Hiv
02 Dicembre 2025Su PLOS Medicine Fauci e Folkers evidenziano tutti i progressi nella prevenzione e nella terapia dell’HIV

È possibile arrivare alla fine della pandemia di HIV/AIDS grazie ai progressi nella terapia e nella prevenzione, ma il risultato rischia di essere compromesso dalle interruzioni dei finanziamenti agli aiuti sanitari internazionali, in particolare verso Global Fund e PEPFAR. È l’avvertimento lanciato da Anthony Fauci, Distinguished University Professor alla Georgetown University, e da Greg Folkers, suo collaboratore ai National Institutes of Health, in un articolo pubblicato su PLOS Medicine dal titolo “Treatment and prevention of HIV/AIDS: Unfinished business”.
Secondo gli autori, i programmi internazionali hanno consentito negli anni un’ampia implementazione di strategie di prevenzione e di trattamento che hanno salvato milioni di vite. Tuttavia, le recenti sospensioni dell’assistenza allo sviluppo statunitense che hanno portato all’interruzione di servizi clinici “probabilmente hanno già determinato malattia e morte di migliaia di persone con HIV”. Studi di modellizzazione, riportano Fauci e Folkers, suggeriscono che milioni di nuove infezioni e decessi aggiuntivi potrebbero verificarsi se i finanziamenti sospesi non verranno ripristinati e ampliati.
Il contesto epidemiologico rimane critico. Nel 2024 le persone che vivevano con HIV nel mondo hanno superato i 40 milioni, con 1,3 milioni di nuove infezioni e 660.000 decessi nello stesso anno.
Fauci e Folkers richiamano quindi la necessità di un rinnovato impegno politico, invitando il Congresso degli Stati Uniti a rifinanziare in modo adeguato il Global Fund e il President’s Emergency Plan for AIDS Relief (PEPFAR).
Gli autori sottolineano tuttavia che i due programmi, pur fondamentali, non sono sufficienti da soli a eliminare l’epidemia. Per raggiungere l’obiettivo è richiesta una risposta multipartner, basata sul maggiore coinvolgimento diretto dei singoli Paesi e sul contributo coordinato di agenzie internazionali, donatori, gruppi comunitari, aziende farmaceutiche, ricerca e sistemi sanitari.
“Solo con uno sforzo articolato su più livelli sarà possibile porre fine alla pandemia di HIV/AIDS”, concludono.
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