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Miopia

28 Novembre 2025

Miopia pediatrica, le sfide e le opportunità da cogliere per evitare le conseguenze più gravi

Ampio spazio dedicato alle opzioni terapeutiche disponibili, con particolare attenzione all’atropina a basso dosaggio. La Commissione Europea ha autorizzato l’immissione in commercio del primo collirio a base di atropina 0,01 mg/ml per rallentare la progressione della miopia pediatrica


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La miopia, che si manifesta nei bambini e negli adolescenti, rappresenta oggi un fenomeno con tassi di incidenza in forte crescita sia in Italia sia a livello globale. La condizione va ben oltre la semplice necessità di indossare occhiali perché che incide sulla qualità della vita immediata del bambino e comporta rischi seri per la salute visiva a lungo termine. Ai programmi di screening strutturati, alla formazione dei pediatri sul territorio e ai percorsi diagnostico-terapeutici non ancora standardizzati è stato dedicato un evento a Roma che ha posto il focus sulle sfide e sulle opportunità future.  Dal confronto, è emersa la necessità di sensibilizzare istituzioni, comunità scientifica, pediatri, scuole e famiglie sull'importanza della prevenzione e della diagnosi precoce, promuovendo linee guida e percorsi diagnostico-terapeutici uniformi. Ampio spazio è stato dedicato alle opzioni terapeutiche disponibili, con particolare attenzione all’atropina a basso dosaggio (0,01%), opzione terapeutica in grado di ridurre la progressione della miopia fino al 50% nei bambini. In Italia, fino ad oggi, tale opzione è stata disponibile unicamente come formulazione galenica off-label. Recentemente abbiamo assistito ad un importante passo avanti regolatorio: la Commissione Europea ha autorizzato l’immissione in commercio del primo collirio a base di atropina 0,01 mg/ml indicato per rallentare la progressione della miopia pediatrica, segnando un importante cambio di paradigma nella gestione clinica e garantendo maggiori standard di sicurezza ed equo accesso al trattamento. Durante l’evento è stato inoltre presentato il Libro bianco dal titolo “Miopia pediatrica: sfide attuali e opportunità future”, edito da Edra, con il contributo non condizionante di Santen, che si propone come un compendio delle più recenti evidenze scientifiche sul tema e conta sulle competenze di un board scientifico di alto livello, e lanciata la proposta di stilare un Piano nazionale che metta a sistema la presa in carico dei pazienti.

Popolazione miope in aumento

La miopia è il risultato di un bulbo oculare che, in genere, è eccessivamente lungo, il che fa sì che i raggi luminosi in arrivo vengano focalizzati non sulla retina, come dovrebbero, ma davanti ad essa, rendendo gli oggetti distanti sfocati. Le conseguenze di una vista limitata si ripercuotono direttamente sul benessere quotidiano e sull'apprendimento dei bambini. La difficoltà a vedere chiaramente la lavagna o a partecipare ad attività sportive, infatti, può portare a frustrazione, affaticamento visivo, e a un potenziale calo del rendimento scolastico. L’iniziativa del Libro bianco ha l’obiettivo di migliorare l’informazione anche su queste conseguenze. “Cerca di produrre sensibilizzazione su un argomento, la miopia, che è diventato di estrema attualità”, spiega Francesco Bandello, presidente dell'Associazione pazienti malattie oculari (Apmo). Sul piano epidemiologico, infatti, stiamo assistendo in tutti i Paesi del mondo, a un aumento sostanziale del numero dei bambini miopi. “Nel 2050 – continua – il numero di persone miopi nel mondo sarà pari al 50%. All'interno di questa percentuale, una grossa quota di pazienti miopi è destinata a sviluppare le complicanze della miopia, che oltre a essere un vizio di refrazione è anche una malattia perché quando supera un certo numero di diottrie, produce delle complicanze a carico della retina, come il glaucoma, la degenerazione maculare miopica e il distacco di retina, che sono malattie gravemente invalidanti”.

Gli strumenti da utilizzare per fermare la progressione della miopia esistono: “ci sono le lenti e il presidio farmacologico, come il collirio a bassa concentrazione di atropina che, se somministrata nei bambini fino all'età adolescenziale, è in grado di rallentare la progressione del deficit miopico. Queste non sono ipotesi – sottolinea Bandello – sono già dei dati di fatto, derivanti da studi epidemiologici pubblicati da riviste scientifiche di significativo livello”. 

