per mesi ferma», spiega Anelli. «Occorrono un impegno e un investimento del nuovo Governo per assumere i professionisti necessari e per aprire la fase contrattuale per la medicina generale».

Obblighi vaccinali – Infine, in un’intervista al quotidiano la Repubblica, l’onorevole Gemmato ha anticipato che la politica anti Covid del governo cambierà. Non si dovrà rinnovare l’obbligo vaccinale di medici e personale sanitario, in scadenza il 31 dicembre. «Nelle menti dei più stolti, il vaccino imposto fa pensare che ci sia dietro un interesse delle multinazionali». Quanto alle mascherine nelle strutture sanitarie, sono utili ma in prospettiva «bisogna valutare la circolazione del virus e decidere se consigliarle e dove. In ospedale sarebbe auspicabile che si mettessero in reparti dove ci sono persone fragili. Magari non in ortopedia ma in terapia intensiva». Sul green pass «abbiamo sempre detto che non partiva da principi scientifici. Anthony Fauci ha sostenuto già mesi fa che il vaccinato può contagiarsi e contagiare perché nella mucosa della bocca e nelle fosse nasali non ci sono immunoglobuline. Successivamente abbiamo visto che era vero, la gente si infettava comunque». Quanto alla strategia vaccinale, «i dati ci dicono che la mortalità per il Covid riguarda persone dai 65 anni in su, si dovrebbe mettere in sicurezza gli anziani e chi ha problemi di salute. Vaccinare i bambini di 6 anni non ha avuto senso». 

TAG: PROGETTI, SANITà, SANITà GOVERNO

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