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30 Ottobre 2025

Alzheimer, pubblicato il documento dell’EPA: percorso condiviso per l’uso dei nuovi farmaci modificanti la malattia

Un gruppo multidisciplinare di esperti italiani ha definito le linee guida per preparare il sistema sanitario all’arrivo dei nuovi farmaci modificanti il decorso della malattia di Alzheimer


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Un gruppo multidisciplinare di esperti italiani ha definito le linee guida per preparare il sistema sanitario all’arrivo dei nuovi farmaci modificanti il decorso della malattia di Alzheimer. Il documento dell’Expert Panel on Alzheimer’s Disease (EPA), pubblicato su Neurological Sciences e presentato al 55° Congresso della Società Italiana di Neurologia (SIN) di Padova, rappresenta il primo modello condiviso per l’organizzazione dei percorsi diagnostico-terapeutici e la gestione dei pazienti candidabili a queste terapie.

Coordinato dalla Società Italiana di Neurologia, il panel riunisce rappresentanti di geriatria, medicina nucleare, radiologia, biochimica clinica, medicina di laboratorio, psicologia e associazioni di pazienti. L’obiettivo è delineare un ecosistema clinico e organizzativo in grado di affrontare l’introduzione dei farmaci anti-Amiloide, la cui disponibilità in Italia è attesa nei prossimi mesi, garantendo sicurezza, appropriatezza e uniformità di accesso.

“Abbiamo riunito le principali società scientifiche e i loro rappresentanti per costruire un modello integrato di gestione della malattia di Alzheimer – ha spiegato Alessandro Padovani, direttore della Clinica Neurologica dell’Università di Brescia e past president SIN, in un’intervista a Sanità33.



L’alleanza tra diverse competenze è l’unica strada per creare un ecosistema capace di assicurare equità di cura e percorsi armonizzati sul territorio. Non possiamo permettere differenze tra regioni o strutture di serie A e di serie B. Lavoriamo a regole condivise che tutelino la sicurezza dei pazienti, supportino caregiver e famiglie e garantiscano l’accesso ai nuovi farmaci in condizioni di sicurezza”.

Secondo Padovani, la costruzione di un approccio multidimensionale passa anche dal coinvolgimento degli psicologi e dei professionisti della riabilitazione cognitiva: “L’obiettivo è prendersi cura della persona nella sua interezza, non solo del paziente trattabile”.

Sulla stessa linea Marco Bozzali, professore associato di neurologia all’Università di Torino e uno dei coautori del documento, che evidenzia l’importanza dei biomarcatori e della diagnosi neurobiologica per l’accesso alle nuove terapie. “Per utilizzare farmaci in grado di modificare il decorso della malattia è indispensabile una diagnosi fondata su marcatori biologici – ha dichiarato a Sanità33 –. Solo così possiamo essere certi che il trattamento sia rivolto ai pazienti giusti, ottimizzando le risorse e riducendo i rischi”.



Bozzali sottolinea che il documento EPA definisce un percorso a gradini: dall’identificazione precoce dei disturbi cognitivi minori, alla conferma diagnostica con biomarcatori e imaging, fino al monitoraggio dei pazienti trattati. “È un modello pensato per garantire sostenibilità e appropriatezza, rendendo disponibili i farmaci modificanti il decorso solo a chi può realmente beneficiarne.”

Il panel auspica ora un confronto con le istituzioni, in particolare con AIFA e Ministero della Salute, per la definizione di criteri nazionali di eleggibilità, monitoraggio e sicurezza, che accompagnino l’introduzione dei nuovi farmaci anti-Amiloide nella pratica clinica.

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