Farmaci
06 Giugno 2023 La proposta di revisione della legislazione farmaceutica europea mette a rischio l’accesso all’innovazione per i cittadini, gli investimenti delle aziende farmaceutiche e la competitività dell’Italia mentre è necessario migliorare l'attrattività del settore in Italia e in Europa, a partire dalla tutela della proprietà intellettuale
La proposta di revisione della legislazione farmaceutica europea mette a rischio l’accesso all’innovazione per i cittadini, gli investimenti delle aziende farmaceutiche e la competitività dell’Italia mentre è necessario migliorare l'attrattività del settore in Italia e in Europa, a partire dalla tutela della proprietà intellettuale. Questo il messaggio lanciato dal presidente di Farmindustria Marcello Cattani nel corso di un evento organizzato da Farmindustria dal titolo “Industria farmaceutica e competizione globale. Italia ed Europa insieme per vincere”, in cui la Giunta dell’associazione, riunita in via straordinaria a Bruxelles, ha incontrato gli europarlamentari e i rappresentanti italiani delle altre istituzioni europee. Obiettivo dell’incontro, scrive Cattani in un tweet è “illustrare il valore del settore e discutere gli impatti estremamente negativi che la proposta di revisione della legislazione farmaceutica – ideologica e antindustriale – potrebbe avere sull’accesso all’innovazione per i cittadini e sugli investimenti delle aziende farmaceutiche. A rischio c’è la competitività dell’Italia - che insieme alla Germania è leader in Europa per la produzione - specialmente in questo momento di forte competizione internazionale e anche tra i Paesi della stessa Unione Europea”.
La priorità, secondo Cattani, per aumentare l’attrattività della farmaceutica in Italia e in Europa, è la tutela della proprietà intellettuale “in un'ottica che la rafforzi per gli investimenti e non la penalizzi come invece fa la proposta di riforma della legislazione europea per i prodotti farmaceutici”. Cattani come riporta il Sole24Ore, ha ribadito che Farmindustria che respinge l'impianto complessivo della riforma e ha sottolineato che bisogna “migliorare la legislazione dell’Europa e adottare un approccio che sia in linea con quello di paesi come gli Stati Uniti che vanno considerati il nostro benchmark”. E ha riportato alcuni esempi: negli Usa “nel caso dei farmaci orfani la market exclusivity authorization arriva a 12,5 anni. In Europa è di 10 anni quindi più bassa e la proposta di riforma europea la vuole abbassare ulteriormente portandola a 9 anni e in alcuni casi ha 5 anni. È una proposta che non possiamo accettare e che sarebbe un fallimento per il sistema europeo che deve pensare a come migliorare la legislazione attuale”. Un altro punto che indebolisce la proprietà intellettuale e che Cattani ha riportato all’attenzione degli europarlamentari è la proposta di ridurre di due anni la Regulatory Data Protection, che passa da 8 a 6 anni.
Cattani ha sottolineato anche che la eventuale perdita di competitività della Unione europea sarebbe un costo altissimo per l'Italia che ha una forte realtà industriale integrata nel network globale di ricerca sviluppo e produzione. E ha messo in evidenza come la dipendenza diretta e indiretta dell'Unione europea da principi attivi farmaceutici prodotti al di fuori dell’UE sia aumentata fortemente e nel tempo è anche cambiata la distribuzione degli investimenti mondiali in ricerca e sviluppo della farmaceutica che aumentano negli Stati Uniti e in Cina mentre calano in Europa.
Secondo Cattani gli eventi di questi ultimi mesi ci mostrano che per l'Unione europea è necessario urgente rilanciare competitività e attrattività della farmaceutica e ristabilire un'autonomia strategica che si è progressivamente persa.
“C'è una concorrenza globale molto forte – ha concluso Cattani - per attrarre investimenti da parte di Stati Uniti, Cina e paesi emergenti come Arabia Saudita o Singapore appunto per questo motivo sono necessari incentivi e regole per migliorare l'attrattività a partire dalla tutela
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