Governo e Parlamento
29 Maggio 2024I 14 milioni di anziani italiani chiedono una società che sia anche a loro misura. E si rivolgono in primis alle grandi imprese pubbliche del paese e dall’Associazione nazionale dei Comuni-Anci per realizzare i decreti attuativi della legge delega 33/2023
I 14 milioni di anziani italiani chiedono una società che sia anche a loro misura. E si rivolgono in primis alle grandi imprese pubbliche del paese e dall’Associazione nazionale dei Comuni-Anci per realizzare i decreti attuativi della legge delega 33/2023 che dovrebbe far fare un salto in avanti nell’assistenza agli anziani.
La dichiarazione: In un incontro organizzato dal senatore Francesco Zaffini, presidente commissione affari sociali, otto colossi pubblici Inps, Poste, Enel, Ferrovie dello Stato, Federazione ospedali Fiaso, Cassa Depositi e Prestiti, Tim hanno sottoscritto con Anci un documento dove si dichiarano pronti a collaborare sia a sperimentazioni locali di forme di coabitazione assistite, sia ai nuovi servizi sanitari e sociali domiciliari integrati, sia alla Prestazione Universale (che postula l’integrazione delle banche dati), sia, in via più generale, a iniziative innovative per dare risposta alle grandi domande poste. Sono i capisaldi dello schema di decreto al quale sta lavorando il governo Meloni.
Dalla legge 33 ai decreti attuativi: Generata dall’“inchiesta” sulle condizioni della popolazione anziana, a cura della Commissione ad hoc del Ministero della Salute guidata da Monsignor Paglia, la legge 33 richiama due-tre importanti novità. Primo, l’anziano dovrà disporre di interventi congiunti tra ambito sociale, fin qui gestito per lo più dai comuni, e sanitario, gestito dalle regioni, e dovrà fruire di servizi calibrati sui suoi bisogni, a seconda se è autosufficiente o meno Secondo, per le valutazioni di autonomia dovrà fare riferimento ad un Punto Unico di Accesso nella Casa di Comunità; e chi lavora in quegli uffici potrà collegarsi alle banche dati Inps, Inail, Asl ed anagrafica, o meglio ancora a documenti frutto del lavoro congiunto di chi opera in quelle banche dati, per consentire all’anziano di accedere a prestazioni più rapidamente e senza intoppi. Ora quella legge bisogna realizzarla con decreti attuativi, sapendo da dove cominciare.
Il paper ministeriale: Preliminare alla dichiarazione d’intenti, viene in soccorso un “paper” a cura della commissione guidata da Paglia e dal professor Leonardo Palombi. Vi si affrontano i temi della distribuzione degli anziani, della frammentazione dei servizi ad essi rivolti, delle difficoltà logistiche. «L’Italia è il primo paese più vecchio d’Europa ma è al 12mo posto per qualità di vita degli anziani», spiega Monsignor Paglia a Sanità33. «Occorre che tutto il paese insieme a partire dalle istituzioni si faccia carico di questa popolazione». Tra i suggerimenti sulle azioni da mettere in pista: il lavoro, lo sport, una sanità territoriale collegata al sociale ed attenta a rivoluzione digitale e uso di dispositivi indossabili.
Il lavoro: Degli i italiani over 70 è occupato solo il 6,7% contro il 10,8% in Germania, il 12,3 nel Regno Unito, il 16% in Svezia, il 22% negli USA, il 42% in Giappone ed il 47% in Corea. La legge autorizza alle regioni azioni volte a sostenere l’integrazione sociale delle persone anziane con interventi di agricoltura sociale, di cura di orti urbani e di manutenzione dei giardini, attività in istituti di formazione, corsi di educazione finanziaria. Roberto Pella vice presidente Anci sottolinea l’opportunità di misure capaci di dare slancio anche alle politiche per i giovani. Non escluse ad esempio quelle che premiano con crediti universitari specifiche attività di volontariato degli studenti.
Lo sport: Altro spunto della legge su cui si muove il decreto legislativo è la promozione dell’attività fisica nelle società sportive e negli enti del terzo settore sulla base di evidenze che attestano maggior speranza e qualità di vita per gli anziani fisicamente attivi. Infine, Paolo Petralia vicepresidente Fiaso, si soffermasul ruolo del digitale nel rendere fruibili percorsi personalizzati di presa in carico su bisogni specifici dell’anziano
Adi e telemedicina: L’articolo 9 dello schema di decreto appunto promuove la prevenzione a casa dell’anziano, e realizza una sperimentazione di 18 mesi per attivare almeno un servizio di telemedicina domiciliare in tre realtà, una al Nord, una al Centro e una al Sud. Vi si attueranno valutazioni multidimensionali a distanza, il rilievo di parametri clinici con sensori smart dietro prescrizione del Medico di famiglia, formazione degli operatori e forme di connessione di rete tra medici di famiglia, uffici Asl, Comune, volontariato, enti ecclesiastici e sociali. L’articolo 15 del dlgs prevede linee guida per la coabitazione solidale domiciliare (senior cohousing) e intergenerazionale, da realizzarsi nell’ambito “di case, case-famiglia, gruppi famiglia, gruppi appartamento e condomini solidali, aperti ai familiari, ai volontari, ai prestatori esterni di servizi sanitari, sociali e sociosanitari integrativi”.
Per approfondire
7365Considerazioni_preliminari_per_una_Dichiarazione_di_Intenti_e_Collaborazione_comune_dei_grandi_enti_(1)_(1).pdf (medikey.it)
7366Dichiarazione_di_intenti_e_collaborazione_comune_d_240308_095705_(1).pdf (medikey.it)
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