Carenza farmaci
18 Settembre 2025Le carenze di medicinali hanno raggiunto livelli record negli ultimi due anni, con 136 principi attivi in condizione critica tra gennaio 2022 e ottobre 2024
L’Europa è in piena emergenza farmaci. Le carenze di medicinali hanno raggiunto livelli record negli ultimi due anni, con 136 principi attivi in condizione critica tra gennaio 2022 e ottobre 2024, secondo la nuova relazione speciale della Corte dei conti europea, pubblicata ieri. Il problema non riguarda solo i generici, ma anche i farmaci innovativi, i vaccini e medicinali salvavita. Tra i casi più gravi segnalati figurano i trombolitici, essenziali nelle terapie d’urgenza, il salbutamolo per l’asma, il metotrexato usato contro tumori e malattie immunitarie e l’amoxicillina, antibiotico largamente diffuso. La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha definito il tema “una priorità assoluta da diversi anni”.
“Rendere sicure le catene di approvvigionamento e rimediare alle carenze di farmaci critici è un impegno che continueremo a portare avanti. Abbiamo già proposto strumenti legislativi come la riforma farmaceutica e il Critical Medicines Act, che faranno una differenza sostanziale”, dichiara. Von der Leyen ha ricordato anche l’avvio dell’elenco unionale dei medicinali critici e di una piattaforma europea di monitoraggio delle carenze, sottolineando la necessità di approvare rapidamente le nuove misure al Parlamento e al Consiglio. “Le carenze possono avere gravi conseguenze per i pazienti, compromettere la salute pubblica e generare costi elevati – ha dichiarato Klaus-Heiner Lehne, membro della Corte responsabile dell’audit –. L’Ue deve dotarsi di strumenti più solidi per affrontare le assenze critiche e affrontare alla radice le vulnerabilità della catena di approvvigionamento”.
Dalla relazione emerge un quadro preoccupante: l’attuale sistema di prevenzione e mitigazione non dispone di un quadro giuridico adeguato, né di informazioni tempestive e complete. L’Ema, nonostante il ruolo rafforzato dopo la pandemia, non ha ancora i poteri legali per supportare gli Stati membri durante una crisi sanitaria. Le difficoltà sono aggravate dalla forte dipendenza da produzioni esterne, soprattutto in Asia, e da un mercato unico frammentato che ostacola la libera circolazione dei farmaci. In più, la pratica di costituire scorte nazionali rischia di accentuare squilibri e carenze tra i diversi Paesi dell’Unione. La Corte invita ora l’Ue a rafforzare la cooperazione tra Stati, industria e autorità regolatorie per ridurre la dipendenza da forniture esterne e garantire un accesso equo ai farmaci in tutti i Paesi membri. “Non bastano più misure tampone – avverte la relazione –: occorre un approccio strutturale che garantisca sicurezza, trasparenza e continuità nelle forniture. La salute dei cittadini europei non può essere ostaggio di catene globali fragili e poco coordinate”.
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