Un Piano contro la miopia 

Oggi in Italia due milioni di bambini tra i 6 e i 16 anni soffrono di miopia, malattia ingravescente e cronica. “Vogliamo – annuncia l’on. Paolo Russo, oculista e componente intergruppo parlamentare "Tutela della vista" – offrire a questi bambini l'opportunità che la malattia non si aggravi e soprattutto che non si avverino conseguenze ulteriori particolarmente rischiose e dannose”. Per tutelare la popolazione, durante l’evento è emersa la necessità di dare vita a un Piano nazionale per la miopia che “deve prevedere – spiega Russo – l'organizzazione delle cose che già esistono e si fanno, mettendole a sistema tramite uno screening nazionale per tutti i bambini in età prescolare con una presa in carico da parte del sistema sanitario nazionale con linee guida adeguate uguali dappertutto. Oggi abbiamo da una parte i presidi farmacologici, le lenti particolari, ma anche una forma di laser. Abbiamo possibilità terapeutiche capaci per ridurre la miopia e limitare i danni. È possibile farlo, tocca alla politica fare il passo successivo”.

Divulgazione a popolazione e politica

Intervenire nella progressione della miopia nei bambini è necessario, ribadisce Aldo Vegge, responsabile servizio di strabologia, oftalmologia pediatrica Clinica oculistica Universitaria di Genova: “la miopia – dice – non è solo portare un paio di occhiali. È una condizione clinica, un difetto refrattivo che potenzialmente può diventare una vera e propria malattia dell'occhio se di entità elevata. È inoltre uno dei fattori che altera la qualità di vita di bambini e genitori, sia che questa sia corretta o non corretta. Sappiamo quanto sia importante agire perché oggi possiamo avere a disposizione delle strategie per ridurre la progressione miopica, considerate efficaci dalla letteratura scientifica”. Il Libro Bianco può essere uno “strumento catalizzatore”, secondo il professor Vegge: “è stato scritto – sottolinea – da persone che portano l'evidenza scientifica, quindi informazioni inconfutabili da divulgare in maniera semplice a popolazione e politica, facendo capire quali sono gli obiettivi e fondamentalmente le strategie che possono essere utilizzate”.

La sfida maggiore: evitare la progressione

Nella gestione della miopia in età pediatrica la sfida maggiore consiste nell’evitare che progredisca e diventi elevata: “le strategie che oggi abbiamo – osserva Vegge – hanno maggiore efficacia, soprattutto se iniziate in una condizione miopica meno elevata”. L’aderenza alla terapia fa la differenza. “Consideriamo – continua – che un soggetto miope elevato verosimilmente avrà quelli che si chiamano trattamenti combinati, cioè più di uno. Quindi questo è un problema anche di costi e di aderenza alla terapia”.

Presa in carico da parte di diverse figure professionali

La prevenzione della miopia prevede uno screening precoce e regolare da estendere a tutta la popolazione pediatrica, “specie nei casi in cui i genitori siano miopi”, suggerisce Luca Buzzonetti, responsabile UOC Oculistica Ospedale pediatrico Bambino Gesù, “perché il fattore fondamentale che determina la miopia è l'ereditarietà”. Se entrambi i genitori sono miopi, la probabilità che il figlio sia miope aumenta di cinque volte di miopia, se è uno solo, aumenta di due. Per promuovere la prevenzione, “le varie figure professionali – continua – che interagiscono potrebbero, in maniera complementare, occuparsi anche della prevenzione e seguire un protocollo, una linea guida semplice, chiara, comune, condivisa su base scientifica”. Il Piano nazionale per la miopia potrebbe essere utile “perché i punti chiave sono la prevenzione, quindi la sensibilità rispetto alla diagnosi precoce, la chiarezza sui rischi che può comportare una miopia che progredisce, i costi per i trattamenti per le patologie legate alla miopia”. 

Il buon esempio degli adulti

Per prevenire le patologie pediatriche anche della vista è importante puntare sulla diffusione degli stili di vita e dei comportamenti più corretti di cui i genitori devono mostrare l’esempio. A cominciare da un uso più contenuto di smartphone o altri dispositivi elettronici da parte degli adulti in presenza dei bambini. “L'esempio infatti – commenta Rino Agostianiani, presidente Società italiana di pediatria (Sip), – vale più di mille parole. Non è pensabile poter indirizzare un bambino verso un corretto comportamento se i genitori o fratelli più grandi fanno una cosa assolutamente diversa. Quindi, se chiediamo ad un bambino di non usare i device nelle ore serali prima di andare a dormire, lo stile di comportamento che deve essere familiare”. A proposito del Libro bianco il presidente di pediatri aggiunge: “sono convinto che questo documento­­ –­ possa rappresentare un utile strumento per trasportare la consapevolezza scientifica sul problema in una attività pratica quotidiana. Può essere estremamente utile una sua diffusione per i pediatri che possono essere a loro volta la modalità con la quale tutta una serie di informazioni sui comportamenti corretti per la prevenzione o per la diagnosi precoce della miopia possono essere trasmessi alle famiglie e il libro bianco è uno strumento in questo senso”.

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