ospedali
20 Maggio 2024Estremamente digitale, supportato dall'intelligenza artificiale, senza reparti predefiniti e accogliente, con tanto verde e con una forte impronta di sostenibilità. L'ospedale del futuro dovrà essere flessibile e modulare, lo sottolinea Giovanni Guizzetti dell'Aiic
''Estremamente digitale, supportato dall'intelligenza artificiale, senza reparti predefiniti e accogliente, con tanto verde e con una forte impronta di sostenibilità. L'ospedale del futuro dovrà essere flessibile, modulare anche perché il Covid-19 ci ha insegnato che può essere necessaria una riconfigurazione rapida dei posti letto''. A sottolinearlo Giovanni Guizzetti, ingegnere clinico dell'Associazione italiana ingegneri clinici e direttore sociosanitario Asst Ovest Milanese, coordinando la sessione dedicata al tema nel corso del Convegno nazionale dell'Aiic che si è chiuso a Roma il 18 maggio presso il Centro Congressi La Nuvola.
''Per capire quale possa essere il futuro dei centri di cura continua Guizzetti dobbiamo capire quale sarà il futuro di tutte le assistenze sanitarie del cittadino e, quindi, anche come si arriverà a impostare una nuova relazione tra sanità domiciliare e sanità territoriale. In questo senso la convinzione emersa dagli interventi di tutti gli esperti coinvolti da Aiic è quella condivisa anche a livello internazionale: all'ospedale del futuro il paziente cronico non dovrà accedere pressoché mai, se non in casi rarissimi ed in condizioni di vivibilità decisamente differenti che nel passato''. Tra le novità più importanti che vengono delineate, inoltre, spicca la tendenza a pensare, sottolinea Guizzetti, ''che non ci sarà una differenziazione fra un reparto e l'altro, ma che la strutturazione degli spazi e dei percorsi sarà progettata in base all'intensità di cura. Il tutto con una particolare attenzione al contatto con la natura, e con maggiori presenze di aree verdi perché questo, è dimostrato ampiamente, contribuisce anche al maggior benessere del paziente''.
''Il futuro dei nostri ospedali parte da ciascuno di noi che ci aspettiamo di essere presi in cura, prima ancora che essere curati aggiunge Paolo Petralia, vicepresidente vicario Fiaso e direttore generale Asl 4 Liguria descrivendo l'evoluzione dell'assistenza ospedaliera Gli ospedali non sono stati sempre soltanto luoghi di auspicabile guarigione, di cura di malattie, ma sono nati come luoghi di accoglienza, di ospitalità per viandanti e pellegrini. Con l'avanzare della tecnologia e della scienza, devono diventare percorsi, spazi, prospettive di presa in carico e di cura e in questo un ruolo importante è giocato dalla digitalizzazione e dall'intelligenza artificiale''. Si tratta quindi di sviluppare ''un modello di ospedale che dialoga con il territorio continua Petralia - e di territorio che va verso l'ospedale in una logica di circolarità e non di esclusività''.
Nell'ospedale del futuro, ''ci saranno molte camere singole'', almeno la metà dei posti letto, ''non solo per un maggiore comfort del paziente precisa Guizzetti ma anche perché questo permette di controllare meglio le infezioni ospedaliere. E soprattutto sarà un ospedale totalmente digitalizzato in cui le applicazioni di intelligenza artificiale supporteranno tutto il processo di diagnosi e cura''. Visione confermata da Petralia, che dichiara che nei centri di cura ''non si dovrà condividere la camera con altre persone e, grazie alla tecnologia, sarà realizzata la virtualizzazione dei posti letto grazie alla quale non sarà più necessario dover dormire in ospedale per essere curati'' perché, con la condivisione dei dati, ''l'assistenza sarà fornita al bisogno, a domicilio''. A livello tecnologico, ''l'intelligenza artificiale potrà affiancare e sostenere gli operatori, ma anche i pazienti nell'esperienza di permanenza in ospedale per ottenere risposte che sono avanzate dal punto di vista dei contenuti clinici, ma anche sostenibili e gradevoli dal punto di vista della modalità con cui vengono erogati''.
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