Governo e Parlamento
09 Settembre 2024Dalla Manovra ai superbatteri, fino al Fondo sanitario. Il ministro della Salute Orazio Schillaci, ospite nella prima giornata della Festa Tricolore di Fratelli d’Italia ad Ascoli, fa il punto suoi passi avanti fatti in sanità e sulle prossime mosse. "Siamo arrivati a 134 miliardi sul Fondo sanitario nazionale e sono previsti quasi 5 miliardi per quest'anno”
Dalla Manovra ai superbatteri, fino al Fondo sanitario. Il ministro della Salute Orazio Schillaci, ospite nella prima giornata della Festa Tricolore di Fratelli d’Italia ad Ascoli, fa il punto suoi passi avanti fatti in sanità e sulle prossime mosse. "Siamo arrivati a 134 miliardi sul Fondo sanitario nazionale e sono previsti quasi 5 miliardi per quest'anno. In più stiamo discutendo col ministro Giorgetti quelle che saranno le risorse" aggiuntive nella Manovra in cantiere”, spiega Schillaci. “Il Covid ha chiarito una sola cosa: che la salute è un bene talmente importante. E nessuno vuole ovviamente non finanziare adeguatamente la sanità", sostiene il ministro della Salute.
Manovra
"Oggi i nostri oppositori politici scoprono che bisogna valutare la spesa sul Pil e fanno delle proiezioni - ha continuato Schillaci - Il problema però è che un sistema universalistico è diverso dai sistemi mutualistici che ci sono in molti altri Paesi europei. È chiaro che noi vogliamo avere più risorse, ma soprattutto le vogliamo spendere bene: le vogliamo spendere perché i cittadini non abbiano più liste di attesa lunghe, perché i pronto soccorso funzionino meglio avendo più medici a disposizione, perché gli operatori sanitari siano pagati meglio e perché non vengano più aggrediti. È un discorso a 360 gradi". "E noi le idee le abbiamo - ha ribadito il ministro - non è solo un problema di soldi. Per esempio, abbiamo due collegati alla Finanziaria: uno riguarda la rimodulazione dei Dm 70 e 77, quindi rivedere quella che è la struttura dell'organizzazione sanitaria a livello centrale e territoriale, e l'altro - molto importante - è quello legato alle professioni sanitarie". Quanto alle misure introdotte sulle liste d'attesa, "gli effetti della riforma io credo che li vedremo già nei prossimi mesi". "Bisogna poi ripensare alcuni percorsi" di specializzazione, ha affermato Schillaci - Col ministro Giorgetti stiamo parlando anche del fatto che i giovani che scelgono alcune specializzazioni oggettivamente più complesse, e meno appetibili perché magari danno meno possibilità di lavorare in privato, sin dall'inizio della scuola di specializzazione possano essere pagati meglio e possano avere maggior sicurezza dopo".
Prevenzione
Uno dei temi caldi evidenziati dal ministro concerne l'emergenza dei 'superbatteri' resistenti agli antibiotici: "La nuova pandemia già c'è ed è l'antimicrobico-resistenza”. "Sicuramente siamo un'eccellenza in tanti altri campi - ha sottolineato - ma su questo siamo un po' indietro. Stiamo cercando di far capire che gli antibiotici vanno presi quando necessari" e "abbiamo già parlato con il ministero della Finanza perché è necessario avere anche un programma economico", ha precisato Schillaci. "Succede - ha spiegato - che l'industria oggi non investe nei nuovi antibiotici perché hanno un ritorno economico scarso. Dobbiamo assicurarci di avere un programma finanziario adeguato" e per questo "dentro il G7 della Salute ci sarà una sessione in comune anche con il ministero delle Finanze". Sulla prevenzione "dobbiamo assolutamente fare di più". Anche a livello di investimenti, perché "il 5% del Fondo sanitario" nazionale dedicato alla prevenzione "secondo me è poco. Stiamo lavorando per cercare di poter portare addirittura fino al 7% ciò che deve essere investito in prevenzione". "I risultati magari non li abbiamo domani, ma fra 10-15 anni li avremo di sicuro", ha precisato. Nessun sistema sanitario nazionale potrà essere pienamente sostenibile - ha ribadito Schillaci - se non riduciamo il numero dei malati futuri". Il ministro termina il suo discorso con una considerazione, “maturata anche prima di questa mia esperienza al Governo”: “se un cittadino che passa un periodo di ricovero dentro un ospedale pubblico quando esce, insieme alla cartella, avesse segnato tutto ciò che gli è stato fatto e quanto costa" ogni voce, "forse allora tutti avrebbero più coscienza che in quei giorni in cui sono stati ricoverati in una struttura sanitaria pubblica lo Stato, o meglio la Regione, ha speso tanti soldi per prendersi cura di quella persona. Questo è molto importante".
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