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Ipertensione

14 Novembre 2025

Ipertensione resistente, risultati positivi per baxdrostat nello studio di fase 3 Bax24

L’efficacia è stata osservata lungo tutto l’arco delle 24 ore, comprese le prime ore del mattino, fascia in cui il rischio di eventi cardiovascolari risulta più elevato


medico pressione visita

Registrata una riduzione di 14,0 mmHg della pressione arteriosa sistolica media nelle 24 ore nei pazienti con ipertensione resistente trattati con baxdrostat. Sono i risultati dello studio di fase 3 Bax24, diffusi da AstraZeneca e presentati nella late breaking session del Congresso AHA 2025, ottenuti dopo 12 settimane di trattamento con 2 mg di baxdrostat rispetto al placebo in aggiunta alla terapia standard.

L’efficacia è stata osservata lungo tutto l’arco delle 24 ore, comprese le prime ore del mattino, fascia in cui il rischio di eventi cardiovascolari risulta più elevato. Baxdrostat ha inoltre mostrato una riduzione statisticamente significativa negli endpoint secondari: −13,9 mmHg di pressione sistolica media notturna e −10,3 mmHg in posizione seduta, valori coerenti con lo studio BaxHtn. Il 71% dei pazienti trattati ha raggiunto una pressione sistolica media nelle 24 ore inferiore a 130 mmHg, rispetto al 17% nel gruppo placebo.

Il profilo di sicurezza è risultato coerente con quello osservato negli studi precedenti e il trattamento è stato generalmente ben tollerato.

“La rHTN ha un forte impatto clinico e si associa a un rischio elevato di eventi cardiovascolari e renali”, sottolinea il professor Gianfranco Parati dell’Università Milano-Bicocca e dell’Istituto Auxologico Italiano. “In questo contesto, i risultati dello studio Bax24 sono estremamente importanti, dimostrando una riduzione significativa della pressione sistolica monitorata nelle 24 ore, con efficacia mantenuta sia nelle ore diurne sia nelle ore notturne”.

Per Bryan Williams (University College London), “una riduzione di tale portata potrebbe potenzialmente trasformare la pratica clinica”, mentre per Sharon Barr, vicepresidente BioPharmaceuticals R&D di AstraZeneca, i dati evidenziano “l’impatto della lunga emivita e dell’inibizione selettiva dell’aldosterone sintasi nel migliorare la pressione nelle 24 ore”.

L’azienda ricorda che nel mondo 1,4 miliardi di persone convivono con l’ipertensione e che in Italia la patologia interessa circa il 30% della popolazione. La pressione nelle 24 ore rappresenta un predittore più affidabile di eventi cardiovascolari rispetto alle sole misurazioni ambulatoriali: un incremento di 9,5 mmHg della pressione sistolica media è associato a un aumento del 30% della mortalità per tutte le cause.

Baxdrostat è un inibitore selettivo dell’aldosterone sintasi, progettato per ridurre la produzione di aldosterone e migliorare il controllo pressorio. Le concentrazioni massime nel sangue vengono raggiunte entro 2–4 ore dalla somministrazione, con un’emivita compresa tra 26 e 30 ore. Sono attualmente in corso studi sulla molecola anche per l’aldosteronismo primario, la malattia renale cronica in combinazione con dapagliflozin e la prevenzione dello scompenso cardiaco in pazienti ad alto rischio.

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