Più di 60mila firme in soli tre mesi. Questo il risultato già ottenuto dalla prima campagna per una legge per il Diritto all'oblio oncologico, raccogliendo le adesioni sul sito dirittoallobliotumori.org. L'obiettivo è arrivare a 100mila firme, che saranno consegnate ai presidenti del Consiglio Draghi e della Repubblica Mattarella entro l'estate, per ottenere una legge di pochi articoli in questa legislatura.
La norma, richiesta da Fondazione Aiom (Associazione italiana di oncologia medica), attraverso l'iniziativa ''Io non sono il mio tumore'', permetterebbe all'Italia di seguire l'esempio virtuoso di altri Paesi europei (Francia, Lussemburgo, Belgio, Olanda e Portogallo), che già tutelano i propri cittadini ex pazienti oncologici con una legge ad hoc. Oggi, in Italia, quasi un milione di persone sono guarite da un tumore ma - sottolineano gli oncologi - rischiano di subire discriminazioni nell'accesso a servizi come la stipula di assicurazioni e di mutui, l'adozione di un figlio e l'assunzione sul lavoro.
"In soli tre mesi abbiamo raggiunto più della metà delle adesioni necessarie a portare il tema all'attenzione dei legislatori. È una delle maggiori call to action mai realizzate nella lotta al cancro. La grande partecipazione dei cittadini ci ha permesso finalmente di smuovere il Paese e di dimostrare ancora una volta quanto questa campagna sia fondamentale", afferma Giordano Beretta, presidente di Fondazione Aiom, presentando i risultati in una conferenza stampa al ministero della Salute. "Abbiamo ascoltato e raccolto le storie di moltissimi ex pazienti, anche personaggi famosi, che si sono trovati a vivere situazioni surreali e ingiuste".
Il progetto, partito a gennaio con l'avvio della raccolta firme, la distribuzione online della prima guida sul Diritto all'oblio oncologico e una forte campagna social, ora si arricchirà di ulteriori attività, come la distribuzione della guida cartacea, la raccolta firme negli ospedali e due 'passeggiate di salute' per sensibilizzare, che si svolgeranno a Pescara e Roma durante l'estate.
"Sono 3,6 milioni le persone che, in Italia, vivono con una diagnosi di cancro. Il 27% di loro, circa un milione, è guarito. Sono numeri importanti, che non possiamo più ignorare - chiosa Beretta - Ora chiediamo a tutti uno sforzo per continuare a diffondere l'iniziativa fino a raggiungere le 100mila firme". Un obiettivo che "a gennaio sembrava irraggiungibile, invece oggi è davvero vicino ed è tutto frutto del lavoro delle associazioni pazienti, degli oncologi di Aiom e dei cittadini", commenta Saverio Cinieri, presidente Aiom.
"L'approvazione della legge permetterà a moltissime persone di riprendere in mano la propria vita - conclude Ornella Campanella, membro del Cda di Fondazione Aiom e presidente dell'associazione aBrcAdabra - Tra le storie che ci sono arrivate attraverso il sito c'è quella di Francesco, 33 anni, che non ha potuto adottare un figlio a causa di un tumore alla tiroide curato ben tredici anni prima. Laura, che di anni ne ha 45, non ha ottenuto un mutuo per avviare la sua attività nonostante sia guarita da un tumore al seno da più di quindici anni. E' importante che le Istituzioni ci ascoltino e ci affianchino in questa sfida di cultura e civiltà. In questi mesi hanno dimostrato una grande sensibilità al tema, siamo certi che insieme riusciremo a raggiungere l'obiettivo e a modificare il peso schiacciante di chi si sente paziente oncologico discriminato per tutta la vita".
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