Farmaci
06 Marzo 2023 Disparità regionale, velocità di arrivo dei farmaci e ritardo culturale: sono alcuni degli elementi di debolezza dell’attuale sistema di accesso alle cure farmacologiche, emersi nel corso della XXI edizione della Conferenza Nazionale sulla Farmaceutica che si è svolta all’ Hotel Four Points Sheraton di Catania
Disparità regionale, velocità di arrivo dei farmaci e ritardo culturale: sono alcuni degli elementi di debolezza dell’attuale sistema di accesso alle cure farmacologiche, emersi nel corso della XXI edizione della Conferenza Nazionale sulla Farmaceutica che si è svolta all’ Hotel Four Points Sheraton di Catania dal 2 al 3 marzo. «La conferenza di quest’anno rappresenta la maturazione di un percorso, iniziato 21 anni fa, rispetto alla farmaceutica italiana. Oggi l’accesso ai farmaci è di fronte a una svolta legata da un lato, all'esperienza maturata con la pandemia quando abbiamo dovuto adottare procedure di accesso del tutto nuove per ottenere subito la disponibilità di farmaci e dall’altro, all’attuale profonda ristrutturazione istituzionale che è stata attivata in Aifa». Filippo Drago, responsabile scientifico della Conferenza e direttore del Master in discipline regolatore, Catania, spiega, a Sanità33, i presupposti dai quali è partita la Conferenza per cercare di offrire nuovi spunti al nostro sistema di accesso ai farmaci.
«La priorità è cercare di essere più veloci, equi e garanti nell’accesso ai farmaci a livello regionale», dichiara, a margine della Conferenza, Marcello Cattani, presidente Farmindustria. L’esperto bolla come «inaccettabile» il fatto che «oggi l’Italia sconti un ritardo di 14 mesi, rispetto a un Paese come la Germania, nel momento in cui l’Ema approva un farmaco, e una forbice che va da 0 a 16 mesi nell'accesso regionale». Ecco perché tra le priorità, secondo Cattani, c’è «la necessità di una riforma dell’Aifa che metta al centro un grande cambiamento culturale che è quello della logica del costo rispetto alla logica dell'investimento in salute e in farmaci». Come attuare tutto ciò? «Con i modelli di value based e di HTA che riescano a coniugare il valore clinico, economico e sociale. In sostanza, i costi evitati e benefici arrecati alla salute e quindi alla riduzione di tutte quelle prestazioni che sono sia sanitarie che previdenziali». Il presidente di Farmindutria riconosce, però, anche i passi avanti fatti di recente dal nuovo Governo con l’approvazione del regolamento sulla ricerca clinica che «darà l’opportunità ai cittadini italiani di entrare e accede ai farmaci in fase di sperimentazione, ai clinici di sperimentare e alle aziende di portare investimenti. È stato colmato un gap di 8 anni». C'è ancora un ulteriore nodo che deve essere sciolto, «quello del payback», ricorda Cattani. Con il sistema attuale, «non siamo in grado di sfruttare le risorse che già ci sono, dobbiamo uscire da questa logica e darci regole nuove che non prevedano più il payback entro un certo numero di anni e che, quindi, possano renderci più forti, più attrattivi di investimenti e di competenze sul Paese».
Le sfide future, dunque, «sono dovute alla grandissima innovazione emersa dall’era genomica, alla quantità sempre maggiore di farmaci, con un potenziale sempre più alto di poter curare e andare incontro ai bisogni insoddisfatti dei pazienti», spiega a margine della Conferenza Armando Genazzani, componente Chmp, Ema. «La grande problematica – aggiunge - è la velocità con il quale arrivano» i farmaci, «forse l'impreparazione di chi deve valutare ma anche una quantità di dati che non sempre sono sufficienti per riuscire a immaginare quanto valga questo farmaco». La conferenza si è conclusa con una delle principali novità di quest’edizione: «i workshop, curati da Edra, in cui le aziende farmaceutiche presenti hanno potuto esprimersi in Focus Group, individuando possibili soluzioni e proponendo spunti più utili alla nuova Aifa per una revisione degli strumenti normativi che regolano l’accesso ai farmaci. Quattro sono stati i temi scelti: Early access, orphan drugs, ATMPs e accesso regionale», ha concluso Drago.
Anna Capasso
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