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04 Dicembre 2025

Farmaci, intesa Usa-Regno Unito: dazi zero e revisione dei criteri Nice

Stati Uniti e Regno Unito siglano un accordo che elimina i dazi sui farmaci britannici verso gli Usa 


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Stati Uniti e Regno Unito hanno annunciato un accordo bilaterale in ambito farmaceutico che prevede dazi zero sui medicinali, sugli ingredienti attivi e sulle tecnologie mediche prodotte nel Regno Unito ed esportate verso gli Stati Uniti, in cambio di un aumento dei prezzi riconosciuti da Londra ai farmaci innovativi statunitensi e di una revisione dei criteri di valutazione adottati dal sistema sanitario britannico.

Secondo i termini dell’intesa, il Regno Unito incrementerà del 25% il prezzo netto pagato per i nuovi medicinali provenienti dagli Stati Uniti. In parallelo verrà modificato il framework di valutazione del National Institute for Health and Care Excellence (NICE), l’ente che stabilisce se un farmaco è costo-efficace per l’accesso al National Health Service (NHS). La soglia di riferimento del quality-adjusted life year (QALY) passerà da 30.000 a 35.000 sterline per anno di vita corretto per qualità.

«Stati Uniti e Regno Unito annunciano questo risultato negoziato sui prezzi dei farmaci innovativi, che contribuirà a promuovere investimenti e innovazione in entrambi i Paesi», ha dichiarato Jamieson Greer, rappresentante per il Commercio degli Stati Uniti (USTR).

Il governo britannico ha precisato che la revisione dei criteri del NICE permetterà di «adeguarsi al contesto commerciale ed economico in cui operano oggi le aziende farmaceutiche». Il nuovo framework si applicherà a tutti i nuovi medicinali, non soltanto a quelli statunitensi, e non avrà effetti retroattivi sui prezzi dei trattamenti già in uso.

L’accordo interviene in un contesto di tensione tra industria e istituzioni sanitarie britanniche sui livelli di sostenibilità economica del sistema e sull’accesso alle terapie ad alto costo. In passato il NICE ha escluso dalla rimborsabilità nel NHS alcuni nuovi farmaci considerati non costo-efficaci, tra cui trattamenti oncologici e terapie per l’Alzheimer.

Sull’intesa è intervenuta l’Association of the British Pharmaceutical Industry (ABPI), secondo cui l’accordo potrebbe facilitare l’accesso dei pazienti britannici a nuovi medicinali e rafforzare l’attrattività del Regno Unito per gli investimenti del settore.

Dal punto di vista industriale, GSK e AstraZeneca hanno registrato movimenti contenuti in borsa dopo l’annuncio. Il mercato britannico rappresenta circa il 2% dei ricavi complessivi di AstraZeneca. Bristol Myers Squibb ha comunicato, tramite una dichiarazione diffusa dal governo britannico, che grazie agli impegni sull’accesso ai farmaci innovativi previsti dall’accordo prevede investimenti superiori a 500 milioni di dollari nei prossimi cinque anni nel Regno Unito.

Nel quadro dell’intesa è stata inoltre ridefinita l’applicazione dello schema volontario di rimborso che prevede la restituzione di una quota dei ricavi derivanti dalle vendite di farmaci al NHS. Secondo l’ufficio dell’USTR, il Regno Unito si è impegnato a ridurre il tasso di rebate al 15% a partire dal 2026.

L’accordo si inserisce nella più ampia strategia dell’amministrazione Trump, che ha sollecitato i Paesi europei ad aumentare i prezzi dei medicinali statunitensi allo scopo di avvicinarli ai livelli riconosciuti negli altri mercati ad alto reddito.

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