Oms
18 Marzo 2025L'Oms ha da tempo chiesto di aumentare progressivamente la spesa sanitaria nazionale. Altri donatori dovranno farsi avanti, ma lo stesso dovrebbero fare gli stessi Paesi che hanno fatto affidamento sui finanziamenti statunitensi, nella misura in cui possono
"Molti dei progressi che sono stati fatti negli ultimi 20 anni sono ora a rischio a causa dei tagli ai finanziamenti degli Stati Uniti per la salute globale. Per essere chiari, non sto parlando della decisione degli Usa di ritirarsi dall'Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Non commenterò questo oggi. Sto parlando di tagli ai finanziamenti diretti degli Stati Uniti per i Paesi tramite Usaid, l'agenzia americana per lo sviluppo internazionale, e altre agenzie" del Paese. "L'impatto sarà ancora maggiore, e lo stiamo già vedendo". È il monito del direttore generale dell'Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus, che durante il periodico briefing con la stampa è tornato sul tema: "L'amministrazione statunitense è stata estremamente generosa per molti anni e naturalmente è nel suo diritto decidere cosa sostenere e in quale misura", ha premesso.
"Ma gli Stati Uniti - ha aggiunto - hanno anche la responsabilità di garantire che, se ritirano i finanziamenti diretti per i Paesi, ciò avvenga in modo ordinato e umano, consentendo di trovare fonti di finanziamento alternative. Chiediamo agli Stati Uniti di riconsiderare il proprio sostegno alla salute globale, che non solo salva vite in tutto il mondo, ma rende anche gli Stati Uniti più sicuri, impedendo alle epidemie di diffondersi a livello internazionale". Se gli Usa decidono di non ripristinare i finanziamenti diretti ai Paesi, "chiediamo loro di avviare un dialogo con i Paesi interessati in modo che si possano elaborare piani per passare dalla dipendenza dai finanziamenti Usa a soluzioni più sostenibili, senza interruzioni che costano vite umane".
Indipendentemente dal fatto che i finanziamenti statunitensi ritornino o meno, ha precisato, "altri donatori dovranno farsi avanti, ma lo stesso dovrebbero fare gli stessi Paesi che hanno fatto affidamento sui finanziamenti statunitensi, nella misura in cui possono. L'Oms ha da tempo chiesto di aumentare progressivamente la spesa sanitaria nazionale e ora è più importante che mai", ha continuato il Dg dell'agenzia Onu per la salute.
Secondo il Dg Tedros, sono a rischio nel dettaglio "molti dei progressi nella lotta alla malaria fatti negli ultimi 20 anni". Ora "ci sono gravi interruzioni nella fornitura della diagnostica, di medicinali e zanzariere trattate con insetticidi a causa di esaurimento delle scorte, consegne ritardate o mancanza di finanziamenti. Negli ultimi 2 decenni, gli Stati Uniti sono stati il più grande donatore bilaterale nella lotta contro la malaria, contribuendo a prevenire circa 2,2 miliardi di casi e 12,7 milioni di decessi. Se le interruzioni continuano, potremmo vedere altri 15 milioni di casi di malaria e 107mila decessi solo quest'anno, invertendo 15 anni di progressi".
Vale lo stesso per l'Hiv, ha avvertito il capo dell'Oms. "La sospensione della maggior parte dei finanziamenti per il programma Usa Pepfar ha causato l'immediata interruzione di servizi per il trattamento, i test e la prevenzione dell'Hiv in oltre 50 Paesi. Otto di questi hanno ora notevoli interruzioni della terapia antiretrovirale e nei prossimi mesi esauriranno i farmaci". Questi stop "potrebbero annullare 20 anni di progressi, portando a oltre 10 milioni di casi aggiuntivi di HIV e 3 milioni di decessi correlati all'Hiv, più del triplo del numero di decessi dell'anno scorso. Per quanto riguarda la tubercolosi, 27 Paesi in Africa e Asia stanno affrontando paralizzanti interruzioni nella risposta all'infezione, con carenze di risorse umane, interruzioni nella diagnosi e nel trattamento, sistemi di dati e sorveglianza in collasso e un vitale lavoro di coinvolgimento della comunità in deterioramento. Nove Paesi hanno segnalato carenze nell'approvvigionamento e nelle catene di fornitura di farmaci per la Tbc, mettendo a repentaglio la vita delle persone affette. Negli ultimi 2 decenni, il supporto degli Stati Uniti ai servizi per la Tbc ha contribuito a salvare quasi 80 milioni di vite".
Poi il tema dell’immunizzazione: "La rete globale per il morbillo e la rosolia dell'Oms, composta da oltre 700 laboratori e finanziata esclusivamente dagli Stati Uniti, rischia un'imminente chiusura. Ciò avviene nel momento peggiore possibile, quando il morbillo sta tornando. L'anno scorso ci sono state 57 grandi epidemie di morbillo e il dato è in aumento da 3 anni. Dal 1974, i vaccini contro il morbillo hanno salvato quasi 94 milioni di vite, ma anche questi progressi sono a rischio. I tagli improvvisi ai finanziamenti degli Stati Uniti stanno influenzando anche gli sforzi per eradicare la poliomielite, monitorare l'insorgenza di malattie come l'influenza aviaria e rispondere a epidemie e crisi umanitarie".
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