Governo e Parlamento
12 Settembre 2024La Federazione nazionale degli Ordini TSRM e PSTRP, richiama con forza l’attenzione delle istituzioni e dell’opinione pubblica sulla necessità di applicare in maniera più rigorosa le norme esistenti
“La violenza contro i professionisti sanitari deve essere vista come un attacco a figure che rappresentano e, nel loro esercizio, incarnano lo Stato, al pari di insegnanti, agenti delle forze dell'ordine o altri funzionari pubblici”. A ribadirlo in una nota dopo l’incontro odierno con il ministro della Salute Teresa Calandra, Presidente della FNO TSRM e PSTRP che alla luce dei crescenti episodi di violenza nei confronti dei professionisti sanitari, richiama con forza l’attenzione delle istituzioni e dell’opinione pubblica sulla necessità di applicare in maniera più rigorosa le norme esistenti, con un ulteriore impegno per il loro miglioramento.
“La normativa attuale prevede già misure significative per la prevenzione delle aggressioni, come sancito nell’articolo 2 della legge 113 del 2020, con l’istituzione dell'Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli esercenti delle professioni sanitarie e sociosanitarie (ONSEPS), incaricato del monitoraggio degli episodi di violenza e della promozione di studi, buone pratiche e formazione” sottolinea Calandra. “Inoltre, l’articolo 7 della stessa norma stabilisce protocolli operativi con le forze di polizia per garantire interventi tempestivi in caso di aggressioni. Tuttavia, queste misure devono essere implementate con maggiore decisione e migliorate, per rispondere adeguatamente alle sfide attuali. Nel breve termine, è necessario intervenire con misure repressive per garantire la sicurezza dei professionisti sanitari, come il controllo più rigoroso degli accessi dei visitatori alle strutture sanitarie e il rafforzamento dei sistemi di vigilanza. Tuttavia, il tema deve essere affrontato in una prospettiva più ampia, investendo anche in questo caso sulla prevenzione. È cruciale” continua la presidente FNO TSRM e PSTRP “comprendere in profondità le cause che portano a questi episodi di violenza. In che modo l’organizzazione delle strutture sanitarie, il numero del personale in servizio e le loro capacità comunicative hanno influito nei contesti in cui si sono verificati questi episodi. Solo attraverso una raccolta accurata di dati e informazioni si potrà identificare, comprendere e affrontare correttamente il problema. Per affrontare in modo duraturo il problema delle aggressioni”, si conclude la nota, “è essenziale ricostruire un rapporto di fiducia reciproca tra i professionisti sanitari e i cittadini. Le Istituzioni devono agire attraverso strategie di sensibilizzazione pubblica, promuovendo esperienze positive con gli operatori sanitari, coinvolgendo attivamente la cittadinanza e adottando una comunicazione bidirezionale, che favorisca il dialogo e la comprensione tra le parti».
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