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Governo e Parlamento

17 Luglio 2024

Liste d’attesa, finito voto emendamenti e riscritto articolo 2

La commissione Sanità del Senato ha concluso ieri le votazioni degli emendamenti e sub emendamenti al decreto liste d'attesa. All'ordine del giorno, oggi, ci sono l'esame degli ordini del giorno e il voto sul mandato del relatore per portare il decreto in Aula


Liste d’attesa, finito voto emendamenti e riscritto articolo 2

La commissione Sanità del Senato ha concluso ieri le votazioni degli emendamenti e sub emendamenti al decreto liste d'attesa. All'ordine del giorno, oggi, ci sono l'esame degli ordini del giorno e il voto sul mandato del relatore per portare il decreto in Aula. La discussione generale è prevista oggi alle ore 17, mentre il voto finale (in prima lettura) dovrebbe esserci giovedì. Modificato il tanto contestato articolo 2. Oggetto del contendere era, in particolare, la possibilità per il ministero della Salute di scavalcare le Regioni nel controllo sull'operato delle singole Asl per la gestione e il riassorbimento delle liste d'attesa. Presentate tre proposte di modifica dal relatore che riscrivono di fatto l'articolo 2 del provvedimento, quello che la Lega e le Regioni volevano venisse soppresso. Ora di fatto, l''Organismo' di controllo previsto nella versione originaria, alle dirette dipendenze del ministero, entrerà in azione solo in caso di inerzia delle Regioni. Il controllo infatti verrà svolto direttamente dalle Regioni attraverso il 'Ruas', il Responsabile unico dell'assistenza sanitaria della regione. Tolti all''Organismo' anche i poteri di polizia giudiziaria. Viene meno anche la vigilanza sugli erogatori privati.

Il presidente della commissione Francesco Zaffini si è detto soddisfatto: Oggi “andiamo in aula, ringrazio tutti i componenti della commissione per il grande e corretto lavoro svolto". È proseguito, intanto, il muro contro muro delle opposizioni anche se le regioni hanno fatto trapelare una velata soddisfazione per la riscrittura dell'articolo 2, ma come ha spiegato il coordinatore della Commissione Salute della Conferenza delle Regioni, l'emiliano Raffaele Donini il testo avrebbe ancora delle "criticità". Intanto il fuoco di fila delle opposizioni si è fatto sentire per tutto il giorno, con il capogruppo dem a Palazzo Madama Francesco Boccia che è arrivato addirittura a chiedere il ritiro di un testo "pasticciato e pericoloso" anche se poi ha salutato con favore la mancanza di un voto di fiducia, pur osservando che "la montagna ha partorito un topolino perché questa riformulazione arzigogolata della maggioranza è pessima e farà altri danni". Per la segretaria del Pd Elly Schlein il governo vuole di fatto "smantellare la sanità pubblica", tant'è che "in 21 mesi di governo è il primo decreto che viene dedicato al problema della sanità" e dunque della "salute degli italiani". La leader dem ha poi ricordato come il suo partito abbia chiesto in sostanza due cose: "che venissero destinate più risorse alla sanità pubblica, cioè il 7,5% che è la media europea del Pil", e che fosse azzerato "il tetto alle assunzioni".

"Noi non siamo contro il provvedimento a prescindere ha osservato la capogruppo Pd in Commissione Affari sociali di Palazzo Madama, Sandra Zampa ma se si scopre che il testo non funziona e che i Governatori delle Regioni di maggioranza sono pronti a presentare ricorso è chiaro che c'è un problema grande come una casa". Francesco Zaffini (FdI), presidente della Commissione Sanità e Lavoro del Senato, ha cercato di abbassare i toni e ha tenuto a sottolineare che se da un lato "appare comprensibile lo sforzo del Governo di trovare un'intesa con le Regioni che gestiscono l'erogazione delle prestazioni sanitarie, dall'altro appare incomprensibile l'atteggiamento delle opposizioni che denunciano di fatto il comportamento invece encomiabile del Governo che vuole portare a casa un provvedimento condiviso sulla Salute, primo dei diritti costituzionali, ancorché di urgenza". Soddisfatto anche il Carroccio: "La Lega ha sostenuto fin da subito una mediazione tra governo e Regioni, al fine di risolvere il problema delle liste d'attesa, preservando allo stesso tempo l'autonomia delle amministrazioni: siamo soddisfatti si sia trovata una soluzione ragionevole", ha detto in una nota Elena Murelli, capogruppo in Commissione Affari sociali. Il dl sulle liste di attesa ha annunciato il presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri, "sarà modificato tenendo conto del punto di vista delle Regioni, ma Forza Italia si farà carico in futuro di avanzare una proposta più impegnativa e più ampia di riforma della sanità". Infine, camici bianchi ancora all'offensiva: "La richiesta di trasferire la delega sulle professioni dal Governo centrale alle Regioni ha fatto sapere il presidente della Fnomceo Filippo Anelli crea ulteriore incertezza e preoccupazione", "auspichiamo quindi risposte certe, in assenza delle quali i professionisti sanitari non potranno esimersi dal chiedere garanzie per i cittadini e per il Servizio sanitario nazionale".

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