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17 Aprile 2024

Al Politecnico di Milano il 13° congresso dell’International academy for design and health

Una tre giorni di lavori sul Salutogenic Design. Questo il nocciolo del 13° Congresso mondiale dell’International academy for design and health, tenutosi al Politecnico di Milano: “Revitalizing Health by Salutogenic Design. Healthy Environment, Healthy People”
 


Al Politecnico di Milano il 13° congresso dell’International academy for design and health

Una tre giorni di lavori sul Salutogenic Design. Questo il nocciolo del 13° Congresso mondiale dell’International academy for design and health, tenutosi al Politecnico di Milano: “Revitalizing Health by Salutogenic Design. Healthy Environment, Healthy People”.
Multidisciplinare per definizione il congresso ha visto avvicendarsi Architetti, designer, pianificatori sanitari, ingegneri, esperti della sanità pubblica, medici ed economisti, che hanno condiviso conoscenze ed esperienze.
Il focus del congresso: un ripensamento complessivo dell’architettura e, più in generale dell’urbanistica, delle città in tempi nei quali più forte è la sensibilità verso i concetti di rispetto dell’ambiente e di sostenibilità. Nevralgico, in questo scenario generale, il dibattito sulle strutture sanitarie del futuro, da costruire o da ricostruire: non più luoghi di ricovero più o meno accoglienti, ma esempi di una architettura “salutare”, in termini ambientali e di presenza umana.
Alla base di tutto il concetto di Salutogenesi, che si deve al sociologo americano Aaron Antonovsky, e che si può ricondurre a un obiettivo di convivenza sociale che superi il dualismo meccanicistico salute-malattia per creare condizioni di vita il più possibile salutari e di benessere per tutti i cittadini

Ritorno a Milano
Sospeso dal 2020 per i motivi legati alla pandemia, il congresso è tornato a Milano, dove si era tenuta l’ultima edizione, nel 2019. Il presidente dell’Academy Alan Dilani tiene a sottolineare che Milano e l’Italia in generale rappresentano luoghi nei quali l’attenzione alla qualità della vita, agli stili di vita, è più forte che altrove. E del resto - fa notare nella sua prolusione il vicerettore del Politecnico Emilio Faroldi - l’Italia figurava al primo posto nell’Healthiest Countries Index stilato da Bloomberg nel 2017.
Come sottolinea in apertura Stefano Capolongo, direttore del Dipartimento ABC e referente scientifico del Design & Health lab del Politecnico, non solo l’ateneo milanese figura sempre ai primi posti nei ranking internazionali ma emerge come una avanguardia assoluta quando si parla di sviluppo sostenibile e di responsabilità sociale.  E la relazione di Stefano Boeri, che dal Polimi proviene, sulle prospettive di una città sempre più green, come dovrebbe essere la Milano del futuro, è emblematica; partendo, come è ovvio, da quel celeberrimo prototipo di edilizia residenziale che è il Bosco Verticale.

Un nuovo concetto di architettura per la sanità
Il 10% delle emissioni di Co2 è dovuta a strutture sanitarie, mentre il 70% degli ospedali italiani sono obsoleti. Provocazioni? Tutt’altro, sono percentuali vere che fanno da premessa all’intervento Andrea Brambilla, ricercatore del Polimi. E allora nel progettare gli ospedali della Next Generation l’obiettivo deve essere quello di creare condizioni di lavoro adeguate prima di tutto per i dipendenti di quella struttura: una sostenibilità a tutto tondo che coinvolga pazienti e personale sanitario, partendo dal presupposto che si tratta di investimenti in salute e non, come spesso si usa dire, di spese che budget privati o pubblici che siano non sono in grado di sopportare.
E del resto esperienze “sul campo” esistono da tempo, come quella raccontata da Margaret Vos, microbiologa dell’Erasmus University Medical Center di Rotterdam. Nel 2018 il Centro si trasferì in un nuovo ospedale, composto al 100% da camere singole. Il caso volle che poco dopo scoppiasse la pandemia da Covid-19, uno stress test non da poco. Dai risultati di tre differenti studi condotti recentemente   si evince - fa notare Vos - che le camere singole hanno effetti benefici in termini di riduzione dei rischi di infezioni batteriche per pazienti e personale sanitario. Un ambiente più sano per tutti, insomma, e soprattutto una metodica, questa delle camere singole, che potrebbe rappresentare un punto fermo per gli ospedali del futuro. Con qualche limite, forse, in termini di socialità tra pazienti, cui si può porre rimedio con soluzioni alternative.

Sanità territoriale
Come è noto, il Piano nazionale di ripresa e resilienza punta sul rilancio della sanità territoriale, messa a dura prova dalla pandemia, attraverso la creazione di una rete capillare di Case di comunità che, almeno sulla carta, dovrebbero alleggerire ospedali e pronto soccorso dalle patologie più ordinarie e consentire ai cittadini cure primarie più facilmente accessibili in termini di orari e di ampiezza dei servizi offerti. 
Potrebbe essere una grande occasione - evidenziano nelle loro relazioni Erica Brusamolin, Maddalena Buffoli e Marco Gola, ricercatori del Polimi - per ripensare le cure del territorio non solo in termini quantitativi ma prima ancora qualitativi, dando vita cioè a Case di comunità progettate secondo criteri moderni, più attenti all’impatto ambientale, alla sostenibilità generale, al benessere di pazienti e staff. In questo senso di grande importanza la partnership avviata tra Agenas e Politecnico di Milano per stilare linee guida che possano essere di supporto alle pubbliche amministrazioni, che della promozione di questa nuova sanità territoriale sono i principali artefici.
 

Giuseppe Tandoi

TAG: DESIGN AND HEALTH

